Inaugurazione della scalinata “Luisa Monti, pediatra”

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Scritto da Administrator | 12 Dicembre 2016

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Inaugurazione della scalinata “Luisa Monti, pediatra”
Bosa 5 luglio 2008
Intervento del prof. Attilio Mastino

Cari amici,

mi è stato chiesto di ricordare Luisa Monti a quattro anni dalla sua improvvisa e dolorosa scomparsa, per rendere omaggio alla sua memoria, ai volontari del pronto soccorso, agli uomini ed alle donne della Croce Rossa e dell’emergenza della nostra città.

Voglio riportarvi ora più indietro nel tempo, a 15 anni fa, quando come Assessore alla protezione civile della Provincia di Nuoro ero stato incaricato di coordinare il settore dell’emergenza e del volontariato. Ricordo le tante riunioni nella sala del Consiglio Provinciale a Nuoro, per creare una rete di associazioni, per scrivere il piano provinciale di protezione  civile, per definire le competenze in caso di alluvione del fiume Temo, del Cedrino o del Flumendosa e per altre calamità.

Luisa Monti era là, sempre presente, capace di suggerire, di stimolare, piena di curiosità, di desideri, di passioni, sempre con una voglia forte di fare e di costruire.

La passione aveva condotto i giovani della Croce Rossa a creare questo spazio all’interno della stazione ferroviaria ristrutturata di Bosa Marina, che non era solo il luogo ove raccogliere le segnalazioni delle tante emergenze, ma anche un centro pulsante di vita, di incontri, di discussioni, di amicizie.
Luisa ci lavorava come volontario del soccorso dal 1989, due anni dopo la laurea in Medicina e Chirurgia conseguita nella mia Università durante il rettorato di Antonio Milella. I miei colleghi medici la ricordano ancora con simpatia e con rimpianto.

Da noi quattro anni dopo la laurea aveva conseguito la specializzazione in Pediatria e quindi l’abilitazione, durante il rettorato di Sandro Maida.

Allora non sapevo che Luisa sarebbe cresciuta continuamente, arrivando a diventare Ispettore Regionale della Sardegna dei Volontari del soccorso  della Croce Rossa Italiana, assumendo progressivamente incarichi nazionali nel Pronto Soccorso e nella Croce Rossa, diventando la protagonista di incontri di studio e varie emergenze.

Ho visitato in questi giorni la sua casa, dove la mamma Antonella Deriu conserva le memorie di una vita vissuta intensamente per gli altri, dove rimane il suo cane, il profumo stesso di lei, che ancora si avverte nelle diverse stanze, nello studio in particolare dove rimangono le immagini straordinarie di un impegno profondo e di una sensibilità che tutti abbiamo ammirato.

Sulla sua scrivania ho consultato un archivio ricco di notizie, i documenti che testimoniano le trappe di una preparazione specifica in tema di emergenze sanitarie che si è sviluppata per oltre dieci anni tra l’Istituto Gaslini di Genova, Jesolo, Riccione, Grado, Torino e soprattutto la Sardegna, con corsi di medicina d’urgenza, di emergenza pediatrica, di pronto soccorso, di rianimazione, una decina in tutto, ma anche convegni e congressi ai quali ha partecipato come relatrice e soprattutto esercitazioni pratiche e simulazioni di interventi, perché sul campo Luisa dava il meglio di se, con un forte sentimento di solidarietà, di partecipazione, di volontariato, sempre con il sorriso sulle labbra, ma anche senza far sconti a nessuno e senza scorciatoie.

Potrei stasera elencare una per una tutte queste tappe, potrei raccontare dei premi che Luisa ha ricevuto negli anni, onorificenze, medaglie, attestati; dopo la morte la clinica che porta il suo nome nelle Filippine oppure la piazza di Serre a lei intestata in provincia di Salerno.

Ma non riuscirei a dare l’idea di quello che Luisa è stata veramente col cuore e con la sua sensibilità verso i bambini.

Tra le sue carte c’è una foto di un bimbo ustionato a Baghdad, c’è la testimonianza viva dell’impegno nel 2003-04 presso il Medica City Hospital di Baghdad nell’assistenza ai grandi ustionati, c’è una lettera del Direttore Sanitario e del Direttore della Croce Rossa Italiana sul lavoro svolto in Iraq dopo la guerra americana in un angolo di mondo che aveva conosciuto solo odio e sofferenza e dove Luisa ha fatto sbocciare il seme dell’amore per gli altri. Le sue capacità professionali come pediatra sono state di esempio e punto di riferimento per gli assistiti e per i colleghi iracheni, come in Albania prima ed in Sardegna poi, sempre partendo dalla sua città, Bosa, che oggi la piange e vuole solennemente ricordarla.

Rimangono tanti messaggi, di amici increduli di averla perduta, con i disegni un po’ naif dei bambini che lei ha soccorso e che le hanno voluto bene.

Un documento dell’Iraqui Institute for Human Rights rimanda al rimpianto per una donna che ha saputo entrare in sintonia con un mondo tanto lontano da noi, sempre dalla parte dei sofferenti.

La Croce Rossa l’ha ricordata per aver sacrificato la propria vita per la sofferenza dei fanciulli del mondo.

Ho letto in questi giorni  anche i ricordi di don Lorenzo, di don Pietro Scanu, di Geronimo Carrreras e di tanti altri ed ho apprezzato le parole oggi del sindaco Paolo Casula: il tema della pace che non esiste senza giustizia, il tema della testimonianza cristiana, che è fiorita nell’Azione Cattolica, l’impegno generoso per gli altri che Luisa ha sviluppato nel mondo sportivo e nel canottaggio, la capacità di dare il giusto peso alla vita, anche nella sofferenza più nera, il tema della fame rispetto ai privilegi ed al troppo che c’è sulle nostre tavole.

Ora che Luisa non c’è più, è nostro dovere asciugare le lacrime e restituire un poco di conforto, dire parole di consolazione alla mamma Antonella, agli amici, alla croce Rossa, perché non morirà chi vive nei nostri cuori.