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La scomparsa dell’archeologa Antonietta Boninu.

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La scomparsa dell’archeologa Antonietta Boninu

Antonietta Boninu se ne è andata a 72 anni il 30 ottobre scorso, in silenzio, con stile, senza raccontarci nulla della malattia che l’aveva colpita quasi sei mesi fa e che ha affrontato negli ultimi giorni assieme al suo parroco don Massimiliano Salis a Mater Ecclesiae : la vogliamo ricordare oggi come storica direttrice della Soprintendenza archeologica di Sassari e Nuoro, antica compagna di studi e di mille progetti comuni, indimenticabile amica e generosa studiosa della Sardegna.

L’avevamo conosciuta alla Facoltà di Lettere a Cagliari, dove era stata allieva di Piero Meloni e Giovanna Sotgiu, per poi laurearsi con Mario Torelli in archeologia classica, con una tesi intitolata Catalogo della ceramica “sigillata chiara africana” del Museo di Cagliari (pubblicata nel 1972 sulla rivista diretta da Giovanni Lilliu “Studi Sardi”); un argomento che avrebbe segnato una vera e propria svolta non solo negli studi sulle relazioni tra Africa e Sardegna ma anche sulla classificazione scientifica dei materiali e sulle fabbriche di ceramica da mensa e in «sigillata chiara», di ceramica da cucina e di lucerne, precisando cronologie, trasferimenti per nave e mercati transmarini delle officine africane. La sua classificazione avrebbe permesso negli anni successivi di datare gli strati degli scavi anche in siti urbani o ostiensi.

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I risultati V Edizione del premio “Giancarlo Susini”

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I risultati V Edizione del premio “Giancarlo Susini”

Cecilia Ricci Presidente della Società Scientifica “Terra Italia” e Attilio Mastino direttore del Periodico internazionale di Epigrafia “Epigraphica” anche a nome delle Edizioni Fratelli Lega hanno proclamato il 26 ottobre 2020  il vincitore della V edizione del <<Premio Giancarlo Susini>>, in occasione di un collegamento Zoom promosso per una conferenza di Hernán Gonzáles Bordas (Bordeaux) e di Ali Cherif (Tunisi) su  Le grandi iscrizioni agrarie dell’Africa, la lex Hadriana de rudibus agris, conferenza nella quale sono stati generosamente presentati numerosi dati inediti su uno dei temi centrali della ricerca epigrafica in Tunisia negli ultimi anni. Grazie alla collaborazione della Scuola Archeologica Italiana di Cartagine, erano collegati oltre 60 specialisti, studiosi di molte sedi e centri di ricerca della Francia, della Spagna, dell’Austria, dell’Italia e molti studenti, dottorandi o laureandi, delle Università di Bologna, Campobasso, Cagliari e Sassari.

La conferenza è stata seguita da un ampio dibattito al quale hanno partecipato tra gli altri Francesca Cenerini, Antonio Corda, Antonio Ibba, Sergio Lazzarini, Paola Ruggeri.

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La scomparsa dell’archeologo Mario Torelli (1937- 2020).

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La scomparsa dell’archeologo Mario Torelli (1937- 2020)

È scomparso il 16 settembre a Palermo un gigante dell’archeologia italiana, Mario Torelli: laureato a Roma nel 1960, ispettore presso la Soprintendenza dell’Etruria Meridionale, aveva partecipato nel 1968 al primo concorso di Epigrafia Latina in Italia bandito dall’Università di Cagliari e poi aveva preso servizio l’anno dopo come professore aggregato di Archeologia e Storia dell’Arte greca e romana, facendosi amare dagli allievi con quel suo primo seminario sull’isola sacra di Delos e per i decennali scavi del santuario greco di Gravisca, l’antico porto di Tarquinia.

Nel 1975 è stato chiamato a Perugia come professore ordinario, poi visiting in decine di università straniere,  membro di Società scientifiche (la nostra Scuola archeologica italiana di Cartagine) e di Accademie italiane (l’Accademia Nazionale dei Lincei) e straniere, direttore della rivista di antichistica “Ostraka”.

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Presentazione del volume L’epigrafia del Nord Africa: novità, riletture, nuove sintesi.

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Presentazione del volume L’epigrafia del Nord Africa: novità, riletture, nuove sintesi, a cura d. S. Aounallah, A. Mastino, Collana Epigrafia e antichità, 45, Faenza 2020, pp. 13-14

È davvero un onore per noi presentare questo volume dedicato a «L’epigrafia del Nord Africa: novità, riletture, nuove sintesi», all’interno della collana “Epigrafia e antichità”: lo facciamo con emozione e gratitudine ricordando Angela Donati,  Christine Hamdoune e Enrique Gozalbes Cravioto e tornando indietro fino a quel lontano dicembre 1983 quando si svolse il primo dei convegni de “L’Africa Romana” fortemente voluti da Giancarlo Susini, Marcel Le Glay, Hédi Slim.

Avevano partecipato a quel primo incontro anche Giorgio Bejor, Naidé Ferchiou, Ammar Mahjoubi, Sandro Schipani, Latifa Slim, Giovanna Sotgiu, Cinzia Vismara, Raimondo Zucca e tanti altri, molti colleghi delle Soprintendenze e i nostri studenti. Negli anni successivi, si sarebbero aggiunti tutti i più illustri maestri dell’archeologia nord-africana, con il diretto coinvolgimento di tante prestigiose istituzioni.

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60° edizione del Premio Letterario città di Ozieri.

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60° edizione del Premio Letterario città di Ozieri
Ozieri, 29 febbraio 2020
Saluto di Attilio Mastino, Presidente della Giuria

Questa performance della Banda della Brigata Sassari, queste note meravigliose ci ricordano come la Brigata Sassari sia patrimonio comune della Sardegna, e come la storia di questo reparto militare così caratterizzato sia intrecciata con la storia delle famiglie e di ciascuno di noi, cioè con la storia dei Sardi e dell’intera Isola. La Brigata ha conservato un rapporto profondo con le persone, con le famiglie, con le istituzioni della Sardegna ed eredita oggi un patrimonio di sentimenti e di affetti che non si perdono. La banda testimonia questo senso di appartenenza, il valore identitario, il contenuto di relazioni e di rapporti, le radici profonde, una simpatia davvero unica e una vicinanza.

L’Identità diventa un concetto fondamentale nel mondo che ci è dato di vivere e di conoscere, Identità come un valore positivo fatto non di chiusure su noi stessi verso una realtà tribale ripiegata sul proprio ombelico ma esattamente al contrario, facendo leva proprio sulla consapevolezza della ricchezza della nostra storia e sull’esigenza dell’incontro con l’altro.  Anche attraverso i dati sulla composizione della truppa e sull’origine geografica degli ufficiali della Brigata Sassari emerge questo straordinario radicamento nel territorio.

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Convegno internazionale “La Sardegna e il Mediterraneo: dall’archeologia alla società”

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Convegno internazionale “La Sardegna e il Mediterraneo: dall’archeologia alla società”.
Studi e ricerche in memoria di Ercole Contu
Sassari, 17-18 Gennaio 2020, Aula Magna, Piazza Università 21
Attilio Mastino, Ossi. Eracle e le Esperidi: le ninfe della Sardegna nell’Occidente
Mediterraneo mitico

In questa sede, partendo dal culto di Eracle ben documentato in tutta la Sardegna (da Antas a Tharros, da Olbia a Posada, da Cagliari a Serri, infine Padria), ci concentreremo su un aspetto circoscritto, il mito delle Esperidi figlie di Forco re della Sardegna e della Corsica, riprendendo in mano il bronzetto scoperto  ad Ossi nel 1938 in località Monte Mammas, sulla piana di Bilikennor presso le rovine romane di età imperiale e il successivo insediamento medioevale: il cimelio  <<raffigurante Ercole, alto cm . 7,2 in ottimo stato di conservazione, di accurata fattura e di notevole valore artistico>> fu donato da Michele Macis nel 1956 al Museo Nazionale Sanna in Sassari.

Il bronzetto, che raffigura il figlio di Giove e di Alcmena, il fratellastro di Ificle figlio legittimo di Anfitrione, fu studiato in maniera magistrale da Ercole Contu su “Archeologia Classica” del 1960, con un sguardo sui possibili modelli, forse con qualche eccesso spaziando da Policleto a Lisippo, da Prassitele a Scopas e così via; articolo ripreso e commentato nel 1981 da Robert J. Rowlad jr.. e più recentemente discusso da Pina Derudas e da Maria Pieranna Masala, soprattutto da Rubens d’Oriano nel catalogo del volume curato da Paolo Bernardini e Raimondo Zucca, Il Mediterraneo di Herakles. Da ultimo Giovanni Azzena e Enrico Petruzzi hanno rilanciato il tema della localizzazione di Ad Herculem nella Sardegna nord-occidentale, richiamando l’attenzione sulla lastra marmorea rinvenuta all’inizio dell’Ottocento nel sito dove sarebbe sorto il Palazzo di Città a Sassari, con la raffigurazione di Eracle che doma le cavalle antropofaghe di Diomede (VIII fatica).

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Les Syrtes dans l’imaginaire littéraire classique.

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Les Syrtes dans l’imaginaire littéraire classique
Attilio Mastino

COLLOQUE INTERNATIONAL D’une Syrte à l’autre III:
Les deux Syrtes entre le désert et la mer à travers l’Histoire:
Espace d’échange, de concurrence et de conflit

Mahdia, les 2, 3 et 4 Décembre 2019

A la mémoire de René Rebuffat

Permettez-moi de remercier de tout cœur les amis du département d’histoire de la Faculté des Lettres et des Sciences Humaines et Sociales de Sfax (Tunisie) et du département d’archéologie de Durham University (Angleterre) en partenariat avec le «Laboratoire d’Etudes et des Recherches Interdisciplinaires et Comparées (LERIC) », le «Laboratoire Maghreb Arabe : Omrane Pluriel », et «The Society for Libyan Studies (London U.K.) », qui organisent ce troisième colloque international sur les deux Syrtes à travers l’histoire, dont le thème est Les deux Syrtes entre le désert et la mer à travers l’Histoire : Espace d’échange, de concurrence et de conflit.

Dès la fin de la période républicaine, on avait acquis à Rome une connaissance complète des routes, des lieux d’abordage et des ressources d’un territoire, l’Afrique numide, qui était resté pendant longtemps enveloppé dans un halo de mystère; et pourtant, malgré des informations adéquates, qui apparaissent à maintes reprises dans les sources, les écrivains de la période augustéenne et plus tard ceux de l’époque impériale préfèrent donner aux Syrtes une connotation différente, négative et terrifiante selon une tradition littéraire bien établie, fondé sur un préjudice, si on pense à la célèbre description des arbres de l’oasis de Tacapes Chez Pline ou, bien avant, à la beauté de l’ile des lotophages dans l’Odysée, Meninx-Djerba.

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Presentazione dei 6 numeri di Libya antiqua (2011-18), Rivista annuale del Dipartimento delle antichità della Libia.

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Attilio Mastino
Presentazione dei 6 numeri di Libya antiqua (2011-18),
Rivista annuale del Dipartimento delle antichità della Libia
(Annual of the Department of Antiquities of Libya)
Macerata, 26 novembre 2019

Cari amici,

presentare qui a Macerata grazie alla cortesia di Maria Antonietta Rizzo Di Vita e di Mustafa Turjman, questi splendidi sei numeri della serie di “Libya antiqua” significa innanzi tutto richiamare lontani rapporti che mi hanno legato a Lidio Gasperini, Gianfranco Paci, Silvia Maria Marengo, Antonino Di Vita, a tanti amici italiani, libici, stranieri. Tornare ad esempio a quelle luminose giornate di Tor Vergata e di Frascati nel lontano dicembre 1996 ed alle mie conclusioni al convegno su Cirene e la Cirenaica nell’antichità, dove avevano parlato tra gli altri Joyce Reynolds, Marc Mayer, Donald White, José María Blásquez, Patrizio Pensabene, Isabel Rodà, Nicola Bonacasa, André Laronde e Giovanni Geraci.

Mohamed Fadel Alì aveva presentato le straordinarie scoperte in corso nella necropoli di Giarabub, che grazie alle particolari condizioni climatiche, ci avevano conservato i corredi funerari e le testimonianze tessili del vestiario, con una policromia straordinaria e sorprendente (Intervento conclusivo, in Cirene e la Cirenaica nell’antichità, Atti del Convegno internazionale di studi, Roma-Frascati 18-21 dicembre 1996, a cura di L. Gasperini e S.M: Marengo, Edizioni TORED, Tivoli 2007, pp. 815-821). Allora non lo sapevamo, ma quello sarebbe uno degli ultimi incontri sull’archeologia cirenaica, 11 in tutto, dopo quello di Roma del novembre 1987 presso l’Accademia Nazionale dei Lincei (1990), quello di Urbino del luglio 1988, quello libico sul silfio del 1989, quello di Cambridge del 1993 e quello di Macerata del maggio 1995. Una serie davvero fortunata e ricca di risultati, conclusa ancora ad Urbino per il cinquantenario nel 2006 con l’XI incontro (Cirene Atene d’Africa) organizzato da Mario Luni, pubblicato sulle Monografie di archeologia Libica, ricordando Gaspare Oliverio, Giacomo Caputo, Gennaro Pesce, Sandro Stucchi, con negli anni successivi i bei volumi per il centenario di scavi a Cirene.

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Saluto di Attilio Mastino. Sassari, 23 novembre 2011, Aula Magna dell’Università.

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Saluto di Attilio Mastino

Sassari, 23 novembre 2011, Aula Magna dell’Università

Caro Governatore, cari amici,

anche a nome dei Presidenti del Club di Sassari Nord Mauro Milia e del Club di Sassari Silki Antonio Falco, a nome dei nostri giovani dei tre club Rotaract e dei due club Interact di Sassari ho l’onore e il piacere di dare il benvenuto ai tanti nostri ospiti giunti da tutta la Sardegna, da Roma e dall’intero distretto per questo seminario distrettuale su “Rotary Foundation e progetti” e “Gestione delle sovvenzioni”.

In questi quattro giorni che sta trascorrendo nella città di Sassari nel mese dedicato alla Rotary Foundation il Governatore del distretto 2080  Giulio Bicciolo ha avuto modo di conoscere la bella realtà del Rotary, anche di immergersi nella comunità locale, di toccare con mano la crisi della Sardegna con le sue specificità nell’ambito della crisi del Mezzogiorno e del Paese.

Caro Governatore, volevo ringraziarti per questa tua costante presenza nel corso di questo anno rotariano, per lo stile che hai messo nella tua azione, per l’impegno, il senso di amicizia, per la voglia di ascoltare.

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La scomparsa di Massimo Pittau (Nuoro 1921 – Sassari, 20 novembre 2019)

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La scomparsa di Massimo Pittau (Nuoro 1921 – Sassari, 20 novembre 2019)

La scomparsa di Massimo Pittau ci ha colpito profondamente, ci ha commosso e insieme ha fatto emergere mille ricordi: se ne va uno studioso lucido e infaticabile, una  personalità intellettuale vitale, spesso straripante, incontenibile; uno dei padri fondatori delle Facoltà di Magistero e di Lettere e Filosofia a Sassari, un maestro che ha insegnato a molte generazioni di Sardi glottologia e linguistica sarda, muovendosi come un vulcano anche in altri campi e in altre discipline (storia, etruscologia, archeologia, epigrafia). E’ stato un personaggio intelligente, tenace, serio, inflessibile, ma anche controverso e talora discusso, perché lui per primo considerava la polemica il suo elemento naturale, il sale delle sue giornate.

Viaggiando l’anno scorso tra il Museo Nivola di Orani e Isili, avevamo ricordato insieme l’episodio un po’ comico che era culminato con l’irruzione della Polizia ad Orosei al Convegno de L’Africa Romana, nel quale aveva affrontato per le spicce un celebre epigrafista, a proposito di una supposta iscrizione bilingue latina ed etrusca proveniente da quella fabbrica di reperti che è Allai.  Oppure lo scontro con l’ex Soprintendente di Firenze sulla Tabula Cortonensis, chiusa per un decennio in un cassetto; del resto le polemiche più sanguinose sono state con i colleghi linguisti che studiavano l’Etrusco, anche se dobbiamo riconoscergli il merito di aver allargato l’orizzonte dei rapporti storici tra le due rive del Mar Tirreno.

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