Attilio Mastino

Notizie - Archivio
25 Settembre 2011

Invito alla Gente di Sardegna al convegno:

NUR: dal passato il futuro

tra visioni e “mal di Sardegna”

che si terrà a Siligo (SS) sabato 1 ottobre 2011 alle ore 17.30 presso il Centro di Aggregazione Sociale  in Piazza Maria Carta.

 

Ultimo aggiornamento Lunedì 26 Settembre 2011 14:46 Leggi tutto...
 

Notizie - Archivio
Scritto da Administrator | 07 Ottobre 2011

Valutazione attuale: / 2
ScarsoOttimo 

CONVEGNO NUOVE ALLEANZE. DIRITTO ED ECONOMIA PER LA CULTURA E L’ ARTE
NUORO 14-15 ottobre 2011

ATTILIO MASTINO

LEGISLAZIONE NAZIONALE E LEGISLAZIONE REGIONALE DELLA SARDEGNA. IL CASO DEI MUSEI: UN’OCCASIONE (PERDUTA?) PER LO SVILUPPO ECONOMICO?

Gli Atenei della Sardegna, quello di Cagliari e il nostro di Sassari, partecipano da decenni al processo di alta formazione degli operatori dei Beni Culturali.

Attualmente l’ Università di Sassari  così come l’Università di Cagliari propongono nei rispettivi Manifesti degli Studi  un corso di Laurea Triennale in Scienze dei Beni Culturali e un corso di Laurea Magistrale in Archeologia.

Si aggiungano le Scuole di Specializzazione in Beni Culturali dei Due Atenei sardi, il cui Diploma è indispensabile per la partecipazione ai concorsi statali, regionali e degli Enti Locali per le professioni culturali.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 22 Maggio 2013 14:57 Leggi tutto...

Notizie - Archivio
Scritto da Administrator | 14 Settembre 2011

Asuncion, 19 settembre 2011, El Cabildo.
Attilio Mastino, Rettore dell’Università di Sassari
El uso politico de la Historia romana (después de Maquiavelo)

1. La secessione della plebe al Monte Sacro nella lettura di Simón Bolivar

Tito Livio, parlando della secessione della Plebe a Roma sul Monte Sacro 2500 anni fa di fronte alle violenze del patriziato, racconta come Menenio Agrippa fosse riuscito a placare l’ira della Plebe raccontando un apologo col primitivo e rozzo modo di parlare di quell’epoca lontana, prisco illo dicendi et horrido modo: nel tempo in cui nell’uomo le membra non erano tutte in piena armonia, come ora, ma ogni membro aveva una sua facoltà di parlare e di pensare, le altre parti del corpo fecero una congiura contro il ventre, decidendo che le mani non portassero il cibo alla bocca, la bocca non lo ricevesse, i denti non lo masticassero. Ridussero così il corpo intero ad un’estrema consunzione, totum corpus ad extremam tabem venisse: era un modo rozzo ma efficace per indicare che tutte le componenti di una società sono ugualmente necessarie e solidali.

Sono stati recentemente celebrati a Roma i 2500 anni dalla secessione della plebe al Monte Sacro e dalla nascita del potere negativo dei tribuni della plebe, proprio a margine dell’episodio di Menenio Agrippa. Come è noto, ripensando alle radici romane della Res Publica, riflettendo sui rapporto tra Populus e singolo Civis, due concetti riletti durante la rivoluzione francese dai giacobini, in particolare da Robespierre sulle tracce di Rousseau, il 15 agosto 1805 a Roma sul Monte Sacro Simón Bolivar pronunciò un solenne giuramento che rinnovava l’impegno dei rivoluzionari per la libertà della grande patria iberoamericana. Nella lettera di Simón Bolivar a Simón Rodríguez del 19 gennaio 1824 il Libertador  parlava di un juramento profético pronunciato in quella <>.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 22 Maggio 2013 14:52 Leggi tutto...

Notizie - Archivio
Scritto da Administrator | 14 Settembre 2011

Attilio Mastino, Rettore Università degli Studi di Sassari
II Conferenza regionale per la ricerca e l’innovazione
Cagliari, 13 settembre 2011

Multa venientis aevi populus ignota nobis sciet;
multa saeculis tunc futuris,
cum memoria nostra exoleverit, reservantur:

pusilla res mundus est, nisi in illo quod quaerat omnis mundus habeat.

Molte cose che noi ignoriamo saranno conosciute dalla generazione futura;
molte cose sono riservate a generazioni ancora più lontane nel tempo,
quando di noi anche il ricordo sarà svanito:
il mondo sarebbe una ben piccola cosa se l’umanità non vi trovasse materia per fare ricerche.

Seneca, Questioni naturali, VII,30,5


Porto il cordialissimo saluto dei ricercatori, del personale e degli studenti della Università di Sassari, a questa II Conferenza regionale per la ricerca e la innovazione voluta dall’Assessore Giorgio La Spisa, dopo quella dell’anno scorso. Due giornate che si stanno concentrando intorno al tema delle sfide in atto, alle nuove politiche regionali, al capitale umano, alla formazione dei giovani, all'internazionalizzazione, alla valutazione, alle piattaforme tecnologiche, alla innovazione in Sardegna e nel Mezzogiorno: un evento con contenuti non scontrati, un fatto nuovo, una occasione che testimonia la complessità dei problemi, delle questioni che noi abbiamo di fronte e con le quali giorno per giorno dobbiamo confrontarci.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 22 Maggio 2013 14:49 Leggi tutto...

Notizie - Archivio
09 Settembre 2011

Tata Carboni, A piedi scalzi

di Attilio Mastino

A piedi scalzi non è semplicemente un romanzo singolare, ma è molto di più, un lungo saggio – scritto in parte in italiano ed in parte in sardo – che tenta di ricostruire nei particolari più minuti, con grande tenerezza, la vita di tutti i giorni, i rapporti all’interno di una famiglia poverissima, che vive nel quartiere medievale di Bosa, a “Sa Costa”, negli anni a cavallo dell’ultima guerra.

Un’opera come questa è l’espressione di quattro generazioni successive, di quattro donne forti, che hanno saputo trasmettere l’una all’altra valori e sentimenti: la nonna Veronica, la madre Peppina e la piccola Tetta “masciu”, protagonista quest’ultima di una storia straordinaria e commovente, piena di sorprese e di colpi di scena; ma anche Tata Carboni, ultima discendente di questa famiglia ed autrice alla sua opera prima: attraverso i ricordi della madre, ha saputo raccontare in modo impareggiabile e con delicatezza la fatica delle donne, il lavoro dei conciatori, la mietitura, i momenti di festa, i giochi infantili, i canti, la devozione popolare, la povertà, l’emigrazione, il dramma della fame e della guerra.

Ne scaturisce un affresco a tutto campo, che va ben oltre le tradizionali immagini patinate della valle del Temo: il paesaggio amato, il fiume, il castello, la marina rimangono sullo sfondo di una storia talvolta anche molto ruvida, che racconta l’infanzia difficile e l’educazione di una bambina che vive in un mondo ristretto ed arretrato, ma non infelice. Una storia inusuale, sul filo dei ricordi più struggenti, attraverso una prospettiva inattesa, che ci porta all’interno di una comunità mite ed indifesa, vista con gli occhi scanzonati di una bambina di otto anni, erede di una saggezza antica; ambientata in una città in cui le divisioni sociali erano cristallizzate da secoli e testimoniate anche dalla topografia urbana. E poi questo rapporto singolare con la nonna Veronica, una donna rude e forte, ma che si scopre generosa, fino al sacrificio di sé: la sua morte segna per la protagonista il passaggio dall’infanzia all’età adulta, in un momento in cui anche la città, chiusa da sempre su sé stessa, con i suoi miti e con le sue tradizioni, si apre ad un mondo nuovo, verso orizzonti più sereni.

Ultimo aggiornamento Venerdì 09 Settembre 2011 11:23

Pagina 47 di 55

Multa venientis aevi populus ignota nobis sciet
multa saeculis tunc futuris,
cum memoria nostra exoleverit, reservantur:
pusilla res mundus est,
nisi in illo quod quaerat omnis mundus habeat.


Seneca, Questioni naturali , VII, 30, 5

Molte cose che noi ignoriamo saranno conosciute dalla generazione futura;
molte cose sono riservate a generazioni ancora più lontane nel tempo,
quando di noi anche il ricordo sarà svanito:
il mondo sarebbe una ben piccola cosa,
se l'umanità non vi trovasse materia per fare ricerche.

 20 visitatori online