CONFERENZA “STATE BUILDING: COME AFFRONTARLO”, SASSARI, 21 SETTEMBRE 2013

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Scritto da Administrator | 28 Dicembre 2013

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CONFERENZA “STATE BUILDING: COME AFFRONTARLO”
SASSARI, 21 SETTEMBRE 2013

Intervento del prof. Attilio Mastino
Rettore dell'Università di Sassari

A nome dell'intera Università di Sassari vorrei ringraziare innanzitutto il generale Manlio Scopigno, il quale ha ideato quest’incontro, che vuole partire da una rilettura dell’esperienza della Sardegna tra storia, antropologia, diritto e risoluzione delle controversie, a supporto dell’intervento nei Teatri Operativi all’estero.  L'Università è ben lieta di collaborare sul piano scientifico a una riflessione dalla quale possono dipendere gli indirizzi operativi per i prossimi decisivi mesi di campagna militare  in Afganistan, alla ricerca della pace perduta.

Il caso ha voluto che oggi il Generale non potesse essere qui con noi perché si celebrano, a Nuoro, i funerali del maresciallo Roberto Selloni, impegnato per conto della NATO nella Repubblica Ceca, scomparso nei giorni scorsi a seguito di un incidente.

Mentre formulo i sentimenti di cordoglio e di partecipazione dell'intero Ateneo, vorrei dire al Col. Raffaele Forgione, Capo di Stato Maggiore della Brigata Sassari, oggi in rappresentanza dell’unità militare, che anche questa circostanza, dolorosa per tutti, ci ricorda come la Brigata sia patrimonio comune della Sardegna, e come la storia della Brigata sia intrecciata con la storia delle famiglie e di ciascuno di noi, cioè con la storia dei Sardi e dell'intera Isola.  Per quanto mi riguarda personalmente, vorrei ricordare che recentemente è stata ritrovata sull'Altopiano di Asiago la tomba di mio zio, il sottotenente Graziano Mastino (fratello di mio nonno Attilio), del 151° reggimento fanteria Brigata Sassari, eroe della Prima Guerra Mondiale, ucciso sul Monte Zebio il 7 luglio 1916. Ma è solo un esempio di come la Brigata abbia conservato un rapporto profondo con le persone, con le famiglie, con le istituzioni della Sardegna e come erediti oggi un patrimonio di sentimenti e di affetti che non si perdono.  Grazie al Luogotenente Antonio Pinna per quello che ha fatto per il Museo storico.

Il Generale Scopigno nei giorni scorsi, ha rilasciato due dichiarazioni, una in  televisione e un’altra a Thiesi, in occasione nella concessione della cittadinanza onoraria alla Brigata voluta dal sindaco Gianfranco Soletta, dove ha fornito due numeri diversi, che rendono bene il senso di appartenenza, il valore identitario, il contenuto di relazioni e di rapporti, le radici profonde della Brigata.

Il Generale Scopigno ha riferito un primo dato che impressiona: ben il 68% dei componenti la Brigata, compresi Ufficiali e Sottufficiali, è di origine sarda. Il secondo dato è ancora più impressionante e francamente non lo conoscevo: il 98% dei militari di truppa è di origine sarda. Emerge allora questo straordinario radicamento della Brigata Sassari nel territorio, soprattutto a livello di truppa ma non solo.

Vorrei quindi dire, a nome dell'Università, che sentiamo molto questo legame, e che abbiamo apprezzato la Brigata per gli interventi operativi, umanitari e militari sul campo, che abbiamo letto tante cose su di essa e che, soprattutto,  sono stati riferiti tanti episodi di eroismo riguardanti non decenni lontani, ma avvenimenti molto più vicini a noi.

Elisabetta Loi e Pier Luigi Piredda hanno recentemente pubblicato un volume "Sotto il cielo di Herat - la Brigata Sassari in Afghanistan", che io stesso dovrò presentare tra qualche giorno, e che ho letto con emozione. Questo libro ci porta in Afghanistan, partendo dal cielo basso e sconfinato di una terra che amiamo, all'interno di una società difficile, che però oggi inizia a concepire tante speranze. Quelle immagini, quei colori, quel cielo ci rimandano al romanzo di Khaled Hosseini "Il Cacciatore di Aquiloni”, ambientato a Kabul negli anni dell'intervento militare sovietico e nei tragici momenti successivi: con un'emozione che taglia le gambe sono raccontati i problemi dei rapporti con i Talebani, il futuro del patrimonio rappresentato dalla devastazione dei Budda protetti dall'UNESCO come patrimonio dell'umanità e distrutti dai ribelli, tanti luoghi, tanti laghi, montagne e ambienti naturali di questo paese, che nelle pagine di questo libro di Elisabetta Loi e di Pier Luigi Piredda abbiamo imparato ad amare. Questo libro ci porta ai luoghi italiani in Afghanistan: Bala Morgab, Herat, Farah, Campo Arena, e abbiamo visto poi  come, in realtà,  l'attività della Sassari si svolga a supporto delle diverse realtà culturali di un paese complesso e difficile,  con le varie etnie che si incrociano: i Pashtun, 42% della popolazione, i Tagiki, gli Hazara: a tal proposito vorrei ricordare Hassan, l’amico di Amir, il protagonista del romanzo di Khaled  Hosseini, il quale era un povero ragazzo di etnia Hazara, schiavo in qualche modo di una famiglia Pashtun. Tra gli altri gruppi etnici vorrei ricordare anche gli Uzbeki, gli Aimack, i Turkmeni, e le altre etnie che operano in questo Paese che sembra così lontano, dove la Brigata ha dato il meglio di se, dove lascerà rimpianti e ricordi straordinari.

Ma ovviamente conosciamo gli altri impegni della Brigata, in Sardegna e  fuori della Sardegna, in tanti altri teatri operativi. E credo che l’occasione di oggi ponga un interrogativo: il senso di questo impegno e il futuro di questo impegno. Ritengo che i relatori che oggi si confronteranno, Maria Adelasia Divona, Paolo Fois, Manlio Brigaglia, Simone Sassu, il Tenente Andrea  Sotgiu e il Tenente Colonnello Pasquale Orecchioni, si interrogheranno, partendo dalla Sardegna, su quello che può essere il futuro dell’impegno della Brigata, per quei territori nei quali la Brigata ha speso risorse e ha pagato anche in qualche caso con il sangue, un impegno, a favore delle popolazioni che si trovano in difficoltà e che non vorremmo abbandonare.

E dunque penso che il volo degli aquiloni che riprende nel cielo di Kabul sia l’immagine più viva che possiamo concepire, dopo questo periodo lunghissimo di guerra e di devastazione.

Io vorrei ringraziare la Brigata per aver scelto l'aula magna dell'Università per questa iniziativa, e devo semplicemente dare conto di alcuni messaggi di saluto e di adesione che sono pervenuti in Rettorato. Ne leggo almeno uno, quello del Procuratore Generale della Repubblica della Sardegna, il dott. Ettore Angioni, che ci scrive:

“Magnifico, nel rigraziarLa per l’invito alla tavola rotonda sullo state building del 21 settembre, Le comunico, che, mio malgrado, non potrò partecipare, stante la concomitanza delle cerimonie per la visita del Santo Padre a Cagliari. L'occasione peraltro è propizia per rinnovarLe i sensi della mia più profonda stima.”

Inoltre vorrei veramente cogliere l'occasione per evidenziare l'attenzione con la quale la Sardegna segue le attività della Brigata,  che sente come un elemento identitario legato all’Isola, legato alla vita delle famiglie, legato alla nostra Regione. Dunque, grazie per essere qui, grazie per quanto avete fatto, grazie per quanto farete, soprattutto in quelle zone dove vi impegnate per costruire un futuro diverso a favore dei paesi nei quali voi siete impegnati. Grazie e Buon Lavoro.