10. Sassari città della conoscenza e il Sistema delle autonomie.

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Scritto da Administrator | 03 Maggio 2010

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La campagna per l'elezione del Rettore può essere un'occasione straordinaria per mettere l'Ateneo al servizio della Sardegna e in particolare delle città nelle quali opera, Sassari per prima: il piano strategico è stato un momento importante per disegnare la città del futuro, con l'obiettivo di creare sinergie e alleanze e stabilire un rapporto che non può essere a senso unico, seppure non abbia avuto seguito con interventi concreti.

Allora le maggiori rappresentanze dell'economia e delle istituzioni locali, Comune, Provincia, Camera di Commercio e Unione Industriali, avevano sottolineato, in modo corale, la necessità di conoscenza tecnologica e informatica diffusa, più in generale avevano sollecitato un maggior interesse per le discipline dell'area ingegneristica, fisica e matematica.

Crediamo che l'Ateneo debba dare risposte a questa richiesta, riappropriandosi di funzioni di programmazione ed indirizzo che sono solo sue e che non possono attendere finanziamenti esterni né beneplaciti o compiacenze da parte di una Regione che talvolta sembra essere carente nel mantenere un saldo contatto con parte del suo territorio.

L'Università in Città o la Città universitaria deve fondarsi su una continuità urbanistica tra Ateneo e Città, su una reciproca accettazione di valori e di prospettive, su un impegno comune per migliorare la qualità della vita non solo degli studenti e dei professori ma anche dei cittadini. Le scelte, anche le più minute, fatte dall'Università in relazione agli orari, agli spazi, alla mobilità, ai servizi, ricadono immediatamente sulla città.

Se si escludono le Facoltà che hanno specifiche esigenze di un inserimento in un ambiente naturale aperto, ci si deve battere per la polarizzazione dei siti universitari, per favorire la piena utilizzazione delle strutture, la realizzazione di campus per consentire la nascita di una vera comunità di studenti e docenti. Sotto questo profilo, ripensare ai tempi del lavoro e dello studio dentro l'università può costituire un input per il rilancio stesso della vita urbana. Un buon esempio in tal senso è dato dall'allungamento dell'orario di apertura della biblioteca Pigliaru.

Il mondo della politica e dell'impresa deve allearsi con l'Università, nel rispetto dei ruoli e delle diverse competenze. L'Università con tanti suoi autorevolissimi esponenti si deve collegare con il sistema delle autonomie locali, con le città della Sardegna e con le Province; più ancora con le autonomie funzionali, come con la Camera di Commercio, le organizzazioni sindacali, le associazioni imprenditoriali, gli ordini professionali, le banche, la Fondazione Banco di Sardegna, gli altri organismi pubblici capaci di partecipare efficacemente alla programmazione comune, anche attraverso lo strumento di una Conferenza periodica degli Enti e delle Imprese.

L'Università non è una monade autoreferenziale, bensì è il valore aggiunto di un territorio che ha assoluta necessità di svilupparsi, un interlocutore fondamentale per le istituzioni che vogliano avviare nuovi percorsi di crescita, per l'economia e la piena occupazione in nuove filiere, sulla base di nuovi modelli di sviluppo. I corsi universitari, i master e le scuole di dottorato possono svolgersi in accordo con il sistema delle autonomie locali, attraverso cofinanziamenti mirati.

Le stesse ricerche che si svolgono entro l'Università debbono assumere una visibilità maggiore e rendere fertile il territorio che ci accoglie, con l'incremento dei brevetti. L'autonomia universitaria deve essere intesa come processo critico e non come acquisizione per sempre, in un continuo confronto interno e con le realtà circostanti.

Innanzi tutto si deve costruire un rapporto trasparente con il territorio, poiché l'Università deve sentire il dovere di giustificare e difendere pubblicamente le proprie scelte strategiche, ad esempio sul piano urbanistico, ma anche sull'organizzazione interna, sulle strutture didattiche, sul decentramento.

Anche la città deve crescere più velocemente e sentire la responsabilità di ospitare una prestigiosa università, estendendo le sue offerte culturali, ampliando e qualificando la rete dei musei, con concerti, spettacoli, offerte culturali e con una elevazione della qualità della vita e degli incontri sociali, trasformandosi in un sistema urbano eco-sostenibile.

L'Università deve rompere le forme di isolamento e il Rettore, con la partecipazione delle Facoltà interessate, deve attivare forme di collaborazione con il sistema delle autonomie locali e funzionali (non solo della Sardegna nord-occidentale) per dar vita ad appositi percorsi formativi (come, per esempio, i corsi-concorso) che, nel più rigoroso rispetto dell'imparzialità amministrativa, contribuiscano alla formazione di personale in possesso delle necessarie competenze professionali.

Questo processo richiede una notevole capacità organizzativa, la consapevolezza che occorre fare sistema ed il conseguente coinvolgimento di più attori, prime tra tutte le amministrazioni locali (che debbono sentirsi protagoniste delle iniziative), delle autonomie funzionali (tra le quali la Camera di commercio e la società di gestione di porti e aeroporti) e della Regione Sarda, alla quale devono essere richiesti i finanziamenti necessari alla realizzazione dei progetti.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 19 Novembre 2014 21:54

Multa venientis aevi populus ignota nobis sciet
multa saeculis tunc futuris,
cum memoria nostra exoleverit, reservantur:
pusilla res mundus est,
nisi in illo quod quaerat omnis mundus habeat.


Seneca, Questioni naturali , VII, 30, 5

Molte cose che noi ignoriamo saranno conosciute dalla generazione futura;
molte cose sono riservate a generazioni ancora più lontane nel tempo,
quando di noi anche il ricordo sarà svanito:
il mondo sarebbe una ben piccola cosa,
se l'umanità non vi trovasse materia per fare ricerche.

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