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UBI ERAT LUPA
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Scritto da Administrator | 15 Settembre 2022

Bolontana, Badd’e salighes

10 settembre 2022, ore 10,30

Cari amici,

solo l’ostinazione di Mario Bussa mi conduce di nuovo qui a Badd’e salighes. Ho i saluti del gen. Luciano Carta, premio Navicella 2022. Il 26 luglio 2020, due anni fa,  eravamo qui per discutere sullo straordinario diario di Donna Vera Mameli Piercy Nel Mezzo della vita, curato da Giorgina Mameli Giustiniani.

L’anno scorso, il 20 giugno 2021 abbiamo presentato il volume di Luciano Carta Dal Galles alla Sardegna, Benjamin Piercy e le ferrovie con le pagine di Patrizia Onnis dedicate ai beni culturali e ambientali del territorio di Bolotana, dall’inquadramento geologico fino alla vetta di Punta Palai a 1200 metri, alla flora alle grandi opere megalitiche, i circoli rituali di Ortachis, le domus de janas, i circa 50 protonuraghi e  nuraghi, i pozzi sacri, le tombe di giganti, la fortezza punica di Pabùde, le tanti insediamenti romani, i bizantini con i monaci Armeni, l’età giudicale verso il castello di Burgos, la chiesa di san Bachisio, fino ad arrivare a Padru Mannu e a questo castello incantato in quella foresta di lecci, roverelle, sughere che tanto avevano colpito il viaggiatore inglese e i suoi discendenti.

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| 09 Settembre 2022

Attilio Mastino, Geografia, Geopolitica, Epigrafia,

Conference de l’AIEGL, Bordeaux 31 agosto 2022

L’épigraphie au XXIe siècle, XVI Congressus internationalis Epigraphiae Graecae et Latinae,

Cari amici,

(Film https://youtu.be/l8l_8caQ2w0). La strategia militare per liberare l’Europa dopo i fascismi che avevano alimentato il mito imperiale di Roma mi sembra possa esser sintetizzata nelle vicende dello sbarco americano in Marocco raccontate in un film del 1970 in un puro stile holliwoodano, premiato con tanti Oscar, il Generale di Acciaio: vi si vede un improbabile Generale Patton interpretato da George C. Scott mentre sproloquia alla fine del 1942 sulla guerra, a Volubilis davanti all’arco eretto dal procuratore M. Aurelio Sebasteno dedicato per celebrare la singularis indulgentia [erga] universos et [nova] supra omnes [retro] principes di Caracalla nella sua XX e ultima potestà tribunicia.  Rimontata da Louis Chatelain e André Piganiol nei restauri del 1935, la duplice iscrizione ricorda l’imperatore come Germanicus Maximus, vincitore dei Germani.

Ma sarebbe pretendere troppo immaginare che il regista abbia pensato ad un collegamento tra la campagna contro Hitler ed i tedeschi e la vittoria germanica di 1800 anni prima. Sappiamo che la task force corazzata guidata dal gen. Patton si preparava ad intervenire a Kasserine in Tunisia dopo il disastro di americani e inglesi di fronte a tedeschi e italiani: ai confini di un Mediterraneo ancora tutto da riconquistare, diciamo la parola, da liberare dai totalitarismi e dalle patologiche aspirazioni coloniali di Mussolini e di Hitler, il generale è descritto nel film in modo caricaturale e un poco offesivo: avrebbe inciampato sulla crudeltà delle donne arabe al momento della distruzione di Cartagine, una storia tutta deformata ed inesatta, che però rende bene – al di là delle esigenze narrative – le contraddizioni della guerra, contraddizioni testimoniate drammaticamente dalle bianche lapidi dei cimiteri militari che tanto spesso abbiamo visitato come quello inglese di Medjez el Bab sulla Medjerda, a due passi da Thignica.

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Scritto da Administrator | 09 Settembre 2022

Attilio Mastino, Geography, Geopolitics, Epigraphy,

Conference de l’AIEGL, Bordeaux 31 August 2022

L’épigraphie au XXIe siècle, XVI Congressus internationalis Epigraphiae Graecae et Latinae,

Dear friends

(Film https://youtu.be/l8l_8caQ2w0) The military strategy to liberate Europe after the different forms of fascism that contributed to the myth of Imperial Rome, I believe is encapsulated in the events of the American landing in Morocco, the story of which was told in Patton. This film narrated the story in pure Hollywood style and was awarded many Oscars.

It featured an improbable General Patton played by George C. Scott as he rambles on about the war at the end of 1942. He is in Volubilis, standing before the arch built by the procurator M. Aurelius Sebastenus to celebrate the singularis indulgentia [erga] universos et [nova] supra omnes [retro] principes of Caracalla in his 20th and last Potestas tribunicia.

Reconstructed by Louis Chatelain and André Piganiol in the restoration work of 1935, the double inscription commemorates the Emperor as Germanicus Maximus, the victor over the Germanic peoples. It would be expecting too much to imagine that the director could have thought of the campaign against Hitler and the Germans and the victorious Alamannic war 1800 years earlier.

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Scritto da Administrator | 27 Giugno 2022

Il portolano stintinese

Questo è un libro destinato soprattutto a chi ama il mare della Sardegna, ai marinai, ai pescatori, a coloro che osservano l’isola con gli occhi incantati di chi riesce a scoprire ogni giorno qualcosa di bello da ricordare nelle giornate invernali e da raccontare: una ragione in più per poter ritornare, per rivedere gli amici, per percorrere le rotte più care lungo le coste dell’Isola del sole.

Antonio Diana dopo i volumi dedicati al tempo della memoria, dopo le cartoline d’epoca e le immagini antiche di Stintino, ora ci rivela una conoscenza incredibile e di dettaglio sui mille luoghi di un territorio che va dalla Punta dell’Argentiera fino allo stagno di Pilo, nell’area nord-occidentale della Sardegna, comprendendo un accuratissimo periplo marino dell’isola-parco: gli antichi ritenevano che Ichnussa fosse quasi l’impronta del piede destro di un dio e che l’alluce andasse dal promontorio Gorditano (connesso alle Gorgoni dell’estremo occidente) fino all’Isola di Ercole: il primo è identificato  con il capo Falcone ed è citato due volte dal geografo Tolomeo, vissuto ad Alessandria d’Egitto nel II secolo d.C., sulla costa occidentale e la costa settentrionale, dunque proprio al limite tra i due litorali. L’alluce arrivava a comprendere due isole circumsarde. l’Isola Piana (Diabate) e l’isola di Eracle (l’Asinara), tutti punti anticamente collocati a meno di 30 gradi di longitudine dalla più lontana delle Isole Fortunate (le Canarie).

Un secolo prima il naturalista Plinio il vecchio nel terzo libro della Naturalis Historia precisava: Gorditano promontorio duas insulas quae vocantur Herculis.

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Scritto da Administrator | 12 Gennaio 2022

Il contributo di Antonio Pigliaru alla cultura sarda
ISRE, Sassari Teatro civico, 16 maggio 2019
di Attilio Mastino

Ho conosciuto il pensiero di Antonio Pigliaru soprattutto attraverso molti suoi ammiratori e collaboratori, Alberto Boscolo, Manlio Brigaglia, Marcello Lelli, Alberto Merler, Gabriella Mondardini, Marina Saba e la moglie Rina Fancellu (1925-2014), mia collega di Istituzioni di diritto pubblico e legislazione scolastica presso la Facoltà di Magistero; anche attraverso i figli Giovanni, Francesco e Amelia[1]. Pochi mesi prima della sua morte (18 luglio 2014), Rina mi aveva donato l’intera serie della Rivista bimestrale di letteratura, arte, tecnica, economia ed attualità  “Ichnusa”, uscita tra il 1949 ed il 1964, che ho sfogliato in questi giorni, riscoprendo consonanze e anticipazioni, linee interpretative della cultura sarda poi arrivate a maturità con gli allievi di Antonio Pigliaru: una rivista che sceglieva già con il titolo un livello “alto”, richiamando le luci e le ombre, i misteri presenti già nell’immaginario collettivo dei Greci antichi; una rivista che non voleva essere "di parte", "unilaterale",  ma uno strumento vivo, capace di "recare totale testimonianza sulla Sardegna", dare insomma "una concreta misura della cultura sarda", in grado di indicare una prospettiva interpretativa di "tutti i termini costitutivi della realtà e della “questione sarda” "": una rivista “aperta” ma rigorosa, sede di dibattito libero da condizionamenti, pluralista, indirizzata in particolare agli “intellettuali” (nel senso della parola assunto da Giovanni Lilliu, “tutti coloro che hanno intelletto in Sardegna”, interpretando con più modernità Antonio Gramsci), "senza distinzioni di sorta, nella speranza fattiva di poter così esprimere un movimento intellettuale unitario, perché rivolto ad un impegno comune: quello dell’inserimento attivo e critico della cultura nel quadro del complesso della vita regionale".

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Scritto da Administrator | 16 Dicembre 2021

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Addio ad Assunta Trova (Alghero 1952 – Torino 18 novembre 2021)

Sassari, 16 dicembre 2021, Aula Mario Da Passano, Corso di laurea di Scienze Politiche

Susi Trova se ne è andata a Torino un mese fa, a 69 anni, pensando ai suoi amici di Alghero, alla Valle dei Salici, alla Sardegna lontana. Professoressa di storia contemporanea e di storia del Risorgimento all’Università di Sassari, il 20 luglio 1983 aveva fondato il Dipartimento di Storia assieme ai colleghi della Facoltà di Giurisprudenza (corso di laurea di Scienze Politiche) e di Magistero, sulla base di una forte intesa “disciplinare”: Era subito entrata in giunta sotto la direzione di Guido Melis, nella sede di Piazza Conte di Moriana, gestita amichevolmente dal segretario amministrativo rag. Giovanni Conconi.

La sua dote era rappresentata da una ricerca 60% su Cesare Correnti parlamentare subalpino e una ricerca 40% sull’emigrazione italiana in Francia tra le due guerre; i suoi corsi e le sue esercitazioni riguardavano la Storia dell’Italia contemporanea e la Storia dei partiti politici, materia tenuta da Francesco Manconi.  Scienze Politiche era divenuta Facoltà autonoma con Lio Mura nel 1993 nel Palazzo Zirulia in Piazza Università; poi dal 2011, abolite le Facoltà a seguito della Legge Gelmini, Dipartimento di Scienze Politiche, scienze della comunicazione e ingegneria dell’informazione con Antonietta Mazzette.

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Multa venientis aevi populus ignota nobis sciet
multa saeculis tunc futuris,
cum memoria nostra exoleverit, reservantur:
pusilla res mundus est,
nisi in illo quod quaerat omnis mundus habeat.


Seneca, Questioni naturali , VII, 30, 5

Molte cose che noi ignoriamo saranno conosciute dalla generazione futura;
molte cose sono riservate a generazioni ancora più lontane nel tempo,
quando di noi anche il ricordo sarà svanito:
il mondo sarebbe una ben piccola cosa,
se l'umanità non vi trovasse materia per fare ricerche.

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