28. Conclusioni.

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Scritto da Administrator | 03 Maggio 2010

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Affronterò il confronto elettorale in modo leale ed aperto, serrato sui programmi, senza polemiche con gli altri candidati (che non considero avversari ma concorrenti che stimo), perché l'Ateneo non deve essere trasformato in un campo di battaglia: i candidati devono lavorare per presentare i propri programmi e le loro specificità, non per travisare le intenzioni altrui con un processo alle intenzioni, se ci si limita ad un confronto miope sulle persone, costruendo una vituperatio un poco caricaturale, che poi finisce per diventare un boomerang.

Con serenità, secondo lo stile di "misura", di tolleranza e di ascolto che ha improntato la mia attività di studioso e di responsabile a vari livelli del governo dell'Università, desidero portare un clima positivo e difendere un valore, quello dell'unità dell'istituzione universitaria, al di sopra degli inevitabili conflitti, che saranno in qualche caso utili per una crescita che si misuri con il pluralismo e che combatta la frammentazione del mondo universitario.

Il confronto elettorale aperto e pubblico tra candidati può essere un'occasione di crescita, per stimolare la comunità universitaria e definire i programmi che, partendo dalle specificità di Ateneo, siano capaci di proiettarsi sul piano regionale e nazionale, allo scopo di far emergere un'idea compiuta del futuro di una grande università pubblica; insieme un momento fondamentale del confronto democratico con pubblici civili dibattiti; se sarò eletto, mi impegno a farmi carico degli interessi generali di tutto l'Ateneo, senza partigianerie, preferenze politiche, scelte di parte e con una posizione di ragionevole equilibrio tra gli interessi contrapposti, costruendo l'autorevolezza della carica innanzi tutto su un forte senso etico, sulla serietà dei comportamenti, sul rigore e l'efficienza, sulla meritocrazia, sulla lotta al clientelismo, al nepotismo, alle pressioni corporative o di appartenenza.

A chi produce di più dovranno essere garantiti più fondi per la ricerca e più possibilità di progressioni di carriera per i docenti particolarmente brillanti. Intendo interpretare con spirito di servizio e dedizione le diverse anime di un Ateneo complesso, che vanta una storia secolare (il nuovo Rettore celebrerà i 450 anni di vita dell'Istituzione) e che conta su esperienze significative e su una rete di rapporti internazionali che costituiscono il più prezioso patrimonio sul quale possiamo costruire il futuro.

Credo sia nota la passione con la quale mi sono mosso, nell'ambito delle esperienze che di volta in volta ho maturato (direttore di Dipartimento, Preside, Prorettore, delegato alla ricerca). Non ho tessere di partito e respingo qualunque soggezione dell'Ateneo al sistema dei partiti, che deve essere punto di riferimento per il cittadino ma non per l'Istituzione universitaria.

Se sarò eletto sarò il Rettore di tutti, dei docenti, del personale tecnico amministrativo, degli studenti, dell'intero mondo della sanità.

Credo siano note le mie qualità scientifiche ed umane, la voglia forte di collaborare, di ascoltare, di costruire ogni giorno qualcosa che rimanga nel tempo. Intendo dare un contributo per valorizzare le nostre risorse (materiali, professionali ed umane) e per far crescere il nostro Ateneo, tenendo conto della sua storia secolare, della sua complessità, della sua ricchezza di contenuti umani e scientifici.

Non ritengo il potere un valore in sé, ma offro con serenità il mio servizio al nostro Ateneo con lo scopo di raggiungere obiettivi reali: mi conforta l'amicizia e la stima dei tanti colleghi che hanno chiesto un mio impegno e sostenuto la mia candidatura, colleghi che sono disposti a seguirmi in questa avventura, decisi a collaborare per trovare soluzioni.

Se questo programma otterrà l'approvazione ed il consenso di tutti, se questa avventura si concluderà con un successo, cercherò di coinvolgere tutti i colleghi con lo scopo di creare una comunità. Vogliamo un Ateneo europeo, di qualità, capace di misurarsi in un confronto internazionale ma fortemente radicato in una Sardegna che non tradisca la propria originale identità.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 19 Novembre 2014 21:58

Multa venientis aevi populus ignota nobis sciet
multa saeculis tunc futuris,
cum memoria nostra exoleverit, reservantur:
pusilla res mundus est,
nisi in illo quod quaerat omnis mundus habeat.


Seneca, Questioni naturali , VII, 30, 5

Molte cose che noi ignoriamo saranno conosciute dalla generazione futura;
molte cose sono riservate a generazioni ancora più lontane nel tempo,
quando di noi anche il ricordo sarà svanito:
il mondo sarebbe una ben piccola cosa,
se l'umanità non vi trovasse materia per fare ricerche.

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