Il portolano stintinese
Questo è un libro destinato soprattutto a chi ama il mare della Sardegna, ai marinai, ai pescatori, a coloro che osservano l’isola con gli occhi incantati di chi riesce a scoprire ogni giorno qualcosa di bello da ricordare nelle giornate invernali e da raccontare: una ragione in più per poter ritornare, per rivedere gli amici, per percorrere le rotte più care lungo le coste dell’Isola del sole.
Antonio Diana dopo i volumi dedicati al tempo della memoria, dopo le cartoline d’epoca e le immagini antiche di Stintino, ora ci rivela una conoscenza incredibile e di dettaglio sui mille luoghi di un territorio che va dalla Punta dell’Argentiera fino allo stagno di Pilo, nell’area nord-occidentale della Sardegna, comprendendo un accuratissimo periplo marino dell’isola-parco: gli antichi ritenevano che Ichnussa fosse quasi l’impronta del piede destro di un dio e che l’alluce andasse dal promontorio Gorditano (connesso alle Gorgoni dell’estremo occidente) fino all’Isola di Ercole: il primo è identificato con il capo Falcone ed è citato due volte dal geografo Tolomeo, vissuto ad Alessandria d’Egitto nel II secolo d.C., sulla costa occidentale e la costa settentrionale, dunque proprio al limite tra i due litorali. L’alluce arrivava a comprendere due isole circumsarde. l’Isola Piana (Diabate) e l’isola di Eracle (l’Asinara), tutti punti anticamente collocati a meno di 30 gradi di longitudine dalla più lontana delle Isole Fortunate (le Canarie).
Un secolo prima il naturalista Plinio il vecchio nel terzo libro della Naturalis Historia precisava: Gorditano promontorio duas insulas quae vocantur Herculis.
Ultimo aggiornamento Lunedì 27 Giugno 2022 19:50