Lettera del Rettore ai Consiglieri Regionali della Sardegna.

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Scritto da AM | 17 Febbraio 2010

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Lettera del Rettore ai Consiglieri Regionali della Sardegna.

Caro Onorevole,

mi permetto di interpellarLa perché sento il dovere di fornire qualche informazione sulla Verifica amministrativo-contabile condotta tra i mesi di aprile e di luglio dello scorso anno presso l’Università di Sassari da un Ispettore del Ministero dell’Economia e delle Finanze: i risultati (depositati qualche settimana fa) hanno suscitato grande clamore sulla stampa locale, con echi all’interno dello stesso Consiglio Regionale.
La verifica solleva alcuni quesiti e formula, in ordine ad alcune procedure amministrative, ipotesi di inefficienze e irregolarità che abbiamo provveduto a verificare, esaminando tutti gli aspetti evidenziati, a partire dal mio ingresso come Rettore avvenuto il I novembre. Va subito precisato che non risultano segnalati problemi che abbiano rilevanza penale. A tali quesiti il nuovo direttore amministrativo, dott. Guido Croci, i dirigenti e i capi ufficio stanno rispondendo con un’articolata relazione nella quale si rettificano alcune inesattezze e per tanti aspetti si propongono altre chiavi di lettura che spiegano in maniera esaustiva l’operato dell’istituzione universitaria. Ho dato disposizioni perché non si coprano eventuali responsabilità personali ma anzi si individuino le criticità sulle quali è necessario accendere i riflettori e fare chiarezza.
Sono convinto che l’Ateneo è essenzialmente e complessivamente sano, composto da uomini e donne animati da passione civile e motivazioni alte: al centro del nostro impegno abbiamo posto i principi della trasparenza, del rigore, della serietà professionale, dell’imparzialità dell’azione amministrativa, del merito, della promozione culturale e sociale per tutti i meritevoli, dell’internazionalizzazione partendo dall’identità plurale dell’Europa e del Mediterraneo.
La campagna di stampa, come si è visto nei giorni scorsi, rischia di gettare discredito e di penalizzare l’Ateneo che ci è stato affidato, con le sue radici storiche e con i suoi Dipartimenti, le sue Facoltà, i suoi Laboratori, i Centri di eccellenza nella ricerca, impegnati attivamente all’interno di reti internazionali. Vorremmo si parlasse di più delle eccellenze nel campo del sapere e della ricerca scientifica e umanistica; del lavoro dei tantissimi docenti e ricercatori che sacrificano tutto il loro tempo nei laboratori e nelle biblioteche; dei prestigiosi riconoscimenti ottenuti all’estero. Vogliamo iniziare una rivoluzione copernicana positiva, facendo conoscere le nostre eccellenze, sponsorizzandole, dando l’occasione di farle conoscere nella regione, in Italia e all’estero. Dobbiamo comunicare le tante partnership con altri enti di ricerca italiani e stranieri, enumerando le collaborazioni con le università più prestigiose del mondo, sottolineando la presenza di tanti colleghi stranieri da noi invitati a partecipare alle nostre ricerche.
È proprio per questo lavoro di base, assolutamente sconosciuto ai più, che alcuni mesi orsono l’Università di Sassari si era classificata al primo posto in Italia tra i medi atenei per i servizi agli studenti (con un’ottima valutazione del CENSIS per il numero di borse, le strutture ed il sito web). Ottimi erano stati i piazzamenti di alcune facoltà fra le quali Architettura che, ad esempio, si è classificata al primo posto in Italia.
L’Ateneo è stato recentemente penalizzato dal taglio del Fondo di Funzionamento Ordinario deciso dal Governo, che ha colpito quasi tutte le Università del Mezzogiorno e delle isole: una massa imponente di risorse, circa 500 milioni, è stata trasferita verso le Università del Nord Italia, sulla base di indicatori misurati sulla spendibilità del titolo di studio nel mercato del lavoro, senza tener conto dei condizionamenti specifici dovuti all’insularità, alla fragilità del tessuto produttivo in Sardegna, al calo demografico e agli svantaggi con i quali le Università isolane si confrontano nella competizione internazionale. Noi operiamo in una regione che presenta difficoltà specifiche legate all’isolamento delle zone interne, ai ritardi nella realizzazione di reti di comunicazione, ai bassi livelli di investimenti nella ricerca, alla debolezza del tessuto produttivo. La conseguenza è – nelle Università - il blocco dell’avvicendamento del personale, il ridimensionamento degli organici e delle risorse destinate ai servizi agli studenti, la nascita di opere incompiute.
Viceversa la Regione Autonoma della Sardegna ha notevolmente allargato il suo impegno nei confronti delle Università e chiede ora - giustamente - una puntuale informazione sugli obiettivi, le priorità, gli strumenti, con una rendicontazione ed una valutazione dei risultati effettivamente raggiunti. Non sprecheremo un solo euro che ci sarà affidato. Da questo punto di vista riconosciamo alla Regione il merito di avere offerto una grande attenzione alla educazione, alla formazione universitaria e alla ricerca. Sono state stanziate risorse per consentire alle Università di aprirsi verso l’esterno (attraverso i visiting professors), per far andare i nostri giovani nel mondo con una prospettiva di ritorno finanziata (l’Erasmus, il master and back, il rientro dei cervelli), per sostenere le scuole di dottorato, per alimentare gli assegni di ricerca, le borse dei giovani ricercatori, i programmi di ricerca regionali.
Sappiamo di avere nei confronti di tutti i cittadini sardi una responsabilità conseguente: perciò l’Università di Sassari è disposta ad impegnarsi per un sistema di valutazione premiante, rigoroso, trasparente, condiviso, coerente, virtuoso, corroborato da un forte codice etico capace di innestare comportamenti positivi.
Proprio in questo contesto intendiamo difendere l’Università pubblica e sostenere politiche di sviluppo, convinti come siamo che accanto all’alta formazione ed alla ricerca scientifica l’Ateneo ha una terza missione da affrontare, quella del servizio a favore del territorio, sul piano tecnologico, sanitario, economico, sociale e culturale, che deve convergere in un’azione unitaria anche con il Sistema regionale di programmazione e sviluppo. In Sardegna - più che altrove - l’Università è il motore dello sviluppo e le nostre Facoltà possono veramente diventare un elemento di forza sul quale costruire un futuro diverso.
L’Ateneo intende crescere, trovando una dimensione nuova, più internazionale ed aperta e sa di dover fare la sua parte per dare un contributo di idee per aiutare la Sardegna ad affrontare la crisi che stiamo attraversando.
Chiediamo di avere al nostro fianco la società civile, coloro che esercitano un dovere fondamentale, quello dell’esercizio dello spirito critico, che stimoli, pungoli e incalzi gli amministratori pubblici. E questo al fine di costruire una società più giusta ed a misura d’uomo. Obbligati a competere sul piano nazionale, siamo ora concentrati verso una sfida nuova e senza precedenti. Il compito dell’Università è cruciale per orientare le politiche di sviluppo dell’Isola valorizzando l’identità locale e contribuendo alla crescita delle strutture produttive nella nuova economia della conoscenza: si deve arrivare alla nascita di un sistema regionale integrato in sinergia con l’Università di Cagliari, con un modello di università a rete aperta ad una dimensione internazionale. Occorre promuovere un confronto con le Istituzioni per definire strategie di sviluppo dell’Università e del territorio, basate sulla convergenza della programmazione. Sono necessari forti investimenti per un’adeguata dotazione infrastrutturale, la definizione di meccanismi competitivi ed un ripensamento delle modalità organizzative.
Sono sicuro che Lei vorrà aiutarci a risolvere alcuni problemi sui quali abbiamo necessità di trovare il sostegno e l’attenzione dell’Amministrazione Regionale, a partire dall’esigenza prioritaria di chiudere alcune incompiute e programmare alcuni interventi urgenti. Sono a Sua disposizione per fornire tutte le informazioni sulla programmazione strategica del nostro Ateneo e per costruire insieme il futuro della nostra Università.
Con stima e viva simpatia.
Sassari 15 febbraio 2009.

Attilio Mastino
Ultimo aggiornamento Martedì 11 Maggio 2010 20:38

Multa venientis aevi populus ignota nobis sciet
multa saeculis tunc futuris,
cum memoria nostra exoleverit, reservantur:
pusilla res mundus est,
nisi in illo quod quaerat omnis mundus habeat.


Seneca, Questioni naturali , VII, 30, 5

Molte cose che noi ignoriamo saranno conosciute dalla generazione futura;
molte cose sono riservate a generazioni ancora più lontane nel tempo,
quando di noi anche il ricordo sarà svanito:
il mondo sarebbe una ben piccola cosa,
se l'umanità non vi trovasse materia per fare ricerche.

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