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Presentazione del volume Storia dell’Università di Sassari

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Attilio Mastino
Presentazione del volume Storia dell’Università di Sassari

Sassari, 9 dicembre 2011

Signor Sindaco, Aurorità, Cari amici,

sono felice di aprire questo incontro per la presentazione del volume della Storia dell’Università di Sassari, curato da Antonello Mattone, in occasione di un appuntamento importante per l’Università di Sassari, per la città e per la Sardegna: le celebrazioni centenarie per ricordare la laboriosa formazione dell’Ateneo, la nascita del Collegio gesuitico, l’Università ispanica, la riforma boginiana e il Settecento, l’assolutismo sabaudo, l’Ottocento fino alla legge Casati, la “perfetta fusione” con il Piemonte, che significò la rinuncia all’autonomia a favore dell’Unità d’Italia, 150 anni fa. Infine il fascismo, il secondo dopoguerra, il Sessantotto, l’Università di massa oggi sempre più inserita in un contesto competitivo internazionale.

Siamo tutti grati all’Editore Ilisso di Nuoro ed ad Antonello Mattone, delegato rettorale al Museo e alla memoria storica dell’università, e ai tanti altri colleghi appassionati e attenti che tanto hanno lavorato per questo volume, per questo loro straordinario impegno che ha consentito di ricostruire lucidamente una storia lunga, i profili istituzionali, le tradizioni scientifiche, le scuole: in questa sede vengono presentati i maestri, i rettori, i docenti, gli studenti, il personale tecnico, amministrativo, bibliotecario, gli edifici, le biblioteche, i musei. Attuando un progetto concepito durante il rettorato di Giovanni Palmieri, è stato soprattutto il rettore Alessandro Maida a portare generosamente avanti questa iniziativa, che vediamo oggi felicemente condotta a termine, con tanto entusiasmo e tanta passione.

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Joseph Ratzinger Benedetto XVI: Gesù di Nazaret, dall’ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione.

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Joseph Ratzinger Benedetto XVI:
Gesù di Nazaret, dall’ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione.

Saluto del Rettore Prof. Attilio Mastino

Sassari, 9 dicembre 2011

Ho il piacere di introdurre questo incontro intorno al volume di Joseph Ratzinger Benedetto XVI su Gesù di Nazaret, dedicato ai pochi giorni che vanno dall’ingresso a Gerusalemme fino alla risurrezione. Saluto cordialmente i due arcivescovi mons. Paolo Atzei e Ignazio Sanna, don Marco Angioni responsabile della Cappellania Universitaria e il dott. Giuseppe Scotti direttore della Libreria editrice vaticana, che ha pubblicato l’opera; infine il dott. Pierluca Azzaro curatore el volume.

Già nel I volume uscito nel 2007 per Rizzoli, dedicato ai lunghi anni che hanno preceduto l’arrivo di Gesù a Gerusalemme, ero stato sorpreso – come storico – per l’attenzione di un Papa verso le fonti che consentono di ricostruire la storicità della figura del Cristo, per questo radicamento della metastoria nella storia, per questo tentativo di Benedetto XVI di presentare il Gesù dei Vangeli come un personaggio della vita reale, come il “Gesù storico” in senso vero e proprio. Allora Benedetto XVI si era dichiarato <>.

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La Sardegna nel Risorgimento

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La Sardegna nel Risorgimento
Cagliari I dicembre 2011
Intervento del Rettore dell’Università di Sassari prof. Attilio Mastin
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Si chiudono con questo Convegno le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Dunque quello che oggi inauguriamo non è solo un incontro scientifico che vede riuniti molti autorevolissimi studiosi che si interrogano sulle ultime novità della ricostruzione storiografica sulla Sardegna nel Risorgimento nazionale, ma è soprattutto – diceva la Presidente on.le Claudia Lombardo – un’opportunità per programmare lo sviluppo della Sardegna di domani e l’occasione per un bilancio degli straordinari risultati di oltre un anno di incontri, convegni, dibattiti, mostre che hanno visto mobilitato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il Comitato per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, presieduto in Sardegna da Aldo Accardo.

Si è sviluppata in questi mesi una più profonda riflessione sul federalismo prossimo venturo, un evento insieme desiderato e temuto, e sulla specialità della Sardegna ed è ripreso proprio in questi giorni il dibattito sullo statuto sardo in Consiglio regionale e sulla sovranità della Sardegna all’interno di una realtà federale.

E’ emerso con sempre maggiore chiarezza il ruolo della Sardegna nel processo di unificazione nazionale, la scelta della Perfetta fusione dei Sardi con gli Stati di terraferma nel 1847, il contributo dell’isola al Risorgimento. Sono stati presentanti nuovi documenti e sono stati aperti archivi e musei.  Ieri ho potuto visitare alla Cittadella, all’interno del forte di Castello, la mostra su Gaetano Cima, i progetti per lo Spedale civile, per Porta Stampace, per il Mercato Carlo Felice, per il ricovero San Vincenzo, per il Bastione Darsena e la Carrettera da porta S. Agostino, per la Parrocchiale San Giacomo, per il Teatro Civico, per la Piazza del Carmine tra il 1842 ed il 1863.

Tanti altri documenti verranno presentati nel Convegno che oggi si inaugura.

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Laurea ad honorem all’on.le dott. Pasqual Maragall i Mira.

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Laurea ad honorem all’on.le dott. Pasqual Maragall i Mira.

Intervento del Rettore prof. Attilio Mastino

Sassari, 5 dicembre 2011

Autorità, caro Presidente, Onorevole Assessore, cari amici,

la Facoltà di Architettura della Università di Sassari in data 9 dicembre 2009, cn voto unanime, su impulso del Preside Giovanni Maciocco, ha proposto il conferimento della laurea honoris causa in Pianificazione e Politiche per la città, l’ambiente e il paesaggio ai sensi dell’articolo 169 del t.u. 31 agosto 1933 n. 1592 all’on.le dott. Pasqual Maragall i Mira, coraggioso esponente politico catalano, da sempre legato alla città di Alghero, alla Sardegna ed all’Italia.

La proposta è stata accolta dal Senato Accademico il 28 agosto 2010 e dall’allora Ministro Maria Stella Gelmini in data 7 settembre 2011. Nelle motivazioni la Facoltà ha affermato che , perché siamo convinti che veramente l’urbs è innanzi tutto civitas fatta da persone, da cittadini, da relazioni.

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L’Università di Sassari per la lingua sarda

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L’Università di Sassari per la lingua sarda.[1]
di Attilio Mastino

Atti del convegno su Lingua e Cultura Sarda
Uri, 9 e 10 Settembre 2011

Come prima cosa, desidero ringraziare Arvada per l’occasione di dibattito che ci offre, i Sindaci presenti, tutti i Comuni (Codrongianos, Cargeghe, Florinas, Ploaghe, Muros, Tissi, Ossi, Usini, Uri, Olmedo, Putifigari), il Presidente della Provincia Alessandra Giudici, che ho visto ieri sera e mi ha pregato di portare il suo saluto, e Smeralda Consulting, per questo incontro.

L’occasione odierna cade propizia, perché siamo reduci da una lunga polemica, la ‘guerra’ estiva che abbiamo dovuto sostenere sui mezzi di comunicazione e anche sui blog intorno al tema della cultura e della lingua sarda: vorrei allora profittare per parlare proprio delle critiche mosse all’Università riguardo a tali questioni.

Sono orgoglioso del fatto che nel corso del dibattito che abbiamo avviato a partire da gennaio intorno al nuovo statuto dell’Università, in attuazione della Legge 240 (la ‘legge Gelmini’), siamo riusciti a inserire un articolo (n. 58) che riguarda proprio la lingua e la cultura sarda: «L’Ateneo [di Sassari] promuove la tutela e la conoscenza dei beni e delle fonti dell’identità locale, con particolare riferimento alle lingue delle minoranze e alla lingua sarda nelle sua articolazioni territoriali, alle risorse naturali, ai beni storici, culturali, ambientali, paesaggistici e architettonici, ai saperi e alle tradizioni locali».

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Orlando Biddau

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Attilio Mastino
Orlando Biddau

Modolo, 21 ottobre 2011

Stasera in questa sala c’è una sedia vuota ed è la sedia di Orlando Biddau, che in queste ore sta soffrendo, per questo suo eterno male di vivere che lo divora, per questa ferita sulla quale (Elegia):  è lo stesso dolore di un altro poeta di Modolo, Peppino Deriu:  (Sonetto al compagno Cicittu Deriu).

Ed è anche il dolore di Anna Cossu, che riesce nel dolore ad intravedere una stella che spende alla fine del tunnel: (Trina): è la stella che Peppino Deriu augura possa sorgere anche per Orlando: (A Orlando Biddau).

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CONVEGNO NUOVE ALLEANZE. DIRITTO ED ECONOMIA PER LA CULTURA E L’ ARTE

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CONVEGNO NUOVE ALLEANZE. DIRITTO ED ECONOMIA PER LA CULTURA E L’ ARTE
NUORO 14-15 ottobre 2011

ATTILIO MASTINO

LEGISLAZIONE NAZIONALE E LEGISLAZIONE REGIONALE DELLA SARDEGNA. IL CASO DEI MUSEI: UN’OCCASIONE (PERDUTA?) PER LO SVILUPPO ECONOMICO?

Gli Atenei della Sardegna, quello di Cagliari e il nostro di Sassari, partecipano da decenni al processo di alta formazione degli operatori dei Beni Culturali.

Attualmente l’ Università di Sassari  così come l’Università di Cagliari propongono nei rispettivi Manifesti degli Studi  un corso di Laurea Triennale in Scienze dei Beni Culturali e un corso di Laurea Magistrale in Archeologia.

Si aggiungano le Scuole di Specializzazione in Beni Culturali dei Due Atenei sardi, il cui Diploma è indispensabile per la partecipazione ai concorsi statali, regionali e degli Enti Locali per le professioni culturali.

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II Conferenza regionale per la ricerca e l’innovazione.

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Attilio Mastino, Rettore Università degli Studi di Sassari
II Conferenza regionale per la ricerca e l’innovazione
Cagliari, 13 settembre 2011

Multa venientis aevi populus ignota nobis sciet;
multa saeculis tunc futuris,
cum memoria nostra exoleverit, reservantur:

pusilla res mundus est, nisi in illo quod quaerat omnis mundus habeat.

Molte cose che noi ignoriamo saranno conosciute dalla generazione futura;
molte cose sono riservate a generazioni ancora più lontane nel tempo,
quando di noi anche il ricordo sarà svanito:
il mondo sarebbe una ben piccola cosa se l’umanità non vi trovasse materia per fare ricerche.

Seneca, Questioni naturali, VII,30,5

Porto il cordialissimo saluto dei ricercatori, del personale e degli studenti della Università di Sassari, a questa II Conferenza regionale per la ricerca e la innovazione voluta dall’Assessore Giorgio La Spisa, dopo quella dell’anno scorso. Due giornate che si stanno concentrando intorno al tema delle sfide in atto, alle nuove politiche regionali, al capitale umano, alla formazione dei giovani, all’internazionalizzazione, alla valutazione, alle piattaforme tecnologiche, alla innovazione in Sardegna e nel Mezzogiorno: un evento con contenuti non scontrati, un fatto nuovo, una occasione che testimonia la complessità dei problemi, delle questioni che noi abbiamo di fronte e con le quali giorno per giorno dobbiamo confrontarci.

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El uso politico de la Historia romana (después de Maquiavelo)

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Asuncion, 19 settembre 2011, El Cabildo.
Attilio Mastino, Rettore dell’Università di Sassari
El uso politico de la Historia romana (después de Maquiavelo)

1. La secessione della plebe al Monte Sacro nella lettura di Simón Bolivar

Tito Livio, parlando della secessione della Plebe a Roma sul Monte Sacro 2500 anni fa di fronte alle violenze del patriziato, racconta come Menenio Agrippa fosse riuscito a placare l’ira della Plebe raccontando un apologo col primitivo e rozzo modo di parlare di quell’epoca lontana, prisco illo dicendi et horrido modo: nel tempo in cui nell’uomo le membra non erano tutte in piena armonia, come ora, ma ogni membro aveva una sua facoltà di parlare e di pensare, le altre parti del corpo fecero una congiura contro il ventre, decidendo che le mani non portassero il cibo alla bocca, la bocca non lo ricevesse, i denti non lo masticassero. Ridussero così il corpo intero ad un’estrema consunzione, totum corpus ad extremam tabem venisse: era un modo rozzo ma efficace per indicare che tutte le componenti di una società sono ugualmente necessarie e solidali.

Sono stati recentemente celebrati a Roma i 2500 anni dalla secessione della plebe al Monte Sacro e dalla nascita del potere negativo dei tribuni della plebe, proprio a margine dell’episodio di Menenio Agrippa. Come è noto, ripensando alle radici romane della Res Publica, riflettendo sui rapporto tra Populus e singolo Civis, due concetti riletti durante la rivoluzione francese dai giacobini, in particolare da Robespierre sulle tracce di Rousseau, il 15 agosto 1805 a Roma sul Monte Sacro Simón Bolivar pronunciò un solenne giuramento che rinnovava l’impegno dei rivoluzionari per la libertà della grande patria iberoamericana. Nella lettera di Simón Bolivar a Simón Rodríguez del 19 gennaio 1824 il Libertador  parlava di un juramento profético pronunciato in quella <>.

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