Storia della sezione A.N.F.I. dei Cagliari, Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia.

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Scritto da Administrator | 19 Marzo 2017

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Adriano Siuni, Romano Sedda, Manfredi Demurtas
Storia della sezione A.N.F.I. di Cagliari, Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia, Cagliari 2016
Presentazione di Attilio Mastino
Cagliari, 14 marzo 2017

E’ un grande onore per me essere accolto qui oggi presso il Comando Regionale delle Guardie di Finanza e poter presentare questo straordinario volume che ricostruisce le vicende della Sezione Cagliaritana dell’Associazione Nazionale dei Finanzieri d’Italia, su invito del Presidente della Sezione gen. di Brigata Adriano Siuni e del Consigliere nazionale ANFI Cap. Salvatorico Cuccuru, alla presenza del Comandante Regionale Gen. Bruno Bartoloni, delle tante autorità civili e militari, dei soci e dei militari in servizio.

Grazie innanzi tutto agli gli autori, al Presidente, il Generale Siuni che conosciamo come appassionato cultore della storia della Sardegna, sportivo e profondamente radicato nell’isola, capace di collegare tante storie diverse sempre con uno sguardo alto indirizzato verso l’identità profonda della nostra isola; al col. Romano Sedda, che ha avuto l’idea di questo volume ed ha scritto gran parte dei testi, con rigore, ma anche inseguendo mille curiosità e passioni; al maresciallo maggiore Manfredi Demurtas, già presidente della Sezione nel 2001, dirigente dell’ANFI da vent’anni, che ha pazientemente effettuato le ricerche storiche e d’archivio e le può offrire ora a noi tutti, con tante nuove scoperte e novità.

E ancora l’avv. Maria Graziella Atzeni, figlia del col. Pietrino Atzeni, madrina della bandiera, che ha fornito buona parte della documentazione presentata in questo volume per gli anni 70 e 80. Infine il mecenate che ha consentito la stampa del volume, il sottotenente Giovanni Cappai, che dopo aver lasciato le Fiamme Gialle si è affermato come dottore commercialista specializzandosi nelle tematiche dell’accertamento dei tributi locali in molti comuni della Sardegna.

E’ vero che i finanzieri vanno in pensione ancora bambini rispetto ai professori universitari come me, che lavorerò (è una parola grossa, si fa per dire) fino a 70 anni d’età: ma certo mi ha sorpreso vedere le biografie dei soci dell’ANFI raccolte alla fine di questo volume, che raccontano dopo il congedo tante vite dinamiche, aperte, spese al servizio degli altri, mettendo a frutto l’esperienza, la competenza, i valori che hanno caratterizzato il servizio attivo. Proprio la vita professionale è stata determinante per orientare biografie costruite sempre con l’obiettivo della difesa del bene comune, dell’imparzialità, dell’onestà, della dedizione. Segno di un legame che non si spezza e che questo volume rinnova.

Questo libro non è un’opera che descrive la stracca vita di un club di reduci o di personaggi in quiescenza, che coltivano un sentimento di appartenenza solo perché isolati dalla società civile sulla quale (quando erano in servizio) hanno esercitato lodevolmente un rigoroso controllo etico magari fastidioso per i cittadini comuni: invece è un volume vivace e colorato, pieno di documenti e di fotografie, che fa capire l’ampiezza di interessi di tanti finanzieri, le diversificate esperienze di servizio, la continuità di una rete di rapporti e di amicizie con i commilitoni e con la società civile che la pensione non interrompe, tocca le nostre famiglie e le nostre storie personali. Del resto io stesso, un poco alla lontana, ritrovo tante storie che conoscevo, ad esempio i nomi dei presidenti dell’ANFI di Bosa come quel Bastianino Deriu che mi aveva lasciato senza parole quando in un momento drammatico, ferito, era stato accolto in un ospedale del Corpo; oppure le escursioni culturali dei soci ANFI a livello regionale in tanti luoghi in Sardegna e in Continente, con mille curiosità e con la voglia di continuare un rapporto che è stato solido e non si dimentica. I nomi dei Generali comandanti segnano anche per me un percorso, come Stefano Baduini e Fabio Morera che ci avevano seguito nella preparazione del volume “I Fenici al volo” di Piero Bartoloni (non penso imparentato con il nostro Generale) voluto dalla Banca di Sassari e realizzato con l’impiego di un elicottero della Guardia di Finanza, che ci ha restituito un’immagine inconsueta della Sardegna, l’isola Ichnussa, con la forma cartografica di un piede destro, con i monumenti archeologici fotografati a volo radente, dall’aria: un libro che ci aveva portato il sapore di un tempo lontano attraverso una visione dall’alto che era del tutto inusuale nel mondo scientifico ma che rende bene con vivacità e immediatezza alcune caratteristiche dell’insediamento umano nel tempo, che valorizza aspetti topografici fin qui trascurati dagli archeologi, se consente di percepire sullo sfondo il genius loci originario di un territorio, come nella valle del Sardus Pater ad Antas oppure il santuario di Cuccureddus a Villasimius oppure il Capo di Sant’Elia presso il tempio di Astarte; infine lungo le spiagge dell’isola di Eracle all’Asinara. Ma mi piace ricordare i generali che hanno collaborato con me durante il periodo del mio rettorato all’Università di Sassari, ultimi Umberto Di Nuzzo ed ora Bruno Bartoloni. E poi i cappellani come don Giuseppe Curcu, don Pietro Monni, don Gianmario Piga. Il Presidente Nazionale Generale Giovanni Verdicchio che nel 2014 ha firmato il diploma rilasciato a me ed a mio figlio Paolo, con grande nostra emozione.

Nella sezione ANFI di Bosa ormai decenni fa avevo visto all’opera il nonno di mio figlio Salvatore Pala, che si era distinto nella liberazione di Roma inquadrato nei ranghi del battaglione R (Roma), la cui figura è stata da poco riscoperta dal Maggiore Gerardo Severino, direttore del Museo storico della guardia di finanza, nostro amico e amico della Sardegna.

Proprio il Maggiore Severino, ricostruendo la storia dell’associazionismo militare tra le Fiamme gialle dalle Società di mutuo soccorso di fine Ottocento fino all’ANFI di oggi, ha messo in luce le ragioni che hanno portato alla nascita nel 1927 di un’unica Associazione Nazionale riconosciuta legalmente, che oggi conta 288 sezioni, comprese quelle di Toronto e Bruxelles, 15 in Sardegna, con oltre 30.000 soci: <<l’ANFI fa parte integrante del Consiglio Nazionale Permanente delle Associazioni d’Arma ed è iscritta all’Albo delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma tenuto dal Ministero della Difesa, ai sensi dell'art. 937 del D.P.R. 15 marzo 2010, n. 90, recante il “Testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare e nel Registro delle Persone Giuridiche”. Oltre a favorire il cameratismo e a difendere valori e tradizioni del Corpo d’appartenenza, l’A.N.F.I. è soprattutto “vita sociale”, grazie alla quale i suoi iscritti, così come i relativi familiari, hanno modo di rimanere vicini alla grande famiglia delle Fiamme Gialle d’Italia, oltre a trascorrere momenti felici di aggregazione, gran parte dei quali finalizzati al raggiungimento di un benessere personale interiore, molto spesso scaturite da interessanti iniziative socio-culturali (conferenze, gite sociali, mostre d’arte). Ideatrici di importanti manifestazioni patriottiche, sia a livello centrale che periferico, le varie Sezioni dell’Associazione curano anche un importante aspetto della vita sociale: quello di garantire (laddove è stato possibile addivenire ad apposite “Convenzioni”) il servizio di protezione civile, molto utile in tutte quelle circostanze nelle quali il Paese ha bisogno d’aiuto>>. Per il Maggiore Severino <<l’Associazionismo militare tra i finanzieri è oggi quanto mai attivo e vivace, importante sotto tutti i punti di vista, ma soprattutto determinante per la tenuta morale della Guardia di Finanza. La perfetta simbiosi che unisce le Fiamme Gialle in congedo a quelle in servizio può e deve essere utile agli stessi cittadini italiani, che spero tanto guardino alle Associazioni d’Arma non tanto come un nostalgico retaggio del passato, quanto piuttosto, nell’orgogliosa consapevolezza di rappresentare le rispettive Istituzioni, ad un baluardo di valori umani e sociali: gli stessi che animano ancora oggi gli appartenenti alle Forze Armate e di Polizia chiamati a difendere la democrazia, le libertà individuali, ma soprattutto la sicurezza politica, militare ed economica dello Stato>>.

Considerazioni che tornano nella bella presentazione del socio onorario prof. Aldo Accardo, ma anche nell’introduzione e nella dedica che sintetizzano questo volume su Cagliari all’ombra della torre di San Pancrazio, dedicato <<a tutte le persone che hanno fatto parte dell’Associazione dei finanzieri in congedo e servito con onestà e onore la Patria indossando la gloriosa divisa delle Fiamme Gialle>>. E allora sullo sfondo questa Cagliari sul mare, la città del sole alla quale siamo tutti legati, alla riscoperta dei colori delle tante stagioni che si sono susseguite nel tempo: qui veramente a me sembra di leggere un filo rosso che lega tutte le pagine di un libro saldamente ancorato ai fatti reali del passato, ma che è innanzi tutto una mappa ed un percorso per tanti altri lettori, che cercano una loro strada nella vita. Con ottimismo e voglia di combattere per se e per gli altri, facendo leva su un patrimonio che è insieme di sentimenti e di ricordi.

Lasciatemi allora esprimere la gratitudine per questo lavoro che mischia la microstoria con la grande storia, che parte dalle origini, ricostruisce la memoria storica già attraverso la rigida organizzazione fascista che a me che insegno Storia romana ricorda il frazionamento della legione in 10 coorti, in 32 manipoli e in 64 centurie: così quando nel 1948 la ex Coorte Finanzieri in congedo di Cagliari veniva ricostituita come Sezione dell’Associazione Nazionale Finanzieri assieme a Nuoro, Oristano, Iglesias e Sorso: iniziava una nuova storia che si sarebbe allargata a Sassari, Bosa, Carbonia, Villacidro, Olbia, Bono, Ploaghe, Tempio, Alghero, Thiesi, Calasetta e così via.

Ma a Cagliari ci restano i preziosi documenti originali del dopoguerra, l’archivio che certifica la riconsegna dei materiali e del patrimonio da parte del Ten. Arturo Marini ultimo dei presidenti di epoca fascista nelle mani del commissario Ten. Col. Giuseppe Demontis, che il I ottobre 1948 apre la Sezione nel Palazzo delle Dogane in Via Roma: anche qui, un mio ricordo lontanissimo, quello della Cagliari bombardata nell’area tra Via Porcile e Viale Bonaria. E poi la bandiera, le cerimonie per ricordare la Medaglia al valor militare Fausto Mura che oggi dobbiamo onorare in questa caserma di Via Diaz, tante sedi differenti per gli ex finanzieri, in un pellegrinaggio che ha trasferito ripetutamente l’associazione da Via Catania al Lungomare Poetto, dentro e fuori le caserme.

E poi tanti nomi, i soci dai 70 iscritti degli anni ‘50 ai 300 iscritti di oggi, le cariche sociali, i Presidenti dal 1954, il Maggiore Alfonso Capobianco, il Col. Giuseppe Casula, il Col. Pietrino Atzeni, il Col. Mario Deiana, il Maresciallo Maggiore Sebastiano Pilo, il Maresciallo Maggiore Giacomo Ciaralli, il Sottotenente Domenico Arenga, il Maresciallo Maggiore Desiderio Lisci (oggi Presidente di sezione onorario), il Brigadiere Teresio Vanna, fino al nostro Gen. Adriano Siuni Presidente dal 2013. E poi i commissari, il Generale Mario Deiana nel 1996, il Cap. Salvatorico Cuccuru tra il 97 e il 99, il Generale Angelo Decaro. I Consiglieri nazionali per la Sardegna, i Consigli di Sezione, i Sindaci, i dirigenti: un quadro che ora appare più ordinato e comprensibile, che si arricchisce di anno in anno fino alle ultime convulse settimane e che testimonia un crescente impegno comune.

Infine le tante iniziative della Sezione ANFI di Cagliari, le attività di patronato, l’Ufficio Pensioni, il tema della Perequazione, i sussidi, i pacchi dono per la befana (anche questo per me è un lontanissimo ricordo), le onorificenze, le colonie estive; i raduni nazionali come a Trieste e Redipuglia, a Verona, Bari, Milano, Pisa, Fiuggi, Lecce, Sotto il Monte, Veneto, Rovereto, Trento, Chianciano; le gite in Sardegna a Laconi, Bosa, Sant’Antioco, Nuoro, Caprera, Costa Smeralda, Orgosolo, Ogliastra, Alghero, Oristano, Villacidro, Senorbì e Suelli, il trenino verde a Sadali, Monteponi, Fonni, Castelsardo, Asinara; i luoghi dell’archeologia a Barumini, Cornus, Tharros, Sulci; poi a Matera, a Milano, ad Aosta, ancora in Corsica, a Parigi, Ginevra, in Svizzera, spesso accompagnati dal Presidente Nazionale Anfi pro tempore, dagli Ispettori, dai dirigenti nazionali, dalle fiamme gialle in servizio, soprattutto dalle famiglie; gli impegni, davvero gravosi, del gruppo bandiera, la rappresentanza a cerimonie, raduni patriottici, funerali, feste di San Matteo, ricordo di caduti e medaglie, come per la MAVM Brigadiere Filiberto Boi nella cerimonia di Serri del 26 aprile 2015: proprio a Filiberto Boi, caduto un secolo fa nel primo conflitto mondiale nella conquista del monte Sperone di San Giacomo sulle Dolomiti, è intestata la sezione ANFI di Cagliari fin dal 1937. Ancora di più capisco il richiamo al delicato motto latino Nec recisa recedit, che significa non piegarsi sino alle estreme conseguenze. L’espressione riguarda un fiore che sorge dalla nostra terra. Come non pensare all’elogio dell’eroina dell’epigramma in greco inciso sulla parete rupestre della Grotta delle vipere a Sant’Avendrace, la romana Atilia Pontilla: <<vorrei che qui germogliassero viole e gigli e che tu fiorissi in petali di rose e di soave croco e d’eterno amaranto o nei bei fiori della viola bianca, affinché, come il narciso o il giacinto, il tempo futuro possa avere per sempre anche un tuo fiore>>.

L’attività dell’ANFI nazionale e in particolare della Sezione di Cagliari ha avuto alti e bassi, momenti oscuri e difficili e momenti esaltanti, ma è stata un’attività ben più ampia e variegata, anche di tipo ricreativo come per carnevale a Mamoiada o a Bosa; i corsi di enogastronomia; soprattutto il volontariato, la programmazione culturale, la solidarietà sociale, l’impegno in campo sanitario, la didattica come l’insegnamento ai cittadini contro le truffe. E poi i corsi di alfabetizzazione informatica. Ma anche le iniziative per Monumenti Aperti con migliaia di visitatori, alla Cripta di San Domenico oppure per la poco nota chiesa sotterranea che ha conservato il corpo di Sant’Agostino fino al 721 d.C., arrivato da Ippona tra Vandali e Arabi. Inoltre l’impegno per Scuola Sicura, la generosa messa a disposizione della società civile di conoscenze e competenze acquisite durante una vita professionale feconda. Attività che hanno visto i soci quotarsi generosamente per contribuire ad assistere i terremotati, gli ammalati, i profughi, gli alluvionati. Dunque, per usare le parole degli autori, l’ANFI di Cagliari aspira ad essere oggi <<un sodalizio moderno, attivo, costantemente diretto alla realizzazione delle finalità statutarie>>.

Lasciatemi entrare in particolare nel campo culturale, con le ricerche sulle emergenze naturalistiche e montane della Sardegna di Mirta Morandini, le torri costiere di Massimo Rassu e la sua storia dei giudicati; le Spigolature di vita vissuta del sottotenente Antonio Santucciu; le opere che hanno visto primo classificato in Italia lo scrittore Maresciallo Antonio Agus (verba volant, scripta manent) al concorso nazionale ANFI concluso a Roma nel 2009. Il volume sui Patriarchi Cantadoris Campidanesi del Maresciallo Maggiore Antonio Madeddu, con questo legame identitario con la poesia in lingua sarda e il vivo ricordo del poeta Giuseppino Madeddu. I poeti, come il sensibile maresciallo capo Ottavio Pistis, scomparso un anno e mezzo fa, di cui ho apprezzato molto la poesia Arregordus de is tempus andaus, con il ricordo struggente di una giovinezza povera ma vigorosa e felice, alla ricerca dell’anima gemella, quando si pensava solo ad amoreggiare con le ragazze sui monti della frontiera.

Ho saputo a suo tempo della presentazione del volume del Maggiore Gerardo Severino sul Finanziere Salvatore Corrias presso il Comune di S. Nicolò Gerrei. Lasciatemi citare ancora il nome del Maresciallo Maggiore Cav. Giuseppe Lai, alfiere della Sezione fino al 1976, insignito di uno straordinario riconoscimento da parte del Comitato di Liberazione Nazionale di Alpignano in Piemonte il 3 luglio 1945 <<per aver collaborato con le forze insurrezionali nella causa della liberazione della Patria dall’oppressione fascista e tedesca>>. O il brigadiere Angelino Unali, testimone del proditorio assalto alla caserma di Trieste da parte dei partigiani slavi e del massacro dei circa cento finanzieri infoibatti a Basovizza sul Carso, premiato l’anno scorso dal Presidente Nazionale ANFI in occasione della giornata del ricordo. Altri nomi andrebbero oggi scanditi con riconoscenza,

Questo volume racconta anche una storia di attaccamento dei soci dell’ANFI alle Fiamme Gialle in servizio, di collaborazione con la Legione e poi col Comando Regionale, la partecipazione alle cerimonie del Comando Zona Sarda, del Nucleo di Polizia Tributaria Regionale, alla Festa del Corpo. Con onore, sacrificio, spirito di servizio.

I diplomi, gli attestati di benemerenza, le medaglie al merito testimoniano l’impegno diffuso dei soci e i risultati raggiunti dai finanzieri in congedo di Cagliari. Sono in particolare elencati molti soci ordinari (oltre trenta) dediti generosamente alla Sezione in attività di proselitismo, organizzative e promozionali, sempre nell’ambito del più apprezzabile volontariato, sulla base delle competenze, degli interessi, delle capacità di ciascuno. E poi vengono segnalati in questo volume altri nove soci ordinari per le attività esercitate al di fuori della Sezione, come il celebre Raimondo Nateri, sportivo e vicepresidente vicario de Comitato Regionale Sardo della Federazione Italiana Tennis. Infine i soci simpatizzanti, come l’avv. Andrea Pettinau o la dott.ssa Marina Elvira Calderone, della quale ho appezzato il curriculum davvero internazionale; i soci onorari, i soci benemeriti come il Maresciallo Maggiore Antonio Zuffi generosamente impegnato sul piano assistenziale e sanitario in Perù e la dott.ssa Margherita Sulas dottore di ricerca in Storia moderna e contemporanea, premiata cinque anni fa a seguito della proposta del Generale Luciano Luciani Presidente del Museo storico della Guardia di Finanza, scomparso proprio in queste settimane con nostro grande dolore.

Chiudendo questo libro, leggendo le ultime poesie e le motivazioni che hanno mosso gli autori a ricordare e descrivere la grande famiglia allargata dei finanzieri in congedo, credo che rimanga il sapore dolce di un profondo legame che affonda in tempi lontani e che continua ancora. Sempre con la voglia di riconoscersi e riconoscere, di continuare una strada che appare davvero di tutti.

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Ultimo aggiornamento Domenica 19 Marzo 2017 11:27

Multa venientis aevi populus ignota nobis sciet
multa saeculis tunc futuris,
cum memoria nostra exoleverit, reservantur:
pusilla res mundus est,
nisi in illo quod quaerat omnis mundus habeat.


Seneca, Questioni naturali , VII, 30, 5

Molte cose che noi ignoriamo saranno conosciute dalla generazione futura;
molte cose sono riservate a generazioni ancora più lontane nel tempo,
quando di noi anche il ricordo sarà svanito:
il mondo sarebbe una ben piccola cosa,
se l'umanità non vi trovasse materia per fare ricerche.

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