Presentazione del volume Ugo Carcassi, Un medico in Sardegna Sassari.

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Scritto da Administrator | 29 Maggio 2014

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Presentazione del volume Ugo Carcassi, Un medico in Sardegna
Sassari, 22 maggio 2014.

Mi fa davvero piacere essere qui oggi e portare un saluto alla presentazione di questo libro del prof. Ugo Carcassi ‘Un medico in Sardegna’, per le edizioni di Carlo Delfino. Si tratta di un libro che – a differenza dei saggi scientifici e delle monografie su patologie di personaggi storici, indagati e raccontati con curiosità e rigore scientifico dall’autore - apre uno squarcio sulla sua vita operosa di medico, ricercatore infaticabile, scienziato di livello internazionale, professore universitario, Preside di Facoltà, Direttore di Clinica Medica. Sempre per l’editore Delfino Carcassi ha studiato le patologie di personaggi come Giuseppe Garibaldi (in tre diversi volumi), Giacomo Casanova, Galileo Galilei, Vincenzo Bellini, Nicolò Paganini, CarloV.

Ma Carcassi si è occupato assieme ad Ida Mura della pubblicazione del volume Sardegna e malaria e soprattutto ha studiato la vicenda della salma di Garibaldi a Caprera, un tema che è stato recentemente trattato per la Rai da mio figlio Paolo. Ho seguito il prof. Carcassi da tempo, fino all’ultimo incontro a Cagliari per ricordare Tito Orrù nel Palazzo del Municipio.

Il libro si apre con le preziose testimonianze dello scrittore Giorgio Todde e dell’amico e collega prof. Franco Pitzus, professore onorario di Medicina interna e promotore della organizzazione sanitaria nel Marghine e nella Planargia, che col professor Carcassi ha condiviso decenni di vita accademica e collaborazione scientifica. Le due presentazioni e le memorie dell’autore confluiscono a consegnare al lettore un ritratto a tutto tondo del prof. Carcassi: Giorgio Todde gli fa il miglior complimento che un docente, un ‘maestro’ può ricevere: lo considera , con pochi altri suoi professori, di cui conserva memoria- cioè Gian Luigi Gessa, Antonio Cau e qualcun altro- un "pedagogo", nella migliore accezione del termine: "il pedagogo non trasferisce solo conoscenza – per la quale basterebbero i libri. Ma gli strumenti per accedere alla conoscenza , metodo e regole per organizzare, classificare e ordinare il sapere". Dunque un personaggio capace di appassionare, di trasmettere emozioni, curiosità, stimoli ai suoi numerosi allievi.

Lascio a Eugenia Tognotti e Maristella Mura il compito di ripercorrere - seguendo il filo dei ricordi sapientemente intrecciati nel libro - il lunghissimo e brillante percorso accademico e di ricostruire l’intensissima attività scientifica e professionale. Da parte mia ricorderò soltanto che il professor Carcassi si è laureato qui nel nostro Ateneo. Nell’Archivio storico si conserva il fascicolo personale con la tesi di laurea. Dopo essersi iscritto, nel 1940, alla Facoltà di Medicina (proveniente dal Liceo Azuni) aveva dovuto interrompere gli studi con lo scoppio della guerra. Arruolatosi come volontario dei ‘carristi’ aveva trascorso qualche tempo in un Ospedale da campo in Africa settentrionale. Col ritorno al tempo di pace aveva ripreso gli studi, sobbarcandosi un carico notevole di esami per recuperare il tempo perduto; cosa che riescì a fare laureandosi con lode nel 1946. Il prof. Carcassi ricorda vividamente ogni nome di maestri e condiscepoli, degli Istituti e delle Cliniche come quella di Patologia medica, in Viale San Pietro, richiamando con brevi pennellate le figure di maestri che hanno avuto un’enorme influenza nella vita e nella carriera scientifica come il professor Flaviano Magrassi, allievo del famosissimo patologo e clinico Cesare Frugoni di cui aveva seguito le lezioni, a Roma, durante la guerra. E, ancora, il prof. Giuseppe Pegreffi dell’Istituto Zooprofilattico e i collaboratori Antonella Quesada e Dionigi Mura, padre di Ida e Maristella.

Gli anni di Sassari furono decisivi: a Sassari conseguì il diploma di Malariologia ed è qui che impostò una rete di produttivi rapporti scientifici che si riveleranno negli anni successivi in cui darà un contributo fondamentale agli studi pionieristici sul rapporto che lega due malattie così diverse come la talassemia, malattia genetica e la malaria, malattia infettiva. I suoi studi sulla talassemia in Sardegna, in parallelo con le ricerche condotte da altri studiosi in varie aree italiane, consentiranno di costruire la nuova mappa della diffusione della talassemia in Italia .

Concludo per non sottrarre troppo tempo alla presentazione. Numerosi sono gli spunti offerti dal libro, che contiene anche il racconto delle esperienze in alcune condotte mediche del sassarese, come medico condotto supplente, fatte ad panem, come si dice, per racimolare qualche soldo con cui integrare il magrissimo stipendio di assistente universitario.

E’ in queste descrizioni di ‘casi’ di malattia, i più vari, che emerge la statura di medico del prof. Carcassi che s’impone anche nella bella immagine che si trova nell’introduzione di Giorgio Todde: <<ricordo che quando , con un gesto istintivamente teatrale , scopriva un malato, Ugo sembrava più grande, più alto e più imponente perché il gesto gli era connaturato ed esprimeva tutto un mondo>>.

Un medico, un clinico, ben lontano dal borioso medico Simmaco, seguito da un codazzo di assistenti, su cui ironizza Marziale nel I secolo d.C., un tipo di medico che noi tutti ci auguriamo di non dover mai incontrare (V, 9): <<Non stavo bene, languebam: ma tu, Simmaco, prontamente venisti da me, accompagnato da cento discepoli. Cento mani gelate dalla Tramontana mi palparono, centum me tetigere manus aquilone gelatae; non habui febrem, Symmache, nunc habeo: non avevo febbre, Simmaco, ora ce l'ho.

Ultimo aggiornamento Giovedì 29 Maggio 2014 20:58

Multa venientis aevi populus ignota nobis sciet
multa saeculis tunc futuris,
cum memoria nostra exoleverit, reservantur:
pusilla res mundus est,
nisi in illo quod quaerat omnis mundus habeat.


Seneca, Questioni naturali , VII, 30, 5

Molte cose che noi ignoriamo saranno conosciute dalla generazione futura;
molte cose sono riservate a generazioni ancora più lontane nel tempo,
quando di noi anche il ricordo sarà svanito:
il mondo sarebbe una ben piccola cosa,
se l'umanità non vi trovasse materia per fare ricerche.

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