Cerimonia degli auguri 2013

Stampa

Scritto da Administrator | 23 Dicembre 2013

Valutazione attuale: / 3
ScarsoOttimo 

Cerimonia degli auguri
Sassari, 23 dicembre 2013
Intervento del Rettore prof. Attilio Mastino

Cari amici,

la cerimonia degli auguri è l'occasione per fermarci per un momento, per ricollocarci nello spazio e nel tempo, per programmare il futuro che abbiamo di fronte.

Il mio compito è reso più semplice dal fatto che solo due mesi fa, in occasione dell'inaugurazione del 452° anno accademico, abbiamo presentato un bilancio dei risultati raggiunti, grazie all'impegno degli organi accademici, dei delegati, del personale tecnico, amministrativo, bibliotecario, dei nostri studenti. Tanti soggetti che ho avuto il privilegio di coordinare con passione ma anche con il senso di una comunità che cresce e affronta i suoi problemi con una maturità nuova.

Volgendoci indietro a guardare la strada percorsa, ci sembra di dover constatare che siamo riusciti a mobilitare tante forze nuove, tanti colleghi pieni di entusiasmo, di passione, di curiosità, tanti funzionari intelligenti e determinati; soprattutto tanti giovani. Lo dico con orgoglio, perché l’Ateneo è cambiato profondamente, ha recuperato ritardi storici, è diventato più aperto e più accogliente, è riuscito ad affrontare i problemi e a trovare soluzioni anche in un momento drammatico di crisi e di riduzione di risorse.

Nel prossimo anno lavoreremo fino all’ultimo giorno del mio mandato, convinti che la Sardegna merita di più, che tutti dobbiamo porci obiettivi più ambiziosi, che ci sono responsabilità specifiche degli intellettuali e del mondo universitario verso un’isola che da sempre aspetta un riscatto, merita di essere amata di più, ha necessità di una classe dirigente generosa e responsabile, che metta a frutto i talenti che ha ricevuto.

L'approvazione convinta del bilancio di previsione 2014 da parte del Senato e del Consiglio di amministrazione, avvenuta due giorni fa, gli emendamenti al nostro statuto e la discussione in corso sul piano di sviluppo del nostro Ateneo e sul piano della performance ci consentono di affrontare le nuove sfide con serenità, anche se rimane sullo sfondo la preoccupazione per la crisi che morde i bilanci delle famiglie in Sardegna e per i provvedimenti del Governo che progressivamente riducono le risorse per l'università, la scuola, la ricerca, i beni culturali. Ne abbiamo parlato nei giorni scorsi con il Ministro Maria Chiara Carrozza assieme ai Rettori del Mezzogiorno il 28 novembre e nella Conferenza dei Rettori il 12 dicembre, suggerendo nuovi indicatori sulla quota premiale dell’FFO e chiedendo di conoscere in anticipo gli obiettivi e i criteri di valutazione alla base del nuovo modello di finanziamento degli Atenei, che non può prescindere da un costante aggiornamento dei dati e da una misurazione del miglioramento avvenuto negli ultimi anni in sede locale. Soprattutto deve far convergere risorse finanziarie sostenibili e capacità di ricambio del personale docente e non docente misurata in punti organico.

Ci siamo attivamente confrontati con il Presidente della Regione e con gli assessori alla Pubblica Istruzione, alla Programmazione, alla Sanità, al Lavoro. Soprattutto abbiamo ottenuto dalla Commissione regionale bilancio l’impegno per una sostanziale revisione del bilancio regionale 2014 approvato dalla Giunta. Abbiamo raccolto la solidarietà della Corte dei Conti.

Vorrei davvero fugare con il mio intervento preoccupazioni e perplessità sul bilancio finanziario, sul consueto limite di fabbisogno e sulla capacità di spesa dell’ateneo, ingenerosamente manifestate nei giorni scorsi da alcuni spregiudicati interpreti: oggi 23 dicembre, all’indomani del pagamento delle tredicesime e delle indennità assistenziali a saldo degli ultimi due anni mi è facile dire che erano evidentemente infondati i fastidiosi rumores sullo stato di salute dell’Ateneo diffusi come ogni anno da quei pochi che non si preoccupano di difendere la realtà e l’immagine della loro università. Mi limiterò a dire che la malignità provoca certo sofferenza ma alla lunga non paga ed è sconfitta.

Noi abbiamo lavorato sodo, abbiamo raggiunto un equilibrio sostenibile, abbiamo ulteriori risorse che recupereremo dal FFO, dalla premialità ministeriale dalla Regione Sarda, dalla Fondazione Banco di Sardegna, dall'attività in conto terzi, dalla ricerca, dall'Accordo con PCR, dai fondi europei e ministeriali e da una equa attribuzione della contribuzione studentesca. Abbiamo preso l'impegno di spendere tutti i punti organico disponibili per consolidare le strutture dell'Ateneo, per avviare un meccanismo concorsuale di selezione-stabilizzazione dei precari, per dare loro una prospettiva di crescita e valorizzazione professionale, per chiamare tutti gli abilitati garantendo la progressione delle carriere, per bandire nuovi posti di ricercatore, per evitare che un'intera generazione di giovani studiosi venga schiacciata dalla crisi. Resisteremo, difenderemo la storia secolare del nostro Ateneo anche di fronte alla prossima applicazione della Spending Review, respingeremo progetti di fusione o di federazione con altri Atenei che non partano dalla difesa dell'identità storica. Sono allora da mettere da parte perché assolutamente ingiustificati i timori per la sopravvivenza del nostro Ateneo: nessuna norma ci obbliga a fonderci con Cagliari e l’accordo di federazione, se lo vorremo, sarà solo l’occasione per consolidare il sistema universitario sardo nel rispetto dell’autonomia storica dei due atenei.

Vorremmo che l'università riuscisse ad essere, come si è augurato a Cagliari Papa Bergoglio, luogo in cui si elabora la cultura della prossimità, la cultura della vicinanza; luogo di formazione alla solidarietà, in cui si vive la cultura del dialogo, che non livella indiscriminatamente differenze e pluralismi e neppure li estremizza, ma apre al confronto costruttivo. Vorremmo che l’intera isola contribuisse a sostenere e qualificare il sistema universitario sardo, definendo strategie di sviluppo e correzioni di rotta, perché dobbiamo rendere costantemente conto delle nostre azioni, dei benefici raggiunti, dei costi economici e sociali affrontati, dell’impatto della formazione sul mondo del lavoro, sulle imprese, sulla sanità.

In un quadro di forte cambiamento e competizione, il tema che continuiamo a porre come centrale è quello dell’offerta formativa che determina e contribuisce in modo fondamentale alla presenza del nostro Ateneo nel contesto regionale e in quello nazionale. Dobbiamo puntare a un forte rilancio delle iscrizioni dei giovani sardi all'Università, mettendo in campo politiche strategiche e chiari obiettivi capaci di eliminare confusione e demotivazione. Creare e diffondere un'immagine "amichevole", "giocosa" e "accattivante" dello studio, della ricerca e dei giovani nell'ambiente universitario. Avviare un' apposita "campagna" di promozione degli studi superiori e universitari in alleanza con le rappresentanze e con le associazioni studentesche degli studenti universitari e degli studenti medi. Spiegare tutte le opportunità che l'Università (e quella di Sassari in particolare) mette a loro disposizione con i suoi corsi, con le sue strutture, con le sue attività culturali e associative, con i suoi docenti, i suoi ricercatori e i suoi visiting, con l'eccezionale numero di "borse di studio e di tirocinio all'estero" che danno loro la possibilità di svolgere (con un sostanzioso supporto economico e didattico dell'Ateneo) diverse, qualificanti esperienze formative nei paese europei ed extra europei sia con i programmi Erasmus che con l'Ulisse.

I dati di analisi fanno emergere una riduzione delle iscrizioni, mentre reggono le immatricolazioni attorno ai 2000 studenti e si registra un crescente numero di studenti che scelgono come sede di studio atenei al di fuori della Sardegna. Dunque dobbiamo riuscire ad aumentare il numero dei diciannovenni sardi che si iscrivono all’Università, migliorare i servizi per accogliere più studenti provenienti da altre regioni e da altri paesi, dobbiamo produrre di più, firmare un contratto con i nostri allievi per aumentare gli studenti regolari, far crescere i crediti formativi registrati, innalzare il numero dei laureati.

Contestualmente, gli studenti stranieri che si iscrivono al nostro Ateneo sono ancora pochi per quanto siano in aumento gli studenti che scelgono Sassari per attività formative di breve medio periodo (Erasmus students). Dobbiamo lavorare per accrescere i flussi in entrata degli studenti stranieri che costituiscono una speciale ricchezza anche per il ruolo di stimolo che possono svolgere nel nostro ambiente di studio e nella nostra comunità

Le principali leve per introdurre questi cambiamenti sono collegate all’incentivazione e attrattività, alla logistica ed organizzazione, alla comunicazione (interna ed esterna), al placement post laurea e alla stipula di accordi per la organizzazione di corsi di laurea magistrale, di master e di dottorato congiunti.

Siamo certi che l’Ateneo con le sue forze può intraprendere azioni significative per migliorare questi ambiti solo se, a fronte del calo delle risorse statali, continueremo ad avere un supporto da parte delle istituzioni locali e regionali. Dunque è necessario rilanciare il rapporto con la Regione secondo le linee sottese dalla nota inviata al presidente della Commissione Bilancio del Consiglio Regionale Appare tuttavia importante riconsiderare la politica di relazione e collaborazione con le istituzioni facendo si che non si traduca in una più o meno articolata richiesta di risorse finanziarie ma risponda maggiormente alla definizione di strategie integrate e copartecipate che si indirizzino verso il raggiungimento di obiettivi comuni.

Ad esempio, quando l’Ateneo si impegna nell’incrementare il numero di studenti che frequentano i corsi di studio con piena soddisfazione, adotta un obiettivo che converge con le politiche regionali e nazionali e soprattutto con le indicazioni del nuovo programma settennale europeo dell’Horizon 2020 che ambisce ad aumentare il numero dei laureati. Se gli obiettivi sono convergenti, non sempre le azioni sono coerenti, perché la Regione ha spesso messo in campo strategie autonome, come a proposito degli assegni di merito che hanno fin qui premiato gli studenti che si iscrivono fuori della Sardegna. L’assegno di merito non è ancorato alla condizione economica familiare e pertanto incentiva gli studenti che, per il contesto familiare in cui sono cresciuti, sono normalmente più attrezzati per intraprendere e proseguire gli studi universitari. Allora, di fronte alla crisi, forse bisognerebbe capovolgere gli indirizzi e supportare maggiormente gli studenti che intendono svolgere gli studi nelle due sedi isolane. Vorremmo che la Regione iniziasse ad analizzare l’impatto negli anni che l’iniziativa (con copertura finanziaria rilevante) ha determinato sulle carriere degli studenti sardi.

Sarei più cauto nel valutare nuovi percorsi, quali la creazione di ITS, Istituti Tecnici Superiori scuole ad alta specializzazione tecnologica, nati per rispondere alla domanda delle imprese di nuove ed elevate competenze tecniche e tecnologiche. La partecipazione dell’Ateneo, insieme alla Regione allo sviluppo e trasformazione di istituzioni formative di questo tipo può forse determinare una presenza significativa di studenti motivati e attrezzati per il proseguo delle attività universitarie ad esempio in campo agro veterinario, economico commerciale, chimico farmaceutico ecc. E poi la formazione continua e la formazione degli adulti.

Un aspetto fondamentale è quello della qualità dei corsi impartiti, che non può solo riguardare la predisposizione del piano formativo ma deve spostarsi in modo rilevante sulla gestione, direi professionale, del percorso dello studente, sulle competenze acquisite, sulle prospettive lavorative per una didattica “cosciente”. Non vi è dubbio che nell’Ateneo ci sono dei docenti validissimi che trasmettono conoscenza, entusiasmo e passione. Spesso questi docenti sono gli stessi che si impegnano anche nelle altre missioni che caratterizzano le attività prevalenti del docente universitario (ricerca, assistenza sanitaria e terza missione). Nel contempo vi sono colleghi che concepiscono ancora una didattica da “somministrare” al discente senza preoccuparsi del livello di crescita consapevole che si dovrebbe promuovere, senza garantire una fase di accompagnamento che non può prescindere da una valutazione del risultato raggiunto. Abbiamo seriamente bisogno di tutti per crescere in questo ambito ma non si potranno ottenere risultati significativi senza fare di tutto affinché si affermi un nuovo approccio culturale nella categoria dei docenti e del personale, partendo dall’autovalutazione dei processi.

Dopo il percorso decennale del Processo di Bologna, la nascita di uno Spazio Europeo dell'Istruzione Superiore (EHEA: European Higer Education Area) ci porta nuove sfide ed obiettivi da raggiungere, sfide che in realtà abbiamo già iniziato ad affrontare anche secondo quanto indicato nel “General report of Student Participation in Higher Education Governance” del dicembre 2011.

In questi anni mi è sembrato che l’attenzione per lo studente sia maggiormente tradotta nel rispondere a singole richieste dello studente medesimo (numero di appelli, sconti di programma, dimagrimento dei carichi didattici) piuttosto che nel comunicare la valenza della formazione di qualità come strumento essenziale per la competizione che i tempi moderni richiedono. Anche in questo ambito abbiamo bisogno di riflettere e promuovere attività formative con aspetti di innovazione e che abbiano al loro interno contenuti e indirizzi che rispondano alle sfide attuali regionali, nazionali ed europee. In qualche caso la presenza di insegnamenti in lingua inglese (organizzati in "pacchetti" di 30-60 crediti per favorire l'acquisizione da parte degli studenti stranieri) potrebbe stimolare l’interesse per corsi di studio presenti a Sassari. Come anche è necessario garantire lo svolgimento di corsi lingua e cultura italiane per studenti stranieri soprattutto non comunitari. Grazie al personale segreterie studenti per quello che fanno, che sempre più vogliamo luoghi di accoglienza, ricchi di competenze diverse, capaci di dimostrare l’interesse di tutti a presentare le eccellenze che certamente esistono, a garantire una funzionalità e una efficienza che deve essere estesa.

Abbiamo quindi iniziato quel percorso che porta a ridefinire il ruolo degli studenti e delle associazioni studentesche all’interno dell’Università, dove gli studenti devono essere considerati membri a pieno titolo della comunità accademica in un processo continuo che permetta loro di dare un contributo concreto per la definizione delle questioni riguardanti la comunità accademica. È quindi importante affrontare e combattere la minaccia della percezione degli studenti come consumatori anziché come partner, poiché la partecipazione degli studenti migliora la “cittadinanza attiva” e rappresenta un indicatore della democrazia e della cultura del dialogo e rafforza quel concetto più volte espresso che studiare a Sassari è studiare in Europa. Dobbiamo aprire ad una nuova responsabilità e a un nuovo protagonismo degli studenti e delle loro associazioni nel miglioramento delle attività e delle performance dell'Ateneo (anche nella terza missione e nel rapporto con il territorio). Tenere aperte anche nella seconda metà della sera le aule e le strutture didattiche e di studio dell'Ateneo con le attività delle 150 ore o con eventuali attività volontarie delle associazioni. Avviare dei progetti di attività culturale che le associazioni studentesche possono svolgere all'interno degli spazi didattici negli orari non impegnati dalle lezioni (incontri , seminari, conferenze, musica, spettacoli).

In tutte le attività culturali, sportive e ricreative lavoreremo assieme alle associazioni studentesche impegnate in un programma di iniziative autogestite, che saranno concluse con la tradizionale festa degli universitari in piazza di Piazza Tola. E poi i Goliardi, l'Erasmus Student Network, l’Associazione dei Dottori di Ricerca, l’Associazione degli Alumni dei nostri Laureati, il CUS, il CRUS. La collaborazione con il Conservatorio di musica e l'Accademia di belle arti, con l’ERSU, per garantire nuovi servizi e tariffe agevolate, per rilanciare il servizio ambulatoriale agli studenti fuori sede, le attività culturali, divulgative e informative comuni. Soprattutto per rendere la realtà universitaria ancora più vivace, per estendere l’apertura serale delle biblioteche, per sostenere al nostro interno un dibattito democratico sul diritto allo studio, sul merito, sulle politiche sociali.

Diversi aspetti legati alla logistica andrebbero più curati dai corsi di studio e potrebbero incidere significativamente sul livello di attrattività e pubblicità positiva nei confronti dell’Ateneo. Accoglienza, semplificazione dei percorsi, agevolazioni ed eventuale definizione dei calendari delle attività didattiche in forma compattata dovrebbero essere tenute in considerazione e sperimentate quanto prima. Si deve tener conto dei giudizi negativi degli studenti.

Sul piano della comunicazione esterna dobbiamo saperci raccontare di più ed è urgente intraprendere alcune iniziative, come una presenza bilingue di tutte le informazioni relative all’Ateneo, dalla didattica, alla organizzazione complessiva, alla ricerca e cosi via. Tutte le nostre pagine che fanno capo ad Sito web dovrebbero avere le diverse bandierine, che facciano si che l’utente scelga il veicolo linguistico più congeniale.

Le attività formative presenti a Sassari (magari con una presenza significativa di insegnamenti in lingua inglese) devono poter essere presentate per via informatica presso consolati ed ambasciate, utilizzando l’indirizzario degli addetti culturali e degli addetti scientifici.

Anche nel campo della comunicazione interna è opportuno che vi sia una crescita. Mi sembra soprattutto che la velocità di trasmissione delle informazioni debba essere maggiore, così come la trasparenza debba essere sempre assicurata. A volte capita che le informazioni siano riferite a responsabili, direttori, componenti degli organi accademici e molto tardivamente arrivino a chi materialmente deve poi svolgere le azioni programmate.

Le prospettive occupazionali post laurea rappresenterebbero un driver motivazionale fenomenale per la partecipazione a corsi di studio del nostro Ateneo ma perché questo avvenga si debbono creare delle condizioni propedeutiche. I laureati che formiamo debbono rispondere alle esigenze e alle richieste del tessuto imprenditoriale presente, che poggia sulle basi delle vocazioni storiche o che può promuoversi sulla scia degli orientamenti indicati nelle programmazioni europee che dovrebbero rispondere alle ampie sfide globali. Il legame formativo tra le imprese e l’Università va incentivato e soprattutto precocemente offerto. Al contempo, i nostri laureati dovranno potersi confrontare con il contesto lavorativo europeo e in questo senso è auspicabile che una esperienza all'estero diventi parte integrante della carriera di ogni studente.

Bisogna sostenere la creazione di spin off, start up e forme di co-abitazioni tra imprese innovative e gruppi di ricerca. Ma in modo strategico e non in modo asincrono. Un esempio è Porto Conte Ricerche che pur avendo avuto una ripresa e crescita importante non appare strumento strategico dell’Ateneo ma finisce per essere un Ente Regionale che punta maggiormente ad una propria e individuale caratterizzazione tecnico scientifica e giusto accoglie nella casa dell’Università gruppi di ricerca universitari. Eppure dalle prossime settimane entrerà in vigore il nuovo accordo con Porto Conte Ricerche, che riconosce all’Ateneo un ritorno economico a favore della ricerca. Verrà liquidato il CORISA dopo quasi vent’anni di gestione straordinaria.

Abbiamo sviluppato politiche di orizzonte maggiormente ampio, alcune sembrano affacciarsi (vedi Matrica), con potenziali investitori più solidi. Ma dobbiamo assicurare una cabina di regia specifica e rispondere ad un disegno strategico generale e non ad un momentaneo interesse scientifico.

Non bisogna scordare inoltre che il nostro Ateneo sta svolgendo una attività di placement rilevante nella ricerca con i suoi oltre 400 dottorandi, oltre 300 assegnisti e quasi 70 ricercatori a tempo determinato, senza contare borsisti e specializzandi. Anche in questo caso, sarà opportuno riflettere su come meglio rendere produttiva questa platea rilevante di giovani ricercatori. Il problema dei giovani è enorme, bisogna rispondere questa emergenza in modo prioritario e in modo intelligente, anche al di là della sostenibilità. Dobbiamo avviare la stabilizzazione dei precari, varare un minimo di concorsi per il personale tecnico amministrativo finalizzati a dare una prospettiva (anche con le graduatorie degli idonei e con iniziative di qualificazione) ai molti validi giovani che hanno già superato impegnative selezioni e che stanno dando ottime prove nei moltissimi rapporti a tempo determinato tra breve non più rinnovabili. Programmare uno sforzo straordinario per presentare progetti speciali che possano attrarre finanziamenti europei nei quali possiamo valorizzare queste risorse.

Verificheremo l'efficienza delle sedi decentrate, a Olbia, a Nuoro, a Oristano, in collaborazione con i Consorzi e le istituzioni locali. Ad Alghero arriveremo alla liquidazione della Società consortile e stabilizzeremo il dipartimento di Architettura, design e urbanistica aperto verso la Catalogna e il Mediterraneo.

Sul piano della didattica, dobbiamo difendere l'accreditamento ministeriale di tutti i corsi di studio e di tutte le sedi recentemente ottenuto. Il recente alleggerimento dell’AVA da parte dell’ANVUR su richiesta del Ministro Carrozza non deve comportare un impegno inferiore.

Saranno esonerati dal pagamento della seconda e terza rata di immatricolazione gli studenti che hanno conseguito il diploma di maturità con lode e gli studenti regolari e in corso che conseguano il titolo finale con una votazione di 110 e lode entro la sessione estiva. Le Scuole di specializzazione, le Scuole di Dottorato e i Master arriveranno ad oltre 1500 iscritti, grazie alle numerose borse reperite presso la Regione Sarda, la Fondazione Banco di Sardegna, i Comuni, l'INPS.

Dopo l'esperienza del Tirocinio Formativo attivo per insegnanti, partiranno i Percorsi abilitanti speciali con il coinvolgimento di molti Istituti scolastici.

L’idea di orientamento delineata nello statuto è stata presentata nei giorni scorsi al convegno nazionale di Alma Laurea-Alma diploma. Emerge la necessità di una stabilizzazione del sistema, con un allargamento progressivo della lotta alla dispersione, che passa attraverso le nostre giornate dell’orientamento, che si svolgeranno dall’8 all’11 aprile allargandosi agli studenti delle IV liceali.

Il Centro Linguistico di Ateneo adotterà un nuovo progetto formativo e organizzativo. Ci batteremo per la promozione e valorizzazione della cultura e della lingua della Sardegna.

A valle del nuovo Regolamento della Commissione per le Problematiche degli studenti disabili innoveremo profondamente l'annuale concorso di sensibilizzazione sui temi della disabilità riservato agli studenti delle ultime classi delle scuole superiori.

Nel campo della ricerca, ci dobbiamo allineare alle nuove linee del Piano Nazionale della Ricerca, collaborando con il CNR e creando infrastrutture materiali e immateriali.

L'Ateneo cercherà nuovi finanziamenti europei nel programma Horizon 2020, nazionali, con i PRIN e i FIRB e nell’ambito della Legge Regionale sulla ricerca. Prenderanno forma il Centro Servizi di Ateneo per la Ricerca e il Centro Interuniversitario sulle tecnologie per i beni culturali. Dobbiamo puntare a rafforzare con un impegno straordinario la nostra capacità di inserirci nei progetti europei Horizon 2020 anche facendo leva su un rinnovato rapporto con il tessuto sociale e produttivo del territorio per contribuire con le strategie d'internazionalizzazione alla valorizzazione delle conoscenze scientifiche e allo sviluppo dell'innovazione (sviluppare il programma Erasmus Placement in Sardinia su cui contiamo di richiedere un finanziamento per un progetto speciale nell'ambito dell'Azione 2 del nuovo programma Erasmus Plus 2014-20). Al di là dei recenti risultati delle mobilità internazionali studentesche, ancor più ci inseriremo nella prospettiva del Programma Erasmus Plus verso la nuova fase del processo d’integrazione nello “Spazio europeo dell’istruzione superiore”. L'Università continuerà a distinguersi per la capacità di attrarre i finanziamenti europei per borse di studio e di tirocinio all’estero.

Assumeremo 7 ricercatori a tempo determinato nel programma “Rientro dei cervelli” e 31 assegnisti del Programma Master and Back.

Utilizzeremo il Fondo Sociale Europeo per i grandi progetti di Ateneo, Dottorati di Ricerca, ricercatori a tempo determinato, assegni di ricerca nel campo della conservazione e restauro dei beni culturali e assegni di ricerca in forma associata con enti di ricerca e imprese. Realizzeremo i laboratori ad alta tecnologia innovativa. Nell’ambito della Legge regionale utilizzeremo il finanziamento dei Visiting Scientists e per posti di Ricercatore a Tempo Determinato. Lavoreremo per attivare posti di ricercatore di tipo b, destinati a stabilizzare alcuni giovani. Abbiamo 400 mila euro da spendere per gli assegni cofinanziati.

L’Ufficio Trasferimento Tecnologico sosterrà la diffusione della cultura di impresa e la tutela della proprietà intellettuale, con il sostegno alla brevettazione. Stiamo aprendo l'incubatore universitario cittadino di impresa in Via Rockfeller, autorizzando nuovi spin off e programmando la prossima edizione della start Cup. Stiamo lavorando con il Comune e la CCIA perché la nostra Università nel dicembre dell'anno prossimo ospiterà a Sassari la fase finale del Premio Nazionale dell’Innovazione 2014, alla quale parteciperanno 40 atenei.

Nell'ambito della programmazione, acquisto e gestione di tecnologie e attrezzature scientifiche e sanitarie reperiremo risorse per i 50 progetti presentati, che ci consentiranno di superare le notevoli criticità nell’adeguamento tecnologico.

Grazie alla disponibilità dei fondi FAS, l'Ateneo realizzerà il progetto di Orto Botanico, nell’Area di Piandanna, con lo scopo di garantire la conservazione della biodiversità della Sardegna nel più vasto contesto mediterraneo.

Proseguiranno le attività condotte nell'ambito della Progettazione Europea, indirizzate al consolidamento della attività formative verso i giovani ricercatori dell’Ateneo e il personale, in collaborazione con la Camera di Commercio e la Provincia di Sassari, con interventi specifici come nel settore della nautica.

L’Università continuerà a partecipare ad una pluralità di consorzi universitari, a società miste e a centri di competenza per il trasferimento tecnologico con lo scopo di sostenere un ambiente di ricerca fortemente interdisciplinare, in settori strategici quali: la diagnostica e la ricerca medica, la conservazione dei beni culturali, il trasferimento tecnologico, la prevenzione dei rischi ambientali, le biotecnologie, le agrorisorse, il settore aerospaziale.

L’attività di internazionalizzazione della nostra Università, pur condizionata dal grave nodo dei trasporti, si svilupperà attraverso la partecipazione alle reti: delle Università catalane, delle Università insulari e delle Università mediterranee (UNIMED, EMUNI e Unione per il Mediterraneo). Pubblicheremo gli Atti del Symposium “I mari delle isole” promosso da RETI ad Alghero l'anno scorso e nei prossimi giorni uscirà il volume degli Atti del convegno scientifico promosso in occasione delle celebrazioni dei 450 anni. L’Ateneo porterà avanti iniziative in Cina nell'ambito dell’Associazione Uni-Italia e della Fondazione Italia-Cina in collaborazione con il Ministero degli Esteri. In collaborazione con la Brigata Sassari, consegneremo ad Herat il diploma finale ai due dottori di ricerca in Agraria di origine afgana.

L'internazionalizzazione dell'Ateneo non deve risolversi in un "affaire" dei delegati alla mobilità e delle relazioni internazionali, ma deve essere una missione, un obiettivo strategico, una visione “europea” e mondiale che deve orientare, incidere capillarmente sulle politiche attive dell'Ateneo. Per costruire il nostro percorso di internazionalizzazione vi è la necessità dell'apporto sinergico di tutte le componenti dell'Università, delegati, dirigenti , responsabili degli uffici, docenti, studenti, associazioni studentesche.

Dobbiamo mettere in campo una politica strategica e condivisa dell'internazionalizzazione, arrivando ad elaborare un condiviso piano strategico per l'internazionalizzazione dell'Ateneo, che deve efficacemente pesare nelle politiche attive. Ora è il momento di attrezzarsi per essere pronti alle sfide molto complesse del 2014/2020.

Passando alla Medicina universitaria, il percorso di integrazione della AOU di Sassari proseguirà grazie al nuovo Organo di indirizzo e alla ormai prossima approvazione dell’Atto Aziendale da parte della Regione. Recupereremo dall'ASL 1 e dall'AOU le indennità assistenziali previste dalla legge 517 del 1999 e mai erogate in Sardegna, unica regione italiana: costretto a rimediare ai ritardi del Servizio Sanitario Regionale, l'Ateneo deve ora ottenere i rimborsi senza escludere anche un'azione legale. Riteniamo urgente favorire l’instaurarsi di un corretto rapporto tra le rappresentanze sindacali dell’Università e i Vertici Aziendali e definire la collaborazione del personale tecnico amministrativo, in servizio presso le strutture aziendali con compiti di supporto all’assistenza, secondo quanto previsto dal Contratto Nazionale di lavoro. Occorre ricollocare in ambito assistenziale l’esiguo contingente di personale universitario di area tecnica attualmente escluso. Il Ministro ci ha ricordato nei giorni scorsi che entrerà in vigore la riforma del sistema di formazione dei medici e ha promesso la fine della sperimentazione dei Policlinici (tipo A e B).

Sul piano dell’impegno dell’Ateneo per lo sviluppo socioeconomico del territorio, il network strategico INN.TE con la Camera di Commercio intende creare sinergie per cogliere le sfide e intervenire a vantaggio del tessuto imprenditoriale locale, attraverso campi comuni d’intervento, in un’ottica di sviluppo territoriale integrato. La Camera sosterrà l’Incubatore Universitario e definirà un percorso volto a creare sinergie per le start up innovative e i servizi offerti a favore delle imprese.

Aprirà la Farmacia comunale, che vede l'Università socia di minoranza. I dipartimenti continueranno ad essere in prima linea promuovendo incontri scientifici e seminari di livello internazionale, con il coinvolgimento di molte Società scientifiche.

Abbiamo definito il protocollo d'intesa con l'Istituto Zooprofilattico, in relazione alla possibilità di presentare un progetto di ampliamento edilizio nell'area di Monserrato, recuperando quasi 8 milioni di euro di risorse inutilizzate.

Proseguirà l’impegno del nostro Ateneo nel campo della Chimica Verde e della Chimica Sostenibile, attraverso i contatti con le aziende del gruppo Eni/Novamont/Matrìca, con le riunioni del tavolo tecnico, con le borse di dottorato e le bonifiche. Sosterremo lo sviluppo delle attività di ricerca e trasferimento tecnologico.

Il Sistema Bibliotecario dell’Ateneo, superate le difficoltà di carattere amministrativo, conoscerà un deciso rilancio delle 9 biblioteche, 7 di primo livello, due la Biblioteca di Scienze Giuridiche Olives e la Biblioteca di Storia, di livello specialistico.

Dopo il trasferimento della Biblioteca Universitaria nel Complesso di Piazza Fiume, definiremo col Demanio la cessione all’Università dei locali storici della Biblioteca Universitaria. Siamo protagonisti nell’attuazione del progetto della Biblioteca Scientifica Regionale. In quest’ambito, l’archivio istituzionale ad accesso aperto dell’Università di Sassari UnissResearch si consoliderà ulteriormente con grandissima soddisfazione degli utenti.

Il Museo Scientifico, con sede presso il Polo bionaturalistico dell’Ateneo, in attesa della conclusione dei lavori nella sede definitiva, utilizzerà lo spazio espositivo individuato nel locale al piano terra della struttura cupolata di Piandanna.

L’attività edilizia dell’Ateneo è in pieno sviluppo, nell’ambito del Programma triennale delle opere pubbliche dell'Ateneo. Sono previsti 14 interventi, l’edificio di Via del fiore bianco, gli impianti sportivi, Largo Porta Nuova, il Polo naturalistico di Piandanna e l’Orto botanico, il Dipartimento di Agraria in Viale Italia, le Aziende S. Quirico, S. Lucia, Surigheddu, Ottava, l’Azienda zootecnica di La Crucca, gli edifici di Monserrato per Veterinaria e Chimica e Farmacia, il polo umanistico di via Roma e Via Diaz, i Palazzi dell’Amministrazione Centrale, Estanco, Zirulia; infine la ristrutturazione della sede del dipartimento Economia.

Sono aperti numerosi cantieri ormai in fase conclusiva. Per quanto riguarda l’impianto di cogenerazione in Via Piandanna, stiamo trattando un accordo con l'AOU per evitare nuovi contenziosi.

In materia di edilizia sanitaria, arriveremo rapidamente al trasferimento del nuovo reparto di malattie infettive. Proseguiranno i lavori seguiti dall’Azienda Ospedaliero Universitaria per oltre 7,5 milioni di euro, mentre seguiremo la progettazione del nuovo ospedale con i 95 milioni dei fondi FAS che vorremmo riguardassero anche il Brefotrofio.

L’Ateneo si è dotato di un Sistema Informativo, che sarà implementato all’interno del progetto integrato U-GOV, attraverso nuovi moduli, relativi alla registrazione on line degli esami, al portale di ateneo, all'anagrafe delle ricerche.

Dopo l’introduzione della contabilità economico-patrimoniale ora in linea con la programmazione di Ateneo, siamo impegnati per migliorare gli indicatori “Spese di Personale”, “Spese per Indebitamento”, “Situazione economica finanziaria”, visto che il rapporto tra FFO/Spese di personale è ancora sopra l'80% a causa degli stipendi erogati a favore del servizio sanitario regionale. Il nuovo modello di calcolo, fondato quasi interamente sui risultati della VQR, certamente ci favorirà non poco nel 2014, ma si prospetta all'orizzonte negli anni successivi l'innovazione del costo standard per studente che potrebbe essere penalizzante.

In tema di Personale e relazioni sindacali siamo consapevoli che abbiamo ancora molta strada da fare, a proposito delle stabilizzazioni, progressioni di carriera, riconoscimento dell'impegno e della professionalità di ciascuno. Per usare le parole del Papa, quando non c’è professionalità lentamente si scivola verso la mediocrità.

E' nostro intendimento arrivare, entro i primi mesi del 2014, all’interazione dei dati del Patrimonio mobiliare e del Patrimonio immobiliare, implementandoli con l’attivazione di un sistema satellitare GIS.

 

Cari amici,

vorrei che fino all'ultimo giorno del mio mandato continuassimo a lavorare per affermare il senso etico dell'impegno personale di ciascuno di noi, il che significa distribuire le risorse con criteri condivisi, stabilire indicatori veramente imparziali, fissare obiettivi alti, e poi pesare i risultati. Affermare la continuità dell'istituzione e programmare insieme e in modo condiviso anche per i prossimi anni. Vogliamo ribadire che il nostro Ateneo ha messo e continuerà a mettere al primo posto il principio di legalità, inteso come impegno per realizzare il bene comune, che è il presupposto necessario per fare università. Su questo versante saremo davvero intransigenti.

Allora, veramente, voglio rivolgermi a ciascuno di voi, ai nostri studenti, ai nostri colleghi, alle nostre famiglie, per formulare i miei auguri.

Auguri a tutti noi, per le prossime Festività e per un vero Natale pieno di serenità e di gioia, per un anno nuovo ricco di cose che contano davvero, di emozioni, di sogni e di speranze. Auguri ai nostri amici di Olbia e degli altri comuni che sono stati colpiti dal ciclone Cleopatra del 18 novembre, con un pensiero speciale per le tante vittime, per i senza tetto, per chi ha perso le cose care. L'Ateneo si è mobilitato nella gara di solidarietà e presto saremo in grado di fornire un aiuto concreto alle famiglie in difficoltà.

Auguri ai nostri colleghi che hanno superato positivamente le abilitazioni nazionali, con un successo personale che sarà anche un successo per tutto l’Ateneo. Ma auguri anche ai tanti che hanno conosciuto una battuta d’arresto determinata spesso non da loro colpe ma solo dalla casualità delle alleanze nelle commissioni nazionali e da un sistema di valutazione che è ancora in una fase di difficile sperimentazione. In qualche caso sappiamo che si sono verificate vere e proprie ingiustizie.

Voglio esprimere solidarietà e vicinanza a tutti coloro che hanno lavorato intensamente in questi anni e colgo l’occasione per annunciare che l’Ateneo si impegna ad arrivare rapidamente alla presa di servizio dei nuovi professori associati e ordinari, con l’utilizzo di tutte le risorse in punti organico disponibili, in particolare quelle provenienti dal piano straordinario libero dai vincoli di bilancio.

Affettuosi auguri ai candidati che si confronteranno nella prossima competizione elettorale per il mandato rettorale che ci proietterà verso il 2020: grazie per la vostra generosità, per la vostra passione, per l'alto senso dell'istituzione universitaria che sono certo impronterà i vostri programmi elettorali e il dibattito che disegnerà un'Università nuova, che riesca a risolvere tanti problemi che noi non siamo stati capaci di affrontare in modo adeguato. Credo che sarete capaci di mettere in campo idee nuove, strategie, progetti. Vi seguono le speranze di tutti noi, al Rettore eletto il 17 giugno non mancherà il nostro aiuto.

Auguri a ciascuno di voi, alla grande famiglia dell’Università, alla città di Sassari e a tutta la Sardegna. Il nuovo anno sia veramente un anno di svolta, positivo, ricco di salute, speriamo senza una lacrima, con tanti momenti di gioia e di felicità.

 

Sassari, 23 dicembre 2013

 

Intervento del Rettore prof. Attilio Mastino

Il Grifone del maestro Elio Pulli

Cari amici,

abbiamo il piacere di presentare il volume uscito oggi su Le origini dello studio generale sassarese nel mondo universitario europeo dell’età moderna, curato da Gian Paolo Brizzi e Antonello Mattone, con gli Atti del convegno svoltosi per i 450 dalla nascita del Collegio Gesuitico. E insieme posso annunciare che l'Ateneo ha ricevuto negli ultimi mesi una serie di doni di oggetti d'arte, tra i quali due stampe di Stanis Dessì, che sono state collocate nell'aula Milella, che ora contiene solo opere del maestro scomparso nel 1986, in particolare i tondi delle quattro stagioni perfettamente conservati. Si aggiunge ora una xilografia con un'immagine delle trincee della prima guerra mondiale, con la quale il maestro aveva vinto il premio della Regina. Inoltre una calcografia che rappresenta un paesaggio con la tecnica della vernice molle che dagli anni 50 in poi il maestro aveva particolarmente curato. Sono doni di sua figlia, la nostra Paola Dessì, artista poliedrica e sensibile, che ha voluto aggiungere due sue delicate grafiche conservate ora nell'anticamera del Rettore. Ringraziamo inoltre Francesca Grimaldi, Rosanna Meloni Tagliano, Pamela Reynolds, per i quadri che hanno voluto donare per le nuove sale dell'Ateneo dell'ex Estanco che, grazie all'impegno di Giuliana Altea, si sono arricchite anche, all'inizio del mio mandato, con le due grandi tele ottocentesche di Carl Ehrenberg (La tentazione di Sant'Agnese in Agone) e di Edmond Guillaume (Gli illuministi sulla barca della ragione).

Infine abbiamo il piacere di presentare a conclusione di questa cerimonia un’opera donata alla nostra Università dal Maestro Elio Pulli, reduce da quella straordinaria Antologica chiusa il 9 ottobre al Museo centrale del Risorgimento in Campidoglio che tanto ci ha emozionato.

Per me in particolare, che ho studiato il vicino tabularium, l’archivio del Senato romano, l’unico edificio di stato di età repubblicana arrivato fino ai nostri giorni, è stata un’emozione forte. Tante storie personali che si incontravano presso l’asylum di Romolo, sotto l’auguraculum dal quale i sacerdoti e magistrati romani scrutavano il cielo verso Alba Longa per leggere attraverso il volo degli uccelli la volontà degli dei.

Questa scultura rappresenta appunto un uccello, un grifone con tutta la sua apertura alare che trionfa su un cinghiale della Sardegna: esprime in qualche misura il tema della biodiversità, della ricchezza dell'ambiente naturale che amiamo, della varietà naturalistica della nostra isola.

I rapaci occupano da sempre uno spazio significativo nella letteratura sulla Sardegna per rappresentare un ambiente naturale, gli spazi solitari del Gennargentu, ma anche una cultura e una tradizione, frutto di osservazioni e di riflessioni che iniziano nel mondo antico con lo Pseudo Aristotele. Nel De mirabilibus auscultationibus egli racconta il mito relativo alle favolose colonizzazioni dell’isola dalle vene d’argento, la Argurofleps nesos, ricorda che questa terra fu prospera e dispensatrice di ogni prodotto: si narra che il dio Aristeo il più esperto tra gli uomini nell’arte di coltivare i campi, produrre il miele, l’olio, il vino, il latte, fosse il signore di Ichnussa, occupata prima di lui solo da molti e grandi uccelli. Come non ricordare che un’isola circumsarda, l’isola di San Pietro, era nell’antichità conosciuta da Plinio e da Tolomeo come Acciptrum insula – Hierakon nesos, l’isola degli sparvieri o dei falchi ?

Il tema dei molti e grandi uccelli che abitano i monti della Sardegna attraversa la letteratura sarda, passa per la Carta de Logu di Eleonora, tocca Francesco Cetti nel 700 per arrivare fino a Grazia Deledda, a Sebastiano Satta, ad Antonino Mura Ena, ad Antioco Casula Montanaru, fino all’ultimo libro di Antonello Monni, Il bambino dalla milza di legno. Infine esplode nelle immagini fotografiche del recente volume di Domenico Ruiu.

Per me i grifoni che volano larghi e si muovono tra le falesie di Capo Marrargiu e i canaloni vulcanici che conducono a Montresta passando per i costoni di Badde Orca continuano a ricordare una giovinezza lontana e luminosa, continuano a rappresentare un simbolo di libertà, un elemento identificativo della biodiversità della nostra isola.

Ho visitato di recente, in compagnia di Eugenia Tognotti, Maria Pina Dore, Pasquale Porcu la bottega, il laboratorio-museo che il Maestro Pulli ha messo su a Tramariglio, all’interno del Golfo delle Ninfe, a due passi dalla Falesia di Capo Caccia e dall’Isola Foradada. Accanto ai forni per la lavorazione della ceramica, oltre il campo di bocce, al di là del disordine creativo della bottega, c’è una deliziosa saletta-museo dove sono esposte molte opere di pittura, ma soprattutto le spettacolari ceramiche dalle trasparenze metalliche, con i colori immaginati dall’artista prima della cottura. Ecco, il tema dei colori è centrale per l’arte di Elio Pulli, come per i suoi Costantino Spada, Libero Meledina e Antonio Atza. Oggi, a 80 anni di età, Elio Pulli continua ad essere capace di sorprendere e di meravigliare, continua ad emozionarsi e ad emozionare.

Ho letto sul catalogo della mostra al Vittoriano che Claudio Strinati pensa ad Elio Pulli come ad un potente artigiano, robusto dominatore di tutte le cose, insieme pittore e scultore sensibilissimo, con radici popolaresche, con una creatività forte e prorompente, con un’assoluta capacità mimetica di fronte al mondo e insieme capace di dare corpo alle fantasie più spericolate. Per Strinati Pulli <<è come impastato di verità, introverso, meditativo e incantato di fronte alla bellezza delle forme che viene elaborando>>, sempre coltivando il legame, mai interrotto, con le origini artigianali e popolari, ma con un’eleganza e una sensibilità davvero finissime.

Anche al di là della pittura, con la tridimensionalità della ceramica Pulli riesce a esprimere la profondità di una realtà che spesso ci sfugge e che osserviamo con stupore: nelle immagini degli animali, nelle rappresentazioni naturalistiche sembra quasi <<che l’artista diventi un mago abilissimo che ti travolge con una raffica di trucchi inspiegabili e di veri e propri prodigi, che si stenta a spiegare razionalmente, ma che si accettano proprio per la loro fiabesca apparizione>>. Vorrei che questa scultura, capace di riassumere un mondo immaginario fatto di bellezza, di fantasia, di creatività, che ospiteremo nell’Ufficio del Rettore, riuscisse a sintetizzare un sentimento, a far riemergere tanti ambienti naturali che amiamo, tante storie dimenticate, tanti rapporti tra cielo e terra. Vorrei che riuscissimo a osservare la nostra terra dall’alto, che affrontassimo i nostri problemi con lo spirito di chi è capace di mantenere una distanza e insieme di saper vedere in profondità, al di là delle apparenze, con uno sguardo nitido e intenso, con un atteggiamento di qualità e di nobile distacco. Ho scritto da poco che seguendo il volteggiare dei grifoni abbiamo l’impressione forte di seguire il volo di un dio, di assumere per un istante magico lo sguardo di un genius loci che ancora ci parla.

Vorrei che questa scultura ricordasse a tutti noi che dobbiamo volare alto, dobbiamo pensare il futuro della Sardegna e il futuro della nostra Università in un orizzonte più ampio, con più passione, più generosità e più impegno. Auguri a tutti.