Lettera di Attilio Mastino ai Rettori della CRUI

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| 23 Marzo 2011

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Lettera di Attilio Mastino ai Rettori della CRUI

Ai Rettori delle Università aderenti alla CRUI

LORO SEDI

Caro collega Rettore,

con riferimento alla convocazione della Assemblea straordinaria della CRUI del 7 aprile, ho il piacere di informarTi che intendo candidarmi a Presidente della CRUI per il mandato triennale 2011-2013 previsto dall’art. 4 dello statuto.

Allego un mio sintetico curriculum vitae e mi riservo di presentare nei prossimi giorni un breve programma.

Negli ultimi anni l’Università italiana ha subito un fortissimo attacco mediatico telecomandato e non è stata in grado di difendersi in modo adeguato, anche sul piano della comunicazione. Gli ultimi avvenimenti testimoniano che la risposta agli attacchi subiti dall’Università è stata inadeguata e deludente, debolissima. Da tempo il Ministro diserta le riunioni della CRUI ed ha rinunciato al confronto con le singole Università.

Il grido del vasto e significativo movimento di protesta del dicembre scorso che si è sviluppato negli Atenei, nelle aule e sulle terrazze delle Facoltà, non è stato raccolto dalla CRUI: eppure le proteste intendevano denunciare gli evidenti limiti della Grande Riforma e il grave sotto-finanziamento del Sistema Universitario Italiano.  Restare asserragliati nel Palazzo non può essere un modo per risolvere i problemi. Non pochi Consigli di Facoltà hanno invitato i Rettori a bloccare il pagamento delle quote associative e sollecitato l'uscita di alcuni Atenei statali e non statali dalla CRUI. Appare evidente che è necessario che i Rettori riescano ad interpretare efficacemente il mondo universitario, non contrastando ma anzi guidando il movimento critico che rappresenta una ricchezza, una risorsa ed una speranza per il Paese. Dunque la CRUI deve cambiare passo, deve acquisire più autorevolezza e capacità di incidere nella società civile, nei territori, nel rapporto con il Governo: ciò si verificherà solo attraverso una rinnovata e più convinta ed autorevole azione della CRUI, tesa a garantire l’autonomia ed il ruolo sociale delle Università italiane e insieme a fornire una consulenza che rappresenti un’alternativa alle ricostruzioni di parte, spesso fondate su dati parziali che non tengono conto della diversità degli Atenei.

Dovremo presto dare applicazione ad una riforma universitaria che avremmo voluto profondamente diversa, più attenta al diritto allo studio ed alle esigenze dei giovani ricercatori, più capace di valorizzare le tradizioni accademiche e di sviluppare reti di relazioni internazionali, una riforma più generosa e meno punitiva.

Una riforma che nei propositi intende ispirarsi ai principi di autonomia e di responsabilità, ma che avremmo desiderato ancora più rispettosa delle identità dei singoli Atenei italiani, più consapevole della complessità delle tradizioni accademiche e del valore della diversità. Oggi rischiano la sopravvivenza molti Atenei; più in generale è in discussione la struttura stessa di tutte le Università, la sopravvivenza di Dipartimenti, Facoltà, linee di ricerca, reti di relazioni consolidate, iniziative collegate al Servizio Sanitario Nazionale. La razionalizzazione proposta comporta anche drastici tagli e pone gli Atenei italiani di fronte a scelte molto dolorose.

Senza risentimenti, dobbiamo ora attuare le disposizioni di una legge dello Stato trovando tutti gli spazi possibili di autonomia, confrontandoci strettamente con l’ANVUR. Occorre contemporaneamente avviare un profondo rinnovamento ed arrivare ad una vera e propria rifondazione della CRUI, che sia in piena discontinuità con il passato e corregga i falsi unanimismi di facciata: in questo senso una pluralità di candidature per la Presidenza e per la Giunta rappresenta una opportunità, un fatto nuovo e positivo, un contributo per sviluppare un dibattito che superi collateralismi e ponga solo obiettivi che siano strettamente connessi con gli interessi, le volontà, le speranze del mondo universitario e dei cittadini. Del resto non crediamo che il cambiamento passi attraverso l’applicazione della legge, ma soprattutto attraverso le idee, i programmi, le persone. Non ci sono uomini validi per tutte le stagioni.

Proprio in questo quadro siamo convinti che la CRUI può osare di più, può porsi obiettivi più alti, non deve balbettare ma parlare forte e chiaro. Chiunque sarà eletto, verrà misurato sulla capacità di garantire spazi di libertà e di democrazia, aprire le finestre, far entrare aria nuova dentro il Palazzo di Piazza Rondanini.

Senza l’Università non c’è un futuro per il Paese.

Il Presidente Napolitano al Teatro Regio di Torino, il 19 marzo, nell'ambito delle celebrazioni per il centocinquantesimo anniversario dell'unità d'Italia, ha ricordato che <<l'umiltà deve guidare chiunque assolva doveri istituzionali importanti in questo Paese>>: è un invito dal quale tutti noi dobbiamo partire, per avvertire davvero il senso del limite delle azioni dei singoli e per affermare la necessità di costruire alleanze e di trovare sinergie, di ascoltare il parere di tutti, di collegare tra loro i territori e le esperienze. Senza investiture dall’alto, ma in spirito di servizio.

Con viva amicizia.

Sassari, 20 marzo 2011.

Attilio Mastino

Ultimo aggiornamento Giovedì 24 Marzo 2011 18:22

Multa venientis aevi populus ignota nobis sciet
multa saeculis tunc futuris,
cum memoria nostra exoleverit, reservantur:
pusilla res mundus est,
nisi in illo quod quaerat omnis mundus habeat.


Seneca, Questioni naturali , VII, 30, 5

Molte cose che noi ignoriamo saranno conosciute dalla generazione futura;
molte cose sono riservate a generazioni ancora più lontane nel tempo,
quando di noi anche il ricordo sarà svanito:
il mondo sarebbe una ben piccola cosa,
se l'umanità non vi trovasse materia per fare ricerche.

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