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Scritto da Administrator | 18 Dicembre 2012

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Attilio Mastino (Sassari)
Constitutio antoniniana: la politica della cittadinanza di un imperatore africano
Roma 17 dicembre 2012
Convegno “La cittadinanza, MDCCC Anniversario della Constitutio Antoniniana

A milleottocento anni di distanza dalla emanazione, la Constitutio antoniniana de civitate continua ad essere un tema storico giuridico di grandissima rilevanza: anche se ci pare di conoscere quasi ogni dettaglio, in realtà il provvedimento imperiale di Antonino Magno, alias Lucio Settimio Bassiano alias Caracalla si caratterizza quasi per un’aura di mistero che noi storici e giuristi non riusciamo a disvelare, perché ancora oggi è davvero difficile tracciare un quadro complessivo degli effetti concreti della portata del provvedimento, forse ispirato dal grande Settimio Severo. Si discute se si sia trattato di una norma che metteva ordine in una situazione eterogenea di accesso alla cittadinanza, o se piuttosto rispondesse alle esigenze di rimpinguare le casse imperiali con l’imposizione della tassazione al maggior numero di cittadini possibile.

Oggi celebriamo questa ricorrenza qui in Campidoglio presso il tabularium, il più antico edificio arrivato fino a noi della Roma repubblicana e più precisamente dalla dittatura legibus scribundis di Silla, per quanto la dedica sia stata effettuata due anni dopo, hoc solum felicitati eius negatum.

Veniamo ai fatti così come ce li presentano gli autori che vissero ed ebbero contatti con la corte severiana, Cassio Dione ad esempio e successivamente gli autori di epoca tardo-antica e cristiana che offrono una lettura meno materialistica e con maggiori accenti ecumenici dell’editto de civitate.

Ultimo aggiornamento Martedì 18 Dicembre 2012 18:47

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Scritto da Administrator | 05 Novembre 2012

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Inaugurazione del 451° Anno Accademico, Sassari, 9 novembre 2012
Relazione del Rettore prof. Attilio Mastino
Bilancio di mandato 2009-2012

Senza l’Università non c’è futuro per la Sardegna e per il Paese

Luciano di Samosata nella sua arguta opera Come si deve scrivere la storia (che non dimostra i suoi duemila anni) racconta con un po’ di riprovazione e di aristocratico distacco la celebre pazzia degli abitanti di Abdera, una città della Tracia: <Andromeda di Euripide, dapprincipio tutti in massa presero la febbre, forte e persistente; poi, intorno al settimo giorno, alcuni versarono abbondante sangue dal naso, altri si coprirono di sudore, che li liberò dalla febbre. Ridussero però le loro menti in uno stato pietoso.

Tutti infatti deliravano per la tragedia, facevano risuonare giambi e levavano alte grida. E la città era piena di questi tragedi del settimo giorno, pallidi e smagriti, che a gran voce urlavano dei versi. E questo per molto tempo, fino a quando l’inverno sopraggiunto con gran freddo li fece cessare dal loro impazzimento>>.

Il morbo abderitico fu una sorta di epidemia artistica, che colpì tutti i cittadini fino a quando non cambiò il vento. Non vi sembri offensivo se ho pensato di collegare questo morbo con l’improvvisa passione e l’entusiasmo che negli ultimi mesi ha travolto i professori universitari, i ricercatori e persino gli studenti, tutti assieme oggi come ipnotizzati e affaccendati nell’attuazione della Grande Riforma, seguendo la moda della Valutazione, della Meritocrazia, della Produttività aziendale, del Risultato, della Competizione fondata sulle molto zoppicanti ed eterogenee mediane, delle nuove rigide Regole che stabiliscono le Premialità.

Ultimo aggiornamento Giovedì 23 Maggio 2013 09:21

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Scritto da Administrator | 22 Ottobre 2012


Seminario Cooperazione Civile Militare in Afghanistan
Esperienze dell’Università di Sassari e della Brigata Sassari

Mercoledì 6 giugno 2012. Ore 9. Aula Magna dell’Ateneo
Piazza Università 21, Sassari

Apertura dei lavori e saluti

ATTILIO MASTINO

Magnifico Rettore Università di Sassari

Desidero dire due parole con grande affetto, con grande amicizia, ai militari rientrati recentemente dall’Afghanistan e in particolare al nostro carissimo generale Luciano Portolano.

Voglio ricordare l’emozione  vera che abbiamo provato in piazza Italia qualche settimana fa in occasione della cerimonia che ha accompagnato il rientro della Brigata Sassari, dopo questo periodo operativo particolarmente difficile e gravoso in Afghanistan. E devo dire che abbiamo sentito tutti l’entusiasmo di chi rientrava dopo aver portato a termine una missione impegnativa, di chi era convinto di aver svolto fino in fondo -  come lo siamo tutti - il proprio dovere in Afghanistan per aiutare la popolazione civile a ritornare ad un periodo di tranquillità e di pace, ma soprattutto di chi sa di aver servito la propria patria con l’onore e con il rispetto soprattutto manifestato da parte dei soldati di tante altre nazionalità impegnati in quel campo.

E nelle parole, in particolare, del Presidente della regione on.le Ugo Cappellacci abbiamo sentito l’emozione forte, la simpatia, il legame che lo unisce con i militari che ha visto all’opera in Afghanistan.

Noi abbiamo voluto questo seminario, promosso dal professor Sergio Vacca, del Dipartimento di Scienze della Natura e del Territorio, che volevo ringraziare in apertura, per l’impegno e per l’attenzione che ha manifestato per questo tema non soltanto oggi ma anche più ancora negli anni precedenti.

Ultimo aggiornamento Giovedì 23 Maggio 2013 09:19

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Scritto da Administrator | 16 Settembre 2012

San Sperate di Attilio Mastino.

La lunga primavera di San Sperate è iniziata quaranta anni fa, nel 1968, all’indomani del viaggio di Pinuccio Sciola in Spagna e poi nella Parigi sconvolta dal vento della contestazione del maggio studentesco e poi in Messico, alla ricerca di una dimensione mitica immaginata e desiderata a lungo: con questo volume curato da Ottavio Olita siamo condotti per mano attraverso le interviste dei tanti protagonisti di allora a riscoprire le ragioni per le quali il paese contadino del Campidano è uscito da un sonno millenario, quando i suoi abitanti tutti all’improvviso si sono appassionati di arte, hanno scelto la rivoluzione del sorriso, hanno compiuto un percorso culturale che è stato anche un’esperienza collettiva che possiamo riconoscere ormai entrata nella storia della Sardegna.

Le immagini in bianco e nero di Nanni Pes raccontano più delle parole con una profondità di campo che impressiona, fanno rivivere i tempi lontani del grigio paese di fango dall’aspetto spettrale che all’improvviso è diventato candido, ha riscoperto i colori, le figure, le emozioni, ha condiviso la passione, le curiosità, i desideri di un ragazzo come tanti, chiamato a guidare tutta la sua gente, che non è rimasta a guardare ma si è fatta incantare e quasi sedurre, ha vissuto e sofferto quasi una malattia o meglio un’epidemia.

Ultimo aggiornamento Giovedì 23 Maggio 2013 09:12

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13 Settembre 2012

Saluto del Rettore dell'Università di Sassari alla
III Conferenza regionale su ricerca e innovazione
Cagliari, 14 settembre 2012.

Cari amici,

porto il cordialissimo saluto dei ricercatori, del personale e degli studenti della Università di Sassari, a questa III Conferenza regionale per la ricerca e la innovazione voluta dal Vice Presidente Giorgio La Spisa.  Due giornate che si stanno concentrando intorno alle sfide in atto, alle nuove politiche regionali di fronte alla strategia europea Horizon 2020, al capitale umano, alla formazione dei giovani anche attraverso le summer school, all'internazionalizzazione, alla valutazione, al trasferimento tecnologico, alla innovazione come prezioso strumento di competitività del territorio in Sardegna e nel Mezzogiorno nei tempi della crisi globale.

Quello di oggi  è un evento con contenuti non scontrati, un fatto nuovo, una occasione che testimonia la complessità dei problemi, delle questioni che noi abbiamo di fronte e con le quali giorno per giorno dobbiamo confrontarci. Non posso non apprezzare le sessioni tematiche dedicate ai Beni culturali tra innovazione e valorizzazione e alla Radioastronomia in Sardegna, all'indomani dell'assegnazione del premio Navicella di Castelsardo a Simona Murgia, professore associato di astrofisica all'Università di Stanford.

Ultimo aggiornamento Domenica 16 Settembre 2012 20:54

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Multa venientis aevi populus ignota nobis sciet
multa saeculis tunc futuris,
cum memoria nostra exoleverit, reservantur:
pusilla res mundus est,
nisi in illo quod quaerat omnis mundus habeat.


Seneca, Questioni naturali , VII, 30, 5

Molte cose che noi ignoriamo saranno conosciute dalla generazione futura;
molte cose sono riservate a generazioni ancora più lontane nel tempo,
quando di noi anche il ricordo sarà svanito:
il mondo sarebbe una ben piccola cosa,
se l'umanità non vi trovasse materia per fare ricerche.

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