Enzo Espa
Nel ricordare Enzo Espa a un anno dalla scomparsa mi risuona stranamente nelle orecchie l’allegra canzoncina di Bert nel film su Mary Poppins: <<Vento dall'Est, la nebbia è là… Qualcosa di strano fra poco accadrà… Troppo difficile capire cos'è… Ma penso che un ospite arrivi per me...>>.
Il vento misterioso che Enzo Espa citava in continuazione con me era quello dell’ovest, il libeccio, proveniente dalla direzione di Bosa, perché bosanu si ortat a parte ‘e sero, “il vento bosano si leva verso sera”, portando ricordi, memorie, momenti vissuti insieme, che sono stati felici davvero. E l’ospite un poco bizzarro che arrivava inatteso era poi proprio Enzo, che stranamente associavo alla figura amata del mio maestro elementare, con il suo inguaribile accento nuorese, ruvido nella sua implacabile durezza, ma al quale mi legava anche un’amicizia che non ha avuto ombre, anche se avvertivo una distanza davvero grande tra noi.
Frugando tra le mie carte ho ritrovato le due novelle nuoresi lette a Bosa da Enzo Espa il 31 maggio 1975, ahimè ormai 40 anni fa, recitate con quella sua voce che costruiva paradossi, che modulava toni tra loro distanti, che faceva immaginare misteri lontani, con una profondità che lasciava incantati gli ascoltatori. Le due novelle furono poi pubblicate due anni dopo da Guido Fossataro a Cagliari nella bella raccolta di Racconti Nuoresi illustrati da Liliana Cano, con una prefazione di Marco Aimo.
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