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Scritto da Administrator | 02 Novembre 2017

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Attilio Mastino
Il viaggio di Enea fino a Cartagine
Paestum, Borsa Mediterranea del turismo archeologico, 27 ottobre 2017
Incontro “Il viaggio di Enea”
La Farnesina e la ricerca archeologica nel Mediterraneo


1. Virgilio riassume il tema delle relazioni mediterranee nel mondo antico nell’episodio della tempesta raccontato nel I libro dell’Eneide: le navi di Enea, partite da Drepanum in Sicilia, dove è stato sepolto Anchise, arrivate all'altezza delle isole Eolie, vengono disperse dai venti scatenati da Eolo, istigato da Giunone (la Tanit-Caelestis dei Punici). La tramontana (Aquilo) investe la vela della nave di Enea e solleva le onde fino al cielo; si spezzano i remi e la nave, offrendo i fianchi ai marosi, è ormai incapace di governare; le onde frante in cresta minacciano la stabilità di alcune triremi, mentre le altre sono spinte verso le secche, dove si formano mulinelli di sabbia (1, 102-7). Notus, il vento da Sud corrispondente all'Austro, getta tre navi sugli scogli, su quei saxa latentia chiamati Arae [Neptuniae o Propitiae] dagli Itali, che si innalzano sul mare di Libia con un dorso smisurato (1, 108-110). Euro poi, vento di Sud-Est (dunque lo Scirocco), spinge altre tre navi (si noti la ripetuta triplicazione rituale), le incaglia sui fondali e le circonda a poppa e sui fianchi con un argine di sabbia, rendendo impossibile la navigazione; è appunto ad Euro che è attribuita da Enea la responsabilità maggiore della presunta perdita di 13 delle 20 navi (1, 383). Una settima nave, quella dei Licii guidata da Oronte, viene investita di poppa da un'ondata ed affonda in un vortice dopo aver ruotato per tre volte su sé stessa (1, 113-9); alla fine risulterà essere l'unica nave andata a fondo. Anche le navi di Ilioneo, di Acate, di Abante e di Alete si trovano in difficoltà, perché le ondate provocano ampi squarci lungo le fiancate, aprendo pericolose falle (1, 120-3); alcune sono gettate dagli Austri in vada caeca ..../.... perque invia saxa (1, 536-7), anche se poi gli Eneadi riescono a toccare terra.

Ultimo aggiornamento Giovedì 02 Novembre 2017 21:48

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Scritto da Administrator | 26 Ottobre 2017

Presentazione del volume di Giovanni Soro, Camineras
Attilio Mastino
Chiaramonti, 29 ottobre 2017

Ho visto all’opera il prof. Giovanni Soro e il Coro Matteo Peru di Perfugas in tanti luoghi della Sardegna, in particolare nell’aula magna dell’Università di Sassari in occasione delle ripetute visite dei suoi amici dell’Università di Surin nella Tainlandia del Nord-Est. Così il 13 agosto 2013, quando ricevette assieme a Paolo Puddinu l’elefante d’oro dal presidente della fondazione tailandese “Surindra International Folklore Festival” Achara Phanurat, già Rettore dell’Università tailandese di Surin, il più alto premio della fondazione tailandese.

Il riconoscimento intendeva mettere in evidenza l’efficace attività relazionale dei due professori con la prestigiosa istituzione tailandese. In particolare Giovanni Soro, già preside e dirigente scolastico nelle scuole secondarie italiane, ha il merito di avere stretto i primi rapporti con l’Università di Surin, dove ha insegnato per alcuni anni Cultura italiana e latina ma anche tradizioni popolari della Sardegna, giovandosi del costante rapporto scientifico con Mario Atzori e Maria Margherita Satta.

Questo volume Camineras, tradotto in italiano con Orme e in francese dans les chemins, fortemente voluto da Maria Silvia Soro, da Vittorio Pinna, da Antonio Murziani, da Angelino Tedde, con la traduzione francese curata prima da Mariella Fiori e poi da Pietruccia Bulla, racconta una vita intera, che inizia con le poesie perdute dei primi anni 60 ritrovate da Antonio Canalis negli archivi del Premio Città di Ozieri, Notte incantada, Orgosolo e Cantigu de fozas: come non pensare, fatte le debite proporzioni, al recente volume di Annico Pau dedicato ai Canti Perduti di Sebastiano Satta? Un dono alla città di Chiaramonti e alla Sardegna tutta, con i paesaggi amati che riemergono nella solitudine delle campagne, delle pianure e delle alture, i montijos, della nostra Isola.

Ultimo aggiornamento Giovedì 26 Ottobre 2017 21:01

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Scritto da Administrator | 16 Ottobre 2017

Messaggio di Attilio Mastino alla 58° edizione del Premio città di Ozieri
Ozieri, 2 ottobre 2017


Cari amici,

impegnato in Tunisia negli scavi della Scuola archeologica italiana di Cartagine, mi è impossibile essere presente oggi a questa splendida 58° edizione del Premio Ozieri, che ho seguito attraverso le opere di tanti appassionati poeti che abbiamo valutato in una giuria composta da studiosi e specialisti di grandissimo livello. Li ho osservato lavorare in questi mesi con passione ma anche con una conoscenza della cultura della Sardegna che non ha eguali. Lasciatemi dire grazie a tutte le autorità, al Presidente e soprattutto al segretario del Premio Antonio Canalis e alla sua famiglia.

Voglio soltanto raccontare l’impressione che ho tratto nel corso dell’ultima riunione del 2 settembre, quando abbiamo selezionato le opere da premiare: la discussione all’interno della giuria  è stata per me davvero interessante, salutare, piena di informazioni e di indicazioni di metodo. Ho soprattutto ascoltato con rispetto e con emozione, facendo tesoro delle osservazioni sul metro, sulla sintassi, sulle immagini letterarie, perfino sulle zoppie volute oppure casuali di una lingua che deve trovare una sua progressiva convergenza. Il quadro che mi sto facendo dei tanti poeti che partecipano al Premio Ozieri si radica ancora di più, coinvolge le nuove generazioni, attraversa tutta l’isola e allarga il suo sguardo verso orizzonti lontani, in un Mediterraneo globalizzato che vorremmo in pace.

Ultimo aggiornamento Lunedì 16 Ottobre 2017 12:25

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Scritto da Administrator | 17 Settembre 2017

Il ruolo della ricerca scientifica per lo sviluppo della Sardegna e del Paese

Attilio Mastino

Nell’ambito delle iniziative preparatorie della 48° Settimana sociale dei cattolici italiani che si svolgerà a Cagliari tra il 26 e il 29 ottobre, il 15 settembre ho partecipato con emozione al Convegno promosso a Sassari nell’aula magna dell’Università dal Rettore, dall’Arcivescovo Mons. Padre Paolo Atzei, dal Vescovo di Alghero-Bosa prof. Mauro Maria Morfino e da Mons. Giulio Madeddu sul tema “Il lavoro che vogliamo.

Libero, creativo, partecipativo e solidale”, con specifico riferimento a “Il contributo della ricerca come lavoro e per il lavoro”. L’iniziativa ha avuto un grande successo e l’attenzione si è concentrata sul lavoro della ricerca scientifica dell’Università degli Studi di Sassari e per essa di ogni altro Ateneo italiano, con attenzione per le prospettive professionali dei giovani più qualificati. Il prof. Massimo Carpinelli, Rettore Magnifico dell’Università degli Studi di Sassari, ha presieduto l’incontro ed ha potuto mettere a disposizione un gruppo di Ricercatori, sotto la guida del prof. Francesco Cucca, Professore Ordinario di Genetica Medica e delegato rettorale alla ricerca.

Tra gli altri si sono segnalati gli interventi del Direttore del Dipartimento di scienze biomediche Andrea Montella, di Sergio Uzzau di Porto Conte Ricerche, di Luigi Fiori, di Matteo Floris, di Diego Zucca, di Pier Andrea Serra dell’Università di Sassari. Era presente il Rettore emerito Alessandro Maida e la prof. Eugenia Tognotti, il cui contributo nel campo della Storia della Medicina è stato più volte evocato nel corso dell’incontro.

Ultimo aggiornamento Domenica 17 Settembre 2017 20:34

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Scritto da Administrator | 20 Agosto 2017

Cartagine, il Mediterraneo centrale e la Sardegna:
società, economia e cultura materiale,
Giornata di studio in onore di Piero Bartoloni,
Sant’Antioco, Museo Ferruccio Barreca, sabato 29 luglio 2017
Intervento conclusivo di Attilio Mastino

Cari amici,

questa giornata si è aperta con i saluti del nuovo Sindaco del comune di Sant’Antioco, Ignazio Locci, che ha voluto ricordare gli anni in cui ha svolto l’impegnativa funzione di Presidente del Consiglio degli studenti nell’Università di Sassari. Un momento luminoso e felice, che ci ha visto lavorare fianco a fianco in un Ateneo vivo e aperto. Credo che l’Amministrazione comunale avrà una marcia in più con questo Sindaco che ha alle spalle una straordinaria esperienza di relazioni e di rapporti positivi.

Abbiamo poi ascoltato gli interventi dell’Assessore alla cultura Rosalba Cossu e del direttore del Dipartimento di storia, scienze dell’uomo e della formazione dell’Università di Sassari Marco Milanese, impegnato in questi giorni negli scavi di Mesumundu a Siligo, con tante novità che riguardano innanzi tutto la viabilità in età imperiale e tardo-antica.

Stamane, in apertura di questa giornata speciale, con il sindaco ed il direttore Piero Bartoloni (che oggi abbiamo festeggiato), assistiti da Sara Muscuso e da Michele Guirguis, abbiamo firmato il protocollo d’intesa tra il Museo Archeologico “Ferruccio Barreca di Sant’Antioco” e la Scuola archeologica italiana di Cartagine, fondata il 22 febbraio 2016. Porteremo a ratifica il documento nella riunione di Tunisi delle prossime settimane.

Ultimo aggiornamento Domenica 20 Agosto 2017 09:07

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Scritto da Administrator | 23 Luglio 2017

Magia e inquisizione nella Sardegna del Cinquecento secondo Tomasino Pinna
Attilio Mastino
Ozieri, 20 luglio 2017, Istituzione San Michele

Il volume di Tomasino Pinna pubblicato quasi vent’anni fa per la EDES in occasione degli scavi nel castello aragonese di Sassari è intitolato Storia di una strega. L’inquisizione in Sardegna. Il processo di Julia Carta, Sassari 2000, e ci porta nel cuore della Sardegna spagnola, dopo il Concilio di Trento: è la prima pietra di un’opera più vasta sulla storia della stregoneria vista nella prospettiva della storia elle donne oltraggiate e offese. Julia Casu Masia Porcu detta Julia Carta compare negli atti del primo processo recuperato nell’Archivio dell’inquisizione presso l’Archivo storico nazionale di Madrid, documenti poi ripresi per il volume su Siligo da me curato nel 2003.

Al momento della sua scomparsa, un anno fa, Tomasino lavorava per pubblicare il secondo processo, intentato con spietato accanimento nei confronti di una donna povera dal punto di vista economico e assolutamente priva di strumenti culturali: la sua famiglia d’origine è costituita dal padre muratore (Salvador Casu), dalla madre (Giorgia de Ruda Porcu Sini), da quattro fratelli di cui tre scapoli (due dei quali vivono presso il canonico di Ales, Pedro Desini, fratello della madre, mentre Francesco, l’unico sposato e con un figlio viveva a Codrongianus) e due sorelle (una sposata a Mores ed una ancora ragazzina ai tempi del processo, di 12 anni di età). Julia afferma durante l’interrogatorio di avere più o meno 35 anni, secondo i conti fatti dalla madre e di impegnarsi nelle attività tipiche femminili che riguardano la gestione quotidiana della casa, la tessitura; aggiunge che frequenta regolarmente la chiesa. Sposatasi, all’età di 25 anni, con un vedovo, il contadino (labrador) Costantino Nuvole, già con un figlio di primo letto, ha avuto con lui in dieci anni di matrimonio, sette figli, tutti morti in tenera età, tranne l’ultimo Juan Antonio, di appena quattro mesi.

Ultimo aggiornamento Domenica 23 Luglio 2017 15:20

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Scritto da Administrator | 04 Luglio 2017

La visita di Theodor Mommsen a Cagliari in una rara vignetta del 1877: la difesa delle Carte di Arborea e della giudicessa Eleonora d'Arborea (cortesia Raimondo Zucca)

Theodor Mommsen rimase a Cagliari quattordici giorni, fino al 27 ottobre 1877, per visitare l'Università, la collezione di antichità nel vicino Museo, l'archivio arcivescovile, la Grotta della Vipera. Alloggiato presso l'Hotel Scala di Ferro in Via Regina Elena (sotto Piazza Martiri), fu accolto inizialmente con simpatia: su L'avvenire di Sardegna, il giornale politico internazionale organo della colonia italiana nella Tunisia che si stampava a Cagliari, il 15 ottobre in cronaca si annunciava l’arrivo due giorni prima dell'illustre studioso, si forniva una serie di particolari biografici, dalla nascita in Danimarca, ai suoi studi, ai suoi viaggi, ricordando in particolare il viaggio in Italia nel quale si era occupato «indefessamente delle iscrizioni romane» .

E poi la cattedra di diritto a Lipsia, «carica che poco dopo lasciò per essersi mischiato nei ben noti sconvolgimenti politici»; poi Zurigo, Breslavia e Berlino . Dopo una sintesi delle sue principali pubblicazioni, il cronista passava ad un breve ritratto: «Il Mommsen ha i capelli bianchi; è alto, snello; veste abito bleu ed ha occhiali d'oro; parla correttamente l'italiano». E infine: «Stamane egli ha cominciato la visita della città in ordine allo scopo del suo viaggio, recandosi al museo archelogico per esaminarne le iscrizioni».

Ultimo aggiornamento Martedì 04 Luglio 2017 20:49

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Multa venientis aevi populus ignota nobis sciet
multa saeculis tunc futuris,
cum memoria nostra exoleverit, reservantur:
pusilla res mundus est,
nisi in illo quod quaerat omnis mundus habeat.


Seneca, Questioni naturali , VII, 30, 5

Molte cose che noi ignoriamo saranno conosciute dalla generazione futura;
molte cose sono riservate a generazioni ancora più lontane nel tempo,
quando di noi anche il ricordo sarà svanito:
il mondo sarebbe una ben piccola cosa,
se l'umanità non vi trovasse materia per fare ricerche.

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