Cari amici,
tra qualche settimana saremo chiamati ad eleggere il nuovo Rettore della nostra Università per il prossimo triennio: si tratta di un appuntamento decisivo per definire obiettivi di sistema e strategie di sviluppo e di modernizzazione in un momento che è di crescita per l'Ateneo ma anche di obiettive difficoltà per il Paese.
Su invito di molti colleghi ho deciso di proporre la mia candidatura, sicuro di poter mettere al servizio di tutti le mie energie e la mia esperienza e di dare un contributo positivo in questa nuova fase, cui dovranno essere chiamati a partecipare tutti i professori, i ricercatori, il personale tecnico e amministrativo, i nostri studenti, ciascuno nell'ambito dei propri ruoli.
Credo che impegno primario del Rettore e dei suoi diretti collaboratori debba essere quello di riuscire a rappresentare al meglio l'Istituzione e di presiedere con serenità ed equilibrio gli Organi di governo, nel rigoroso rispetto della legge e delle legittime esigenze di chiunque operi nell'Università, svolgendo con equità ed obiettività le funzioni di indirizzo, promozione e vigilanza, senza perdersi in logoranti mediazioni ma svolgendo la preziosa funzione di garante di percorsi di innovazione e di tutela del patrimonio scientifico e morale, con una visione strategica lungimirante.
Al centro del mandato ritengo ci debba essere l'impegno di suscitare le forze vive e favorire lo sviluppo di un processo virtuoso che stimoli la creatività dei ricercatori e la nascita di un sistema che riconosca nella trasparenza l'autonomia di Facoltà, Dipartimenti, Centri, Istituti, Laboratori con un forte principio di sussidiarietà; pare necessario trovare soluzioni concrete ai problemi della ricerca, della didattica, dell'alta formazione, dell'assistenza sanitaria, soprattutto per rendere altamente competitiva l'Azienda Ospedaliera Universitaria; rimuovere ostacoli, alleggerire e accelerare le procedure contro inutili impacci burocratici, estendendo a cascata la cultura della responsabilità e distinguendo le cause delle disfunzioni dagli effetti; garantire un processo di valutazione equilibrato, indirizzato al giusto riconoscimento delle molte e qualificate professionalità che operano nel nostro Ateneo; affermare l'orgoglio di un'appartenenza e di un patrimonio; avviare un confronto ed uno stretto rapporto con le Istituzioni ed in particolare con il Governo Regionale per difendere l'attuale modello di Università pubblica; far diventare l'Ateneo il punto di riferimento centrale per un territorio del Nord dell'Isola che vuole continuare a crescere, mettendo in relazione dialettica la ricerca umanistica e la ricerca sperimentale con applicazioni e trasferimenti a favore del territorio; creare una continuità tra l'Università, la città che ci ospita e la cultura della Sardegna; infine, fissare obiettivi alti di un forte rinnovamento generazionale e di internazionalizzazione, se non vogliamo ridurre l'Ateneo ad un mero erogatore di prestazioni didattiche, un'Università di servizio destinata a svolgere un ruolo circoscritto e poco significativo nel contesto nazionale e internazionale.
Per costruire il futuro dell'Università, mentre andiamo incontro ad un periodo di restrizioni, occorre anche trovare il coraggio di praticare scelte che implicano rigore e senso di responsabilità, costruendo il consenso ed evitando strappi e disagi, facendoci carico anche degli ultimi. Occorre allora riaffermare alcuni valori centrali, come quello della libertà di insegnamento e di ricerca, della possibilità reale di accesso agli studi universitari per gli studenti, della promozione culturale e sociale per i meritevoli, qualunque sia la loro provenienza sociale, geografica o culturale.
Non si può pensare ad aumenti generalizzati delle tasse studentesche anche in questo momento di difficoltà, ma la leva della tassazione deve servire per incoraggiare gli studenti a concludere rapidamente gli studi. I mesi scorsi sono stati dedicati ad una larga consultazione del personale docente, tecnico amministrativo e degli studenti che mi ha consentito di definire il programma che oggi presento con emozione, con gratitudine verso tutti i colleghi e con viva fiducia nel futuro: è il frutto di un generoso impegno collettivo fatto di proposte, osservazioni, indicazioni operative, che certamente saranno estremamente utili per impostare un lavoro che vorrei espressione condivisa di una comunità da costruire.
Ho concepito questo documento con un occhio rivolto al progetto, alla visione generale, ai princìpi e con uno sforzo di analisi e di riflessione critica; ma soprattutto ho cercato di guardare al futuro con una prospettiva operativa, indicando obiettivi, priorità, strumenti e, dove possibile, risorse disponibili. Sono a disposizione per discutere - a voce o per lettera - di questo progetto e del futuro della nostra Università, tenendo presente la triplice missione dell'alta formazione, della ricerca scientifica e del servizio a favore del territorio sul piano tecnologico, sanitario, economico, sociale e culturale, che deve convergere in un'azione unitaria. Le nostre Facoltà possono veramente diventare un elemento di forza sul quale costruire un futuro diverso. Se sarò eletto sarò il Rettore di tutti, dei docenti, del personale tecnico amministrativo, degli studenti, dell'intero mondo della sanità e del sociale, privilegiando costantemente la cultura del fare. Credo siano note le mie precedenti attività scientifiche e amministrative, la voglia forte di collaborare, di ascoltare, di costruire ogni giorno qualcosa che rimanga nel tempo.
Mi metto a disposizione per dare un contributo per valorizzare le nostre risorse (materiali, professionali ed umane), per stimolare processi virtuosi e per far crescere il nostro Ateneo, tenendo conto della sua storia secolare, della sua complessità, della sua ricchezza di contenuti umani e scientifici: un Ateneo europeo proiettato anche nel Mediterraneo, di qualità, capace di misurarsi in un confronto internazionale ma fortemente radicato in una Sardegna che non tradisca la propria originale identità. Noi non abbiamo di fronte soltanto un problema banalmente quantitativo, di indicatori da rispettare. Quella odierna è innanzi tutto una grande sfida culturale, fatta di passione civile e di impegno personale, sicuri che dovremo rendere conto di quello che non saremo capaci di fare. Ho fortissimo il senso del limite delle azioni dei singoli e sento vivissima la necessità di costruire alleanze e di trovare sinergie, di ascoltare il parere di tutti, di collegare tra loro i territori e le esperienze della Sardegna.
Non sarà certamente facile ma è mia ferma intenzione provarci, con ottimismo, energia e voglia di fare, con tutti quelli che mi vorranno aiutare in questo difficile percorso.
Attilio Mastino