Ricordo di Gabriella Mondardini Morelli.

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Scritto da Administrator | 02 Aprile 2015

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Ricordo di Gabriella Mondardini Morelli
International Inner Wheel – Club Porto Torres, 7 aprile 2015

Il 18 agosto 2014, quando ero ancora Rettore, avevo annunciato con dolore a tutti i colleghi dell’Ateneo la scomparsa di Gabriella Mondardini, che poi avevamo ricordato un mese dopo a Stintino in occasione degli incontri stintinesi 2014 promossi dal Centro studi sulla civiltà del mare e per la valorizzazione del Golfo e del Parco dell’Asinara, per volontà di Salvatore Rubino ed Esmeralda Ughi.

Gabriella aveva raggiunto in pace la figlia Laura scomparsa a 47 anni il 22 febbraio di due anni fa, ricercatrice di “Genetica” nella Facoltà di Scienze Matematiche fisiche e naturali e poi nel Dipartimento di scienze della natura e del territorio, dove si era dedicata al tema della variabilità genetica in popolazioni umane e alla ricerca di varianti genetiche associate a malattie complesse.

Proprio per l’anniversario di Laura avevo incontrato per l’ultima volta Gabriella nella sala Filippo Canu di Porto Torres assieme a Gaetano ed ai ragazzi Francesca e Lorenzo, quando Assovela, l’associazione dei suoi amici di mare, aveva promosso assieme ad altri amici, enti e associazioni, una giornata per ricordare Laura e per presentare un libro di Gabriella. Anche Gabriella era presente a quell’incontro, un po’ in disparte, in terza fila, accarezzando i nipotini amati; si era emozionata molto e mi aveva confidato, quasi con curiosità e senso di mistero, ma anche con serenità, che avrebbe voluto sapere per quanti mesi ancora sarebbe riuscita a sopravvivere alla figlia. Mi aveva raccontato che era certa che non sarebbe riuscita a superare il dolore per la scomparsa di Laura, con la quale aveva sviluppato anche un lungo e fecondo rapporto culturale e scientifico. Eppure gli amici mi avevano confidato che negli ultimi mesi aveva iniziato a fare progetti per una collaborazione con tanti insegnanti di scuola media, riprendendo a vivere grazie all’amore per Vittorio e per tutti i suoi cari.

Poi però non ce l’aveva fatta davvero più e il 17 agosto ci lasciava anche lei. Grazie all’Inner Wheel, cara Presidente, per aver voluto l’incontro di oggi, per avermi chiamato a parlare e a ricordare, richiamando con questo incontro le passioni di Gabriella, l’amore per il mare le barche i pescatori, le sue curiosità, il gusto per la scoperta che sempre l’ha accompagnata. Ci manca sempre il suo sorriso e la sua amicizia, ma anche la sua capacità di investigare, di ricercare, di ottenere dei risultati scientifici, di esplorare una terra incognita alla quale si affacciava con umiltà, sempre piena di desideri.

Per stasera, sono riuscito a farmi riportare in Dipartimento a Palazzo Segni grazie alla straordinaria cortesia di Francesca Spanedda, non solo le due corpose cartelle conservate nell’Archivio storico dell’Università ma anche la cartella di studentessa presso il corso di laurea di Pedagogia, che inizia col diploma di maturità di abilitazione magistrale conseguito presso l’Istituto Magistrale San Francesco di Sales a Lugo in provincia di Ravenna nella sessione autunnale, il 26 settembre 1960, con un ritardo di sessione causato da motivi di salute. Dopo il trasferimento di Vittorio in Sardegna aveva iniziato ad insegnare presso le Elementari di Ottava, una scuola alla quale avrebbe poi dedicato uno studio scientifico voluto da Alberto Merler, che vi saluta tutti. Dopo la nascita di Laura il 27 gennaio 1967, si era iscritta presso il corso di laurea di Pedagogia della Facoltà di Magistero e si era laureata il 15 novembre 1973, come risulta dal verbale firmato da Massimo Pittau. Aveva discusso la sua impegnativa tesi con l’indimenticabile sociologo Gavino Musio che io stesso ho avevo avuto modo di conoscere nel settembre 1968 in un corso-seminario davvero entusiasmante, riservato ai migliori diplomati della Sardegna promosso dall’UNLA, che si era svolto presso l’Hotel Turas a Bosa, dunque a casa mia. Correlatore era stato il prof. Giovanni Serafino Taddei.

La laurea arrivava dopo un corso di studi brillantissimo, con 19 esami tutti con trenta e lode tranne un 29 in Pedagogia con Massimo Pittau e un 27 in inglese con Mario Manca.

Il titolo della tesi, che ho potuto sfogliare con emozione, è Antropologia dello sviluppo, adattamento tecnologico nella petrolchimica di Porto Torres di un campione di contadini di Sorso e di pescatori di Porto Torres: dunque gli ex contadini e gli ex pescatori che dovevano fare i conti con il duro lavoro in fabbrica, i nuovi orari di lavoro, le nuove aspettative affettive in famiglia, i consumi, il tempo che doveva misurarsi in un altro modo, i problemi tecnici e umani dell’insediamento industriale di Porto Torres, con un’accuratissima analisi di dati partendo da oltre trecento questionari distribuiti tra i contadini di Sorso, 200, tra i pescatori di Porto Torres, 73, ma con un confronto con una realtà che le era più familiare, Ravenna, dove aveva raccolto 30 questionari. L’attenzione si estendeva alle famiglie, alle donne, all’alimentazione.

Le altre due cartelle conservate nell’Archivio dell’Università consentono di ricostruire il suo curriculum scientifico, che inizia nella Facoltà di Magistero presso la cattedra di Igiene il I novembre 1974, esattamente un anno dopo la laurea, passa dall’anno successivo ad Antropologia culturale, la sua vera materia come assegnista, ma anche ad Antropologia sociale e a teoria della comunicazione, in alcuni laboratori scientifici, nella scuola media tra il 76 e l’82, poi come incaricata dal 1977, ricercatrice confermata per dieci anni dal I agosto 1980, professoressa associata per 11 anni dal 6 agosto 1990. Sono gli anni di Marcello Lelli e di Mario Aldo Toscano.

Infine per volontà di Giulio Angioni, che oggi ci fa l’onore di ricordarla con noi a Porto Torres, professoressa ordinaria in discipline demo antropologiche dal 22 dicembre 2004, fino al pensionamento il I novembre del 2011, spostandosi tra l’Istituto di scienze dell’educazione, l’Istituto di scienze geografiche, antropologiche e sociali e il Dipartimento di economia istituzioni e società a Magistero, dal 90 presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, nel corso di laurea di Pedagogia poi di Scienze dell’educazione e presso la Scuola di specializzazione per insegnanti. Ma aveva svolto supplenze dappertutto, anche presso il diploma universitario per infermieri nella Facoltà di Medicina e Chirurgia. Infine la Scuola del dottorato di ricerca, diretta da Tonino Fadda. La collaborazione con gli antropologi di Lettere, di Storia, scienze dell’uomo e della formazione, di Scienze Umanistiche e sociali, di Scienze Politiche. La presenza oggi di Antonietta Mazzette vuole ricordare oggi questi legami, testimoniati dalla presenza di Andrea Vargiu, Maria Antonietta Cocco, Franco Lai. Ma anche Romina Deriu così come Silvia Pigliaru si considerava un poco anche una sua allieva. Ancora la Scuola di specializzazione per insegnanti. Luciamo Cicu mi ha ricordato il periodo trascorso nel Consiglio di amministrazione dell’Università, le risorse che aveva ottenuto per l’ampliamento della Presidenza di Lettere in Via Zanfarino.

Aveva chiesto e ottenuto di mantenere la sua residenza fuori sede a Porto Torres in Via Gramsci, poi sul Lungomare 22 e poi in Via Sassari 59, dove poteva studiare l’attività dei carpentieri, dei maestri d’ascia e dei pescatori, seguire le mostre a questo Museo del porto, come a Stintino per le tonnare, sull’Asinara per il Parco Nazionale, a Castelsardo, a San Teodoro, ad Alghero, e venti anni fa a Bosa alle origini del futuro Museo del mare. Poi la casa di Sassari in Via Manno 11, con questo straordinario balcone interno, che sempre ci stupiva per uno spazio davvero originale, che ho pari pari copiato per la mia casa di Bosa.

Ci sono tanti suoi libri che ci sono cari, l’ultimo di pochi mesi fa intitolato Compagne di viaggio, le donne dei paesi di mare si raccontano, ma sono particolarmente legato al volume del 1995 I figli di Glaukos, temi e materiali di culture marinare, che è quello che mi sembra esprima meglio un legame, una passione, un’ammirazione quasi fisica per la gente di mare, per le barche, per i pescatori, per gli strumenti di pesca, per la nautica, per l’economia fondata sulla cultura e sulla produzione alieutica. Ma si era occupata anche di parchi, di donne, di saperi locali, di sanità al femminile come attorno al parto, nei villaggi e nelle città, ma anche lontano dalla Sardegna, come nel 2002 con il volume sull’antropologia della salute in Mozambico, di fronte al Madagascar.

Tra i tanti messaggi di condoglianze avevamo ricevuto quelli degli amici di Assovela, a firma di Lorenzo Nuvoli, che non avevano dimenticato quello che lei ha fatto per l’Associazione (oggi presieduta dal nostro carissimo Gian Paolo Davini), dove era riuscita a farmi entrare come socio onorario ma solo dopo che avevo faticosamente preso la patente nautica. Voglio però citare almeno il messaggio di un suo amico lontano, Luciano Caimi, dall’Università Cattolica di Sacro Cuore.

I suoi amici all’università erano davvero commossi e Paola Ruggeri e Anna Maria Piredda mi avevano giustamente ricordato che era nata a Sarsina, in provincia di Forlì, la patria di Plauto: ecco oggi vorrei ricordarla a voi tutti per questo suo carattere plautino, per la sua ironia, il suo sorriso, il suo scetticismo verso le piccole cose degli uomini, eppure con la sua fede nell’uomo, questo cosmo meraviglioso in cui fermamente credeva.

Ultimo aggiornamento Giovedì 02 Aprile 2015 20:16