Apertura della 12th Conference of the International Committee for the conservation of mosaics ICCM

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Scritto da Administrator | 14 Gennaio 2015

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Attilio Mastino
Apertura della 12th Conference of the International Committee for the conservation of mosaics ICCM
Sassari, 27 ottobre 2014

Cari amici,

sono onorato di accogliere tanti colleghi, tanti ricercatori, tanti illustri ospiti provenienti da 24 diversi Paesi nell'Aula Magna dell'Università di Sassari, negli ultimi giorni del mio mandato di Rettore: già ieri sera ad Alghero l'Ateneo vi ha accolto sul mare del Golfo delle Ninfe, nei nuovi locali del Dipartimento di Architettura design e urbanistica, ma oggi volevo portare il saluto dei colleghi antichisti, archeologi e storici dell'Arte dei nostri altri Dipartimenti, il Dipartimento di storia, scienze dell'uomo e della formazione, il Dipartimento di scienze umanistiche e sociali, il Dipartimento Scienze della natura e del Territorio, che apprezzano l'azione svolta dall'International Committee for the Conservation of Mosaics, a partire dalla sua costituzione nel 1977 e che seguiranno questa 12a Conferenza triennale dell'ICCM, al quale oggi aderiscono oltre cento Stati.

Tratterete in questi giorni tanti aspetti differenti, legati alla specificità della conservazione del patrimonio musivo, con riferimento alle nuove tecnologie legate alle indagini territoriali, agli scavi, alla documentazione, al restauro: le risorse economiche, i costi, il management, le diverse metodologie di scavo, la musealizzazione, lo sviluppo del turismo, l'insegnamento e l'educazione, gli scambi internazionali di esperienze.

Grazie a chi ha scelto per questa dodicesima edizione la Sardegna, l'isola dalle vene d'argento, tanto ricca di novità e di nuove scoperte anche in ambito musivo: grazie al Presidente del Comitato organizzatore Demetrios Michaelides, presidente dell'ICCM e professore nell'Università di Cipro; grazie a Roberto Nardi, vice presidente dell'ICCM, del Centro di Conservazione Archeologica di Roma, che abbiamo visto all'opera in Sardegna nel restauro delle statue dei Giganti di Monte Prama; grazie alle Soprintendenze archeologiche della Sardegna, in particolare ad Antonietta Boninu e ora a Gabriella Gasperetti; grazie al Comune di Porto Torres. Infine grazie a The Getty Conservation Institute di Los Angeles.

Sono molto onorato di far parte del Comitato Scientifico coordinato dall'amica Aicha Ben Abed, che comprende tanti nomi illustri provenienti da tutto il mondo, conosciuti non solo nel nostro ambiente, Evelyne Chantriaux, Stefania Chlouveraki, Stefano De Caro direttore dell'ICCROM, Sabah Ferdi, Anne-Marie Guimier-Sorbets, John Stewart, Jeanne Marie Teutonico del Getty Museum. Voi tornate in Italia dopo la prima Conferenza di Roma nel 1977, la seconda di Aquileia nel 1983, la decima di Palermo nel 2008, dopo esser passati per Soria e Palencia in Spagna, per Faro e Conimbriga in Portogallo, per Nicosia a Cipro, per Saint-Romain-en-Gal e Arles in Francia, per Salonicco in Grecia, per Hammamet in Tunisia, per Meknés in Marocco.

Per preparare questo incontro, il 20 marzo scorso a nome dell'Università di Sassari ho siglato un accordo di cooperazione accademica con il Presidente dell'ICCM Demetrios Michaelides, che ci ha consentito di percorrere una strada comune,  grazie anche all'impegno dei nostri impareggiabili Maria Bastiana Cocco, Alberto Gavini e Paola Ruggeri, che seguiranno i vostri lavori. Dal numero delle relazioni, dei poster, delle visite guidate penso che quello che oggi inauguriamo sarà un incontro davvero fecondo e ricco di risultati scientifici, che come di consueto saranno consacrati nel volume di Atti. Dagli abstracts ho visto il quadro internazionale, la capacità di spaziare nel tempo e nello spazio, dall'età antica quasi fino ai nostri giorni. Soprattutto mi ha colpito il ruolo che nei vostri lavori verrà occupato dal patrimonio musivo del Nord Africa e in particolare della Libia, un paese che ho visitato di nuovo, poco prima della rivoluzione, ricavandone aancora una volta un'impressione fortissima di vitalità e di ricchezza, come nella villa di Silin, a Lepcis Magna, a Sabratha, nel Museo di Tripoli, a Cirene, a Bengasi. L'orma dell'imperatore africano Settimio Severo. Oggi, quel patrimonio è messo gravemente a rischio e tutti noi sentiamo forte l'esigenza di un processo di pace al quale l'Europa deve partecipare con serenità, senza anteporre interessi nazionali o valutazioni economiche per una politica che costruisca davvero un Mediterraneo di pace. Auguro che i prossimi anni possano vedere la fine di una lunga crisi che ha portato instabilità e tragiche divisioni.  Solo così alcuni vostri progetti, come quello del King's Colleg London intitolato “Conserving and Managing Mosaics in Libya” potranno trovare pratica realizzazione.

Colgo l'occasione per adempiere ad un compito che onora me e il nostro Ateneo, quello di consegnare il sigillo storico dell'Università di Sassari a un Maestro di fama internazionale, il Presidente onorario dell'ICCM Gaël de Guichen dell'Università di Paris I-Sorbonne, ispiratore del percorso che in questi anni ha portato alla definizione della teoria della conservazione preventiva. Lasciatemi ricordare gli interessi africani del nostro Ateneo per spiegare come con questo segno vogliamo rendere omaggio al fondatore dell'Ecole du Patrimoine Africain di Porto-Novo, Bénin e del Program for Museum Development in Africa, ora Centre for Heritage Development in Africa a Mombasa, Kenya.

 

Cari amici,

a Porto Torres tra due giorni visiterete il Parco Archeologico di Turris Libisonis, con le nuove scoperte, il mosaico di Orfeo e gli emozionanti resti delle ville che si affacciano sulle mura  della colonia e sul corso del Rio Mannu a breve distanza dal ponte romano: dieci anni fa presentammo a Siviglia in occasione del XVII Convegno internazionale de L'Africa Romana la straordinaria iscrizione rinvenuta all'interno di una ghirlanda sul pavimento a mosaico di una di queste ville. Togliendo gli aspetti più imbarazzanti e un poco minacciosi leggo il testo in questo modo: quod benistis, contenti estote, tuti fecistis, qui probissimi superbenistis. Il richiamo alla probitas è già nel Bellun Iugurthinum di Sallustio, con riferimento alle doti morali di Gaio Mario e ritorna nel discorso di Aderbale in Senato e nel prologo dell'opera. Desidero allora augurarvi con amicizia e simpatia <<Benvenuti in Sardegna>>, sicuro che siete arrivati con le migliori intenzioni, probissimi, dopo aver preparato relazioni rigorose ed originali, spero che ve ne ripartirete a fine settimana contenti e auguro che possiate raggiungere tuti, in piena sicurezza le vostre sedi.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 14 Gennaio 2015 13:50