Attilio Mastino, Geografia, Geopolitica, Epigrafia,
Conference de l’AIEGL, Bordeaux 31 agosto 2022
L’épigraphie au XXIe siècle, XVI Congressus internationalis Epigraphiae Graecae et Latinae,
(Film https://youtu.be/l8l_8caQ2w0). La strategia militare per liberare l’Europa dopo i fascismi che avevano alimentato il mito imperiale di Roma mi sembra possa esser sintetizzata nelle vicende dello sbarco americano in Marocco raccontate in un film del 1970 in un puro stile holliwoodano, premiato con tanti Oscar, il Generale di Acciaio: vi si vede un improbabile Generale Patton interpretato da George C. Scott mentre sproloquia alla fine del 1942 sulla guerra, a Volubilis davanti all’arco eretto dal procuratore M. Aurelio Sebasteno dedicato per celebrare la singularis indulgentia [erga] universos et [nova] supra omnes [retro] principes di Caracalla nella sua XX e ultima potestà tribunicia. Rimontata da Louis Chatelain e André Piganiol nei restauri del 1935, la duplice iscrizione ricorda l’imperatore come Germanicus Maximus, vincitore dei Germani.
Ma sarebbe pretendere troppo immaginare che il regista abbia pensato ad un collegamento tra la campagna contro Hitler ed i tedeschi e la vittoria germanica di 1800 anni prima. Sappiamo che la task force corazzata guidata dal gen. Patton si preparava ad intervenire a Kasserine in Tunisia dopo il disastro di americani e inglesi di fronte a tedeschi e italiani: ai confini di un Mediterraneo ancora tutto da riconquistare, diciamo la parola, da liberare dai totalitarismi e dalle patologiche aspirazioni coloniali di Mussolini e di Hitler, il generale è descritto nel film in modo caricaturale e un poco offesivo: avrebbe inciampato sulla crudeltà delle donne arabe al momento della distruzione di Cartagine, una storia tutta deformata ed inesatta, che però rende bene – al di là delle esigenze narrative – le contraddizioni della guerra, contraddizioni testimoniate drammaticamente dalle bianche lapidi dei cimiteri militari che tanto spesso abbiamo visitato come quello inglese di Medjez el Bab sulla Medjerda, a due passi da Thignica.