07. Correggere i limiti del nostro Ateneo.

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Scritto da Administrator | 03 Maggio 2010

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Sulla valutazione dei risultati ottenuti in questi anni esistono molti pregiudizi che non tengono conto dei successi conseguiti da un Ateneo che registra dei limiti ma anche molte eccellenze. Sono persuaso che il limite più vistoso sia il bacino locale di utenza, così come lo scarso numero di studenti che provengono da altre province, da altre regioni, da altre nazioni.

Dunque l'attrattività (che attualmente non supera l'1% degli iscritti), fortemente condizionata dall'insularità, che pure non impedisce al 20% degli studenti sardi di iscriversi in altre università, in una diaspora che dobbiamo analizzare per evitare che vada collegata ad una cattiva reputazione dell'Ateneo in alcune aree: per attirare studenti da altre sedi è necessario acquisire docenti di fama internazionale, ma soprattutto garantire servizi competitivi, promuovere forti investimenti, chiedere alla Regione di mantenere l'impegno per la nascita di un Collegio mediterraneo.

Mi propongo di istituire un numero progressivamente crescente di borse per accogliere studenti stranieri, che dovrebbero essere esentati dalle tasse. Il Ministero ha fissato ora gli indicatori per valutare i risultati nella didattica e finalizzare i corsi di laurea al mercato del lavoro: dobbiamo rispondere con rigore e puntuale verifica dei dati, combattendo il localismo e costruendo le basi per un futuro migliore, raggiungendo standard qualitativi di livello nazionale e internazionale.

L'Ateneo deve trovare un equilibrio tra le spese per il personale docente e quelle per il personale tecnico amministrativo; deve rientrare rapidamente sotto il limite del 90% nel rapporto tra stipendi e Fondo di Funzionamento Ordinario: le assunzioni debbono collocarsi in una politica di razionale impiego delle risorse che provengono per la gran parte dallo Stato, con una copertura dei settori scientifici disciplinari carenti, quelli in particolare di base e caratterizzanti e quelli più innovativi.

Infine, credo che dobbiamo superare alcuni limiti dell'offerta didattica, con un allargamento delle discipline tecniche, informatica, matematica, fisica, lingue straniere; con un riposizionamento delle lauree in ambito umanistico finalizzate a raccogliere i nuovi campi che si aprono (ad esempio la formazione degli anziani), con un ruolo profetico e previdente.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 19 Novembre 2014 21:53

Multa venientis aevi populus ignota nobis sciet
multa saeculis tunc futuris,
cum memoria nostra exoleverit, reservantur:
pusilla res mundus est,
nisi in illo quod quaerat omnis mundus habeat.


Seneca, Questioni naturali , VII, 30, 5

Molte cose che noi ignoriamo saranno conosciute dalla generazione futura;
molte cose sono riservate a generazioni ancora più lontane nel tempo,
quando di noi anche il ricordo sarà svanito:
il mondo sarebbe una ben piccola cosa,
se l'umanità non vi trovasse materia per fare ricerche.

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